Anticoli Corrado: una bellezza distesa, un riposo per lo spirito

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Un piccolo centro di 900 abitanti attraversato da artisti. Per dieci anni Rafael Alberti vi ha trascorso l’estate. «Un paese europeista, che si è consolidato nel tempo»

Dove ritrovare lo spirito poetico, l’inquietudine controllata dell’esilio trasformata in serenità di Rafael Alberti? Dove ritrovare l’arte di Anna Magnani e Anthony Quinn se non ne “Il segreto di Santa Vittoria” filmato dal regista Stanley Kramer nell’estate del 1968? Dove vedere le opere dei numerosi pittori dell’Ottocento e del Novecento che l’hanno attraversato?

Tutte queste voci alte della cultura, della pittura, dell’arte cinematografica sono state ad Anticoli Corrado, un paese al confine fra il Lazio e l’Abruzzo che si distende su un pianoro a 508 metri di altezza. Tutte queste voci sono la proiezione contemporanea di quella fama acquisita negli anni dalla donne e anche dagli uomini di Anticoli Corrado richiesti come modelli da pittori e scultori per la loro ancestrale bellezza. Molte di queste modelle diventarono poi spose degli artisti stessi: Natalina Toppi sposò Attilio Selva; Pompilia D’Aprile di Fausto Pirandello; Candida Toppi di Pietro Gaudenzi, il quale alla morte di Candida sposò la sorella Augusta; Nino Bertoletti sposò Pasquarosa Marcelli, pittrice anche lei, che posò per il marito.

   Ritratto di Vittoria Ciaccia, 1907 di Edward Okun

Come può un centro di 900 abitanti aver accolto e ospitato sì numerosi artisti nel corso degli anni, dei secoli? La risposta non è un segreto: è il richiamo esercitato dalla posizione geografica e dalle modelle che hanno fatto da testimonial al paese. «Chiunque lo visita rimane ammaliato da quell’aspetto di presepe, nel quale uomini, animali, case, sassi e alberi appaiono immersi e quasi connaturati in un’atmosfera primordiale, staccata, stupefatta» ha scritto il pittore Orazio Amato nel 1948.

Questo traino della storia dell’Ottocento e del Novecento può far respirare gli abitanti di Anticoli Corrado, ma non basta perché il paese ha bisogno di nuove energie creative, di investimenti da iniettare nella esangue economia anticolana per affrontare il terzo Millennio.

   Vittorio Meddi

«Questa posizione di vicinanza con la capitale d’Italia doveva e deve essere valorizzata. Invece per molti anni ha rappresentato una fuga verso Roma alla ricerca di lavoro sicuro», spiega a Eurocomunicazione Vittorio Meddi, sindaco di Anticoli Corrado. «Oggi abbiamo bisogno di una programmazione per la bonifica del territorio, allevamenti zootecnici per alimentare l’economia anticolana. Dobbiamo concentrarci su valori di nicchia, avendo un patrimonio di probabili utenti i 3 milioni di abitanti di Roma. Il dramma di questi piccoli paesi è l’esclusione dai progetti di programmazione regionale».

Posizione geografica, crocevia di traffico nella Valle dell’Aniene, mito delle belle donne, luogo preferito di numerosi artisti, vicinanza con la capitale, paese dell’anima per molti: sono questi i punti di forza di Anticoli Corrado, alla ricerca oggi di un riposizionamento nella storia, nella società, nella vita di tutti i giorni.

   Corrida 1973 di Rafael Alberti

Ci si innamora di un luogo come ci si innamora di una donna. Così è per Anticoli Corrado, che è «somigliante a un cristallo di rocca, quindi ben legato, plasticamente, alla natura intorno, della quale condivide la sintassi» ha scritto Ludovico Quaroni.

Ci si chiede perché i grandi fotografi del secondo Novecento quali Henry Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Fulvio Router, Gianno Berengo Gardin abbiano reso celebre Scanno con le loro foto ma non abbiano trovato interesse per Anticoli Corrado, che pure si portava – e si porta – dietro l’etichetta del “paese degli artisti e delle modelle”. «Non c’è una spiegazione. Probabilmente gli abitanti di Anticoli Corrado presi dalla quotidianità del lavoro duro nella campagna non attribuivano importanza in quegli anni del dopoguerra alla fotografia» risponde il sindaco.

Si è fatto cenno al poeta spagnolo Rafael Alberti, candidato al Nobel per la letteratura, perché in questo piccolo paese di confine ha trascorso per dieci anni il periodo estivo con la compagna Maria Teresa León, alla ricerca di una identità che non fosse quella dell’esiliato, della vita perduta e scomparsa da una parte, un’altra vita cercata e mai trovata dall’altra. Scrivendo nel 1972 anche una appassionata poesia: «Questa valle/avrebbe fatto sognare/Juan Ramon, questa valle/in cui scorre nascosto/l’Aniene,/dove salici e pioppi/col mormorio dell’acqua/dàn suoni d’arie tristi/e di lontane pastorali./Questa valle…/Oh, quanta pena questa valle/se lui l’avesse/sognata!»

   Casa dove dimorò Rafael Alberti

Nel 1971 intervistato da Elena Clementelli per “La Fiera Letteraria” magnificava Anticoli Corrado: «In questa terrazza, in questo belvedere: un paesaggio meraviglioso, una vallata stupenda, i monti, i paesini lontani; tutto è tranquillo, tutto suggerisce una bellezza distesa, un riposo per lo spirito».

Cosa rimane di Rafael Alberti, del suo periodo? «Rimangono tante cose, primo fra tutti il gemellaggio con la città natale perché ci sentiamo legati con quella cultura. Rimane una piccola ma significativa targa posta sul fronte della casa posta sulla strada statale dove aveva abitato Rafael fatta insieme con gli amici spagnoli. Rimangono i ricordi di una presenza importante, di un poeta famoso nel mondo in un piccolo paese della Valle dell’Aniene» sottolinea Meddi.

La presenza degli artisti, la frequentazione di numerosi intellettuali ha fatto nascere l’esigenza di creare il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea con un patrimonio di circa 500 opere in un’ala di Palazzo Brancaccio. L’elenco delle opere è la conseguenza naturale dei pittori e scultori che hanno dimorato ad Anticoli, i quali hanno donato almeno una tela al Museo.

   Palazzo Brancaccio dall’interno del Museo

 

«Il Museo comincia a dare i suoi frutti per presenze e importanza che ha assunto, ma non è sufficiente da solo a far decollare l’economia anticolana»continua il sindaco«vi si svolgono mostre di un certo rilievo: abbiamo in programma una retrospettiva di Sergio Selva e a breve avremo la presentazione di un libro su Arturo Martini, un po’ l’emblema dell’arte ad Anticoli Corrado, l’autore dell’Arca di Noè, la fontana posta al centro della piazza delle Ville».

Dall’8 settembre il Museo ospiterà la mostra “Le Muse di Anticoli Corrado. Ritratti e storie di modelle anticolane da De Carolis a Pirandello” curata dal direttore del Museo, Manuel Carrera.

   Donna seduta (1920) di Maurice Sterne

Una mostra che si avvale di importanti capolavori tra disegni, sculture e dipinti, molti dei quali provenienti da collezioni private, per documentare (se ancora ce ne fosse bisogno) il fascino esercitato dalle donne di Anticoli Corrado sugli artisti italiani e stranieri. Il ritratto a matita di Lina Ciucci, moglie del pittore marchigiano Adolfo De Carolis, farà il suo ingresso nel Museo in occasione della Mostra, donato dagli eredi dell’artista. Di Fausto Pirandello si espongono tre importanti capolavori provenienti dalla Fondazione Fausto Pirandello, partner dell’evento.

Si segnalano i dipinti del genovese Pietro Gaudenzi, tra cui il poetico olio su tavola intitolato “Il quadro interrotto”, ritratto della prima moglie Candida Toppi nelle vesti di madonna.

Un ritratto inedito di Angelina Toppi, moglie dello scultore Domenico Ponzi (del quale si presentano quattro busti), ad opera del ceco Oskar Brazda.  La Testa coricata in marmo di Attilio Torresini, ritratto della moglie-musa anticolana Angela Colasanti.

   Fontana Arca di Noè 1926 di Arturo Martini

Parlare di Arturo Martini è un po’ come parlare di Fausto Pirandello, figlio del premio Nobel per la letteratura Luigi; di Maurice Sterne; di Rafael Alberti: figure che hanno caratterizzato fortemente un periodo storico del paese. Lo scultore trevigiano visse nel centro del paese dalla primavera del 1924 all’autunno del 1926, nella chiesa allora sconsacrata di San Pietro che utilizzava come studio. Gli anni anticolani rappresentarono una palestra formativa per Martini, del quale rimangono la celebre fontana posta al centro della piazza delle Ville, il bassorilievo “La Volante”, l’acquaforte “La Scoccombrina” del 1928.

La piccola Chiesa di San Pietro in stile romanico risalente all’XI secolo conserva resti del pavimento cosmatesco ed è il più importante monumento del medioevo rimasto ad Anticoli Corrado. È stata riaperta al culto nel 1965.

Oltre a visitare un sito che parla di storia religiosa e civile, è interessante soffermarsi sulla porta di bronzo, finanziata dalla pittrice anticolana Margherita Toppi e affidata al fratello scultore Carlo Toppi: sei formelle per rappresentare la vita di San Pietro.

   Chiesa di San Pietro

È una tappa obbligata la visita alla Chiesa, così come entrare nel Museo d’Arte Moderna e Contemporanea per ripercorrere periodi dell’arte che dalla seconda metà dell’Ottocento sino alla fine del Novecento hanno interessato e attraversato Anticoli Corrado.

Sirespiraancora quell’aura artistica? «È evidente che il rapporto con gli artisti è cambiato, però ci sono ancora artisti soprattutto europei che continuano a frequentarlo» ha sottolineato il sindaco.

L’entusiasmo del sessantacinquenne Vittorio Meddi si spinge sino a definire Anticoli Corrado «un paese europeista, attraverso il rapporto con gli artisti che si è consolidato nel tempo, prima ancora che si facesse la carta dell’Europa. E anche sui valori civili è stato sempre all’avanguardia».

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

1 commento

  1. Sento lanostalgida avendoci v iss uto dal1947 al 1970 ed avero fatto il modello per prof Gaudenbnezi lopera e tuttora nella chinsa sul monte terminillo

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