Deutsche Bank: crolla utile a 20 milioni di euro

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Titolo giù in Borsa -3,15%. Profitti -98%. I risultati spingono l’istituto di credito tedesco alla riorganizzazione, non escludendo altri tagli occupazionali

Giornata nera per Deutsche Bank, ieri. L’utile dell’istituto con sede a Francoforte è decisamente crollato, sfiorando un ribasso del 100% nel secondo trimestre, ma soprattutto accusando l’impatto dei costi di ristrutturazione per i tagli di posti di lavoro (207 milioni di euro contro i 45 dell’anno precedente) e del calo della redditività dalle attività di trading. Ora l’istituto tedesco ha annunciato ulteriori sforzi nel quadro del processo di riorganizzazione.

La Deutsche Bank ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto di 20 milioni di euro (Rpt 20) diversamente dai 796 milioni dello stesso periodo nel 2015, a fronte di ricavi in discesa a 7,39 miliardi di euro da 9,18 miliardi. Considerata “sistemica” per importanza e dimensioni, la banca tedesca è da tempo finita nel mirino dei controlli per i dubbi sulla solidità patrimoniale tra derivati, asset illiquidi e costosi contenziosi legali ancora aperti che potrebbero comportare l’esborso di pesanti sanzioni e risarcimenti.

635653879975327734-EPA-GERMANY-BANKING-DEUTSCHE-BANKDa inizio anno il titolo ha perso in Borsa quasi il 45% e ieri ha registrato ribassi attorno al 5% per chiudere a -3,15%. L’utile netto è crollato nel secondo trimestre del 98% a 20 milioni di euro e i ricavi sono calati del 20% a 7,39 miliardi di euro dai 9,18 miliardi precedenti. Reduce da tre aumenti capitale, per un totale di quasi 22 miliardi di euro, la banca sta cercando di rimettersi in carreggiata e l’amministratore delegato, John Cryan si è dedicato, negli ultimi mesi, soprattutto sul taglio delle attività più a rischio: congelare il pagamento dei dividendi, eliminare 9.000 posizioni lavorative e cercare di risolvere i contenziosi legali in sospeso.

Partito da poco il negoziato con il Dipartimento della Giustizia Usa per la controversia legata alla cartolarizzazione di asset garantiti da mutui, l’istituto tedesco – tramite Cryan – ha definito “ingiustificati” i dubbi sulla solidità finanziaria della banca, sottolineando in una lettera, indirizzata allo staff, che nell’ultimo trimestre ci sono stati “momenti eccezionalmente difficili e dopo la Brexit l’Europa è a un bivio. Le turbolenze iniziali dei mercati finanziari ora sono alle spalle, ma le sfide rimangono”.

E questo dopo che qualche giorno fa la banca tedesca aveva rotto il tabù interno studiando una separazione delle attività in due branche. Come ha rivelato la Sueddeutsche Zeitung, citando un membro del gruppo dirigente. Ufficialmente a Francoforte si preferisce parlare di una riorganizzazione finalizzata alla semplificazione delle strutture. Si tratta di un progetto in realtà già ventilato nei mesi scorsi, che prevedrebbe la separazione fra servizi bancari d’investimento e servizi a utenti privati e aziende. In tale strategia gli esperti al lavoro starebbero ripensando anche il ruolo di Postbank, la cui vendita è risultata difficile e per la quale invece si sta studiando il reinserimento.

 

Claudia Lechner

Foto © Bidness Etc, Usa Today

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