Halloween e lo spirito di Dublino, una tradizione che si rinnova

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L’Irlanda è la terra d’origine della festa che il 31 ottobre tiene tutto il mondo anglosassone con il fiato sospeso. Nella capitale l’atmosfera in questo periodo è unica

Se si ama l’Irlanda, Dublino è davvero speciale in ottobre, quando da metà del mese, soprattutto nei quartieri popolari (nella parte nord-centrale della città o verso sudovest) si può fare caso ai gruppi di giovanissimi intenti a racimolare pezzi di legno o anche oggetti più ingombranti come copertoni vecchi: finiranno nei tradizionali roghi (tra fuochi artificiali che a volte si rivelano rischiosi e portano a qualche scaramuccia con forze dell’ordine e vigili del fuoco nelle zone più problematiche). L’atmosfera colpisce la curiosità: lana, buste di plastica, magliette, ad Halloween di tutto e di più in mano alla fantasia popolare rende diverse casa per casa ringhiere, giardini, porte, dove protagonista è la zucca, scelta dai bambini assieme ai genitori per svuotarla e intagliarla.

 

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Negli ultimi decenni in Irlanda ha acquistato peso l’aspetto più allegro della festa per le famiglie, l’incoraggiamento ai più piccoli a farsi “trick-or-treaters” nel vicinato, per guadagnarsi qualche busta di dolci: in passato prevalevano tratti più crepuscolari, legati a superstizioni per le quali le anime dei trapassati erano considerati “letteralmente” presenti nel giorno della celebrazione.

 

Oltre ai costumi e alle canzoni gli irlandesi hanno portato in dsc_0068America la leggenda di Jack O’Lantern (che, avendo beffato il diavolo e non riuscendo a entrare nemmeno in paradiso, vagava con la sola luce di un tizzone posto in una rapa intagliata). Negli Stati Uniti, specie a partire dall’Ottocento, gli emigrati irlandesi iniziarono a preferire per l’occasione le zucche, coltivate sul posto, continuando a sviluppare la tradizione che dal Novecento in poi Oltreoceano fu abbracciata con entusiasmo tale da promuoverla nel resto del mondo anglosassone e occidentale.

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Contrariamente ad un luogo comune, Halloween non rappresenta tanto un contraddittorio nei confronti della sensibilità religiosa moderna, quanto il risultato dell’interazione e di una sorta di fusione dell’antica credenza del Samhain con le successive tradizioni cristiane di tutti i Santi. Indubbiamente, nella diffusione planetaria della ricorrenza, dagli anni cinquanta in poi, il ruolo della pubblicità è stato ingombrante (come pure nella commercializzazione di prodotti attorno a Natale e Pasqua) ma in Irlanda, vera patria della tradizione del 31 ottobre, si può percepire l’autentico spirito della festa, indivisibile dall’originalità dei tanti addobbi “fatti in casa” e visibili sulle porte e alle finestre, oltre che naturalmente nei pub.

 

Una delle abitudini più durature legate ad Halloween in Irlanda è mangiare il barmbrack, dolce il cui sapore non èdsc_0067 lontassimo da quello del panettone, sebbene con un retrogusto un po’ più aspro. Nella variante più popolare viene tuttora nascosto un anello in un involucro di carta, tradizionalmente in alternativa venivano trovate anche altre cose, come una moneta o un bottone. Naturalmente, data la vicinanza culturale dell’Irlanda con gli altri Paesi anglosassoni, in particolare gli Stati Uniti (dove questo rapporto è evidente anche in altri momenti dell’anno come San Patrizio) e con il resto dell’Occidente, un aspetto che rende sempre mutevole e variopinta la notte di Halloween e il periodo che la precede è il rinnovato attingere – nella ricerca di un travestimento per l’occasione e nell’allestimento degli addobbi – alle novità del cinema, della letteratura per ragazzi, dei generi horror, fantasy, fantascientifico, ai fumetti.

 

dsc_0016Questo “aggiornamento” della notte del 31 ottobre, unito alla persistenza dei “classici” della ricorrenza, dalla zucca ai fantasmi, dai ragnetti alle streghe, crea quel senso di inaspettato nel quale coesistono la festa familiare e il revival dei film “di paura” degli anni ottanta rivolti ai ragazzi, le leggende un po’ lugubri vecchie di secoli e l’ironia di personaggi della fiction di recente invenzione e noti al grande pubblico. Un’altra ambivalenza della tradizione (il che ha favorito paragoni con il Cinco de Mayo portato negli Usa dal Centroamerica) è l’avere da un lato mantenuto un’impronta inconfondibilmente irlandese, ma dall’altro essersi radicata in qualche modo nell’immaginario di molte società contemporanee.

 

In origine era il Samhain, il passaggio alla buia stagione invernale, quando la natura minacciavadsc_0044 opere dell’uomo e raccolti in quella che storicamente viene definita l’area culturale celtica, il Gaeltacht (Irlanda, Scozia, Galles, isola di Man e alcune regioni dell’attuale Inghilterra). Lo spirito di questa ricorrenza si è trasformato e adattato ma, come il carattere delle popolazioni che l’hanno tenuto in vita e fatto conoscere nel mondo, è arrivato fino ad oggi e almeno per la notte del 31 ottobre e con l’aiuto di un po’ di fantasia vaga ancora tra noi.

 

Aldo Ciummo

Foto © Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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