Azione concertata del CdR e Arlem per stabilizzare il Mediterraneo

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I leader locali dell’Unione europea esortano governi nazionali e comunità internazionale a collaborare con sindaci e governatori regionali per aiutare Nord Africa e Medio Oriente

I sindaci, i governatori regionali e i rappresentanti regionali all’Assemblea regionale e locale euromediterranea (Arlem, dal francese Assemblée régionale et locale euro-méditerranéenne), riunitasi a Malta il 23 febbraio, hanno espresso la loro speciale preoccupazione per il conflitto in Libia e per le sfide della migrazione e dei cambiamenti climatici. Dal 2015 il Comitato delle regioni e dei poteri locali (CdR) ha sviluppato stretti rapporti con le città libiche, con l’obiettivo di migliorare i servizi pubblici in Libia e di aiutare le città nordafricane a entrare nella comunità internazionale. Nel gennaio 2016, su richiesta delle città libiche, il CdR ha convenuto di mobilizzare e agevolare i partenariati tra la Libia e le regioni e le città dell’Unione europea.

Durante la loro principale riunione dell’anno, i membri dell’Arlem, che provengono dal Comitato europeo delle regioni e dagli Stati partner non membri dell’Ue nella regione del Mediterraneo, hanno evidenziato la recente cooperazione con città libiche come prova del fatto che, anche in circostanze difficili, le città possono creare partenariati che contribuiscono alla stabilizzazione. In una risoluzione sulla Siria, inoltre, hanno dichiarato di essere «pronti a fornire sostegno alla popolazione siriana nei suoi sforzi volti a porre fine alla guerra civile e a combattere l’estremismo e la radicalizzazione», segnalando che «tale aiuto inizia nelle città vicine al confine che accolgono i rifugiati e affrontano l’emergenza umanitaria».

Il copresidente dell’Arlem e presidente del CdR, Markku Markkula (nella foto a sinistra), ha dichiarato: «non possiamo avere realmente un’Europa prospera e sicura se i Paesi vicini sono in preda all’instabilità. L’iniziativa di Nicosia (così chiamata in quanto l’idea è stata concordata nella capitale cipriota, ndr), attraverso la quale i partner europei e mediterranei condividono il loro know-how con le autorità libiche e danno loro sostegno pratico, è solo un esempio di come gli enti locali e regionali possano avere un reale valore aggiunto, attraverso strumenti come la diplomazia delle città e la cooperazione decentrata. Solo lavorando insieme sul campo l’Unione europea sarà in grado di trovare risposte sostenibili alla crisi migratoria, alla tratta di esseri umani, alle guerre e alla minaccia del terrorismo».

L’altro copresidente, Hani Abdalmasih Al-Hayek, sindaco di Beit Sahour in Palestina, ha espresso a nome dei membri dell’Arlem non appartenenti all’Ue queste parole: «gli amministratori locali forniranno molti dei servizi di base che porteranno alla rinascita economica e sociale delle città in Libia, ma anche in Siria. Tutti noi abbiamo la responsabilità di aiutare secondo le nostre capacità. Abbiamo anche il dovere di affrontare altre minacce alla stabilità e alla sicurezza nella regione del Mediterraneo, come ad esempio i cambiamenti climatici».

Carmelo Abela, ministro degli Affari interni e della sicurezza nazionale di Malta, che esercita attualmente la presidenza del Consiglio dell’Unione europea ha affermato: «solo quando avremo istituito un quadro per la migrazione gestito dalle autorità invece che dai trafficanti potremo dire di star affrontando il fenomeno migratorio in modo efficiente e efficace». Ha poi aggiunto: «l’Unione europea è seriamente impegnata ad affrontare le cause profonde della migrazione in collaborazione con i Paesi partner di origine e di transito. Nel contesto dell’Ue, Malta ha sempre sostenuto questa posizione e questa resta una priorità per il nostro Paese, nella sua veste di semplice Stato membro dell’Unione europea o di Paese che esercita la Presidenza del Consiglio. La nostra cooperazione transcontinentale dovrebbe essere quanto più completa possibile e dovrebbe attribuire lo stesso valore a tutti e cinque i settori prioritari concordati nel piano d’azione comune della Valletta».

Gli enti locali siriani non erano rappresentati alla riunione dell’Arlem, ma una delegazione dalla Libia guidata dal sindaco di Tripoli, Abdelrauf Beitelmal, e dal sindaco di Zintan, Mustafa al-Baroni, e comprendente rappresentanti di Bengasi, Sebha, Sirte e Tobruk è intervenuta alla sessione plenaria dell’Arlem e al convegno sul tema della migrazione il 22 febbraio. Beitelmal ha asserito: «i leader locali sono riusciti a mantenere un grado di stabilità sostanziale in molte parti della Libia negli ultimi cinque anni, ma la nostra capacità di fornire servizi ha sofferto. Nel gennaio 2016, abbiamo chiesto aiuto ai membri dell’Arlem in sei settori, dalla formazione nella gestione finanziaria al sostegno per la gestione dell’acqua. Regioni come le Fiandre e Murcia, città, come Anversa e Malines, Nicosia e Vila Real de Santo Antonio hanno risposto e ci è stato promesso ulteriore sostegno. Ci auguriamo che l’Unione europea e la comunità internazionale riconoscano tale successo e rendano possibile una cooperazione a lungo termine. Tutti hanno bisogno di una Libia funzionante e stabile».

I flussi migratori in provenienza dalla Libia sono stati uno dei temi centrali del convegno sulla migrazione e della sessione plenaria. Sono intervenuti, tra gli altri, Bettina Muscheidt, capo della delegazione dell’Ue in Libia; Jose Carreira, direttore esecutivo dell’EASO (European Asylum Support Office); Vincenzo Bianco (gruppo PSE), relatore del CdR sull’asilo e sindaco di Catania, il cui porto ha ricevuto negli ultimi anni molte migliaia di migranti in seguito a operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, e Peter Bossman (gruppo PSE), sloveno (di origine ghanese) relatore del CdR sui partenariati dell’Unione europea con i Paesi terzi in materia di migrazione.

Nel corso della riunione, l’Arlem ha adottato una raccomandazione sulla politica dell’energia e del clima, elaborata da Mohamed Sadiki, sindaco di Rabat, e una raccomandazione sulla cooperazione transfrontaliera nel Mediterraneo, elaborata da Francesco Pigliaru, presidente della regione Sardegna. Il Marocco sta perseguendo da quasi un decennio un’ambiziosa politica di transizione. La Sardegna ospita l’autorità di gestione di un programma di cooperazione transfrontaliera istituito nell’ambito dello Strumento europeo di vicinato dell’Ue. Tra le altre decisioni adottate dall’Arlem a Malta, vi è quella di inviare membri in Tunisia per monitorare le elezioni locali di quest’anno, nell’ambito di una missione organizzata dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa.

 

Uuno Heikkilä

Foto © European Union

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