L’Organizzazione mondiale del commercio ha dichiarato illegali i sistemi antidumping che ostacolano le esportazioni italiane e tedesche. Le misure europee verso Cina e Taiwan
Un panel di esperti del World Trade Organization (Wto, in italiano Omc, l’Organizzazione mondiale del commercio) ha chiesto alla Russia di conformarsi agli obblighi dell’Organizzazione nell’ambito della disputa fra Russia e Unone europea per i dazi antidumping imposti da Mosca su alcuni veicoli commerciali leggeri importati da Italia e Germania. L’introduzione dei dazi è avvenuta nel 2013 (compresi fra il 23% e quasi il 30% sulle esportazioni dai due Paesi) e secondo gli esperti la Russia ha violato una serie di norme dell’Omc.
Nella sua decisione sulla disputa, resa nota oggi a Ginevra, il panel ha accolto numerose osservazioni e richieste dell’Ue, ma ne ha respinte alcune. Commentando le conclusioni, la commissaria europea per il commercio Cecilia Malmström si è detta «lieta di vedere una chiara decisione del Wto contro una delle misure sleali, protezionistiche e anticoncorrenziali che osserviamo attualmente in Russia. I dazi sui veicoli commerciali leggeri non sono in linea con gli impegni della Russia, al momento della sua adesione al Wto. Tali misure devono essere rimosse», ha aggiunto. Ue e la Russia dispongono di 60 giorni di tempo per decidere se fare appello.
Sempre oggi si è saputo come salgano a 39 le misure antidumping nel settore dell’acciaio decise, invece, dall’Unione europea nei confronti degli altri Paesi. Ben 17 riguardano prodotti made in China. Un numero senza precedenti, spiegano dalla Commissione europea, che oggi ha imposto in maniera definitiva dazi antidumping su due tipi di tubi e raccordi in acciaio provenienti da Cina e Taiwan, utilizzati comunemente in vari settori industriali. Le importazioni da Cina e Taiwan di questi prodotti saranno ora tassate con dazi che vanno dal 30,7% al 64,9%.
Arina Moskovskaja
Foto © Autocarpro.in, European Union