Europa sempre più a trazione franco-tedesca

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Primo viaggio dopo il giuramento a Berlino di Macron, la Merkel già apre all’intesa e a nuovi investimenti. Tra cui la proposta su budget per le riforme. Prime ammissioni sul surplus

Il nuovo presidente francese Emmanuel Macron non perde tempo e dimostra di essere un vero europeista. Domenica s’insedierà all’Eliseo, subito lunedì sarà a Berlino per “l’investitura” da parte di Angela Merkel. Ma non è una novità: la tempestività della visita in cancelleria di Macron rientra nel solco della tradizione di espressione dell’amicizia franco-tedesca, su cui si è voluta incardinare l’Europa comunitaria nel secondo dopoguerra.

Paolo Gentiloni, Jean-Claude Juncker e Angela Merkel

La novità, semmai, è la reazione teutonica, con la cancelliera che apre – nonostante la campagna elettorale – a nuovi investimenti, rispolverando anche un vecchio pallino: l’opzione di un budget, di cui dotare le istituzioni europee, per finanziare i Paesi dell’Eurozona che intraprendono la strada delle riforme. A suggellare una posizione “morbida” col giovane presidente francese le parole di uno dei “falchi” dell’austerity.

In un’intervista al Der Spiegel, infatti, Wolfgang Schaeuble ammette per la prima volta che «il surplus commerciale tedesco è troppo alto». «Però, non dipende dalla politica. Il vero custode dell’ortodossia finanziaria» che ha imposto il rigore. Rispondendo alle domande il ministro delle Finanze tedesco concede perfino che siano necessari dei trasferimenti finanziari nell’unione monetaria: «Non può esservi una comunità se i più forti non garantiscono per i più deboli. Quando si costruisce una comunità con membri che hanno forza diversa, è necessaria una certa compensazione».

Wolfgang Schaeuble

La ricetta di è sempre la stessa: prima gli Stati devono rafforzarsi – non solo Francia e Italia, la stessa Germania ne ha bisogno – e poi si potrà approfondire l’Eurozona. Più vistosa, in ogni caso, la disponibilità mostrata dalla Merkel. «Possiamo pensare volentieri a un programma di investimenti comuni, perché anche la Germania ha bisogno di recuperare nel settore digitale», ha affermato parlando al Rheinische Post.

«Penso già dal 2013 a un budget nell’Eurozona con il quale si possano aiutare Paesi propensi a fare le riforme – ha continuato l’esponente più “falco” del Consiglio dei ministri alemanno -. Si potrebbero perciò istituire, oltre ai fondi che già abbiamo, nuovi strumenti per aiutare temporaneamente i Paesi in questo settore». Cosa c’è dietro, si chiederanno i lettori? Si tratta di una proposta che i tedeschi non riuscirono a far passare già tre anni fa: l’idea è che la Commissione europea potrebbe sostenere finanziariamente i singoli Paesi alle prese con le riforme.

La Germania sarebbe pronta a mettere delle risorse a disposizione, posto che anche altri Paesi dovrebbero (e dovranno) farlo. I progetti di riforma andrebbero però vincolati con dei veri e propricontratti“, da firmare con Bruxelles. Uno scenario che non piacque proprio ai Paesi del Sud. Cosa ne penserà Macron è da vedere. Il presidente francese arriva in Germania con un programma valutato attentamente dai suoi interlocutori tedeschi: vuole il taglio del deficit, un fondo per la difesa comune su cui Berlino concorda, e non c’è una riga sugli eurobond. Ci sono quindi tutte le premesse, almeno dal punto di vista dei tedeschi, per non mettersi subito a litigare.

 

Klivia Böhm

Foto © Faz

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