Hna scala Deutsche Bank, cinesi primi azionisti

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La conglomerata supera Blackrock con il 9,92% e guida il boom degli investimenti orientali all’estero, in particolare in Europa. Dagli aerei alla finanza globale

Potrà lasciare stupiti, ma più che i problemi economici il colosso Deutsche Bank ha il problema della proprietà, sempre più rivolta a Oriente. Sarà infatti cinese il primo azionista del gruppo bancario tedesco, con il 9,92%, non più a maggioranza del fondo americano Blackrock, fermo al 5,9%. La conglomerata cinese Hna, un gruppo le cui attività spaziano dai trasporti aerei (primo business, ndr), alla finanza e agli hotel, rafforzerà sempre più i legami fra Pechino e Berlino, nel nome della globalizzazione e controcorrente rispetto al trumpismo dilagante.

A riportarlo è l’Agenzia Bloomberg. Hna, che già a febbraio aveva dichiarato una partecipazione del 3%, aveva spiegato che sarebbe salita ulteriormente sottoscrivendo l’aumento di capitale da otto miliardi di Deutsche Bank. In realtà anche la famiglia reale del Qatar ha una quota dell’istituto di credito vicina al 10%, ma con due veicoli d’investimento separati. Un’operazione “studiata e validata” dai piani alti di Francoforte: la partecipazione di Hna, gruppo controllato dal miliardario cinese Chen Feng che vanta tante altre partecipazioni in Europa, avviene tramite un veicolo finanziario strutturato dal gestore austriaco C-Quadrat Investment, il cui amministratore delegato Alexander Schuetz è stato designato membro del consiglio di sorveglianza di Deutsche Bank, con una decisione da ratificare nell’assemblea degli azionisti del 18 maggio.

John Cryan

L’ingresso di investitori così “di peso” in un’azionariato da public company, per l’ad John Cryan, impegnato finalmente in una strategia di crescita dopo anni di difficoltà e perdite, in particolare per le cause legali, è il sigillo sul legame sempre più forte con la Cina, che ha
da poco soppiantato gli Usa come suo primo partner commerciale con un interscambio di circa 170 miliardi di dollari nel 2016: un rapporto fatto di export (la Cina è fra i pochi Paesi in surplus verso la Germania, con 17 miliardi nel 2016), di delocalizzazione della produzione tedesca, e di investimenti.

Solo nel 2016, gli investimenti diretti cinesi nella Ue hanno segnato un rialzo del 76% a 35 miliardi di euro (contro i 7,7 miliardi d’investimenti europei in Cina) secondo una ricerca del think tank tedesco Mercator. Con acquisizioni di un certo calibro: a partire da Kuka, gruppo tedesco dell’automazione e della robotica industriale decisamente all’avanguardia e piuttosto strategico per Berlino per il quale, tuttavia, non si erano fatti avanti investitori continentali. Mentre dall’altra parte, in questo primo scorcio di 2017 è proprio Hna a guidare gli investimenti esteri della Cina con i suoi 5,5 miliardi di dollari di acquisizioni (attenzione, prima di Deutsche Bank).

Hna è ben presente in Europa. Fondata nel 2000 dal miliardario 63enne Chen Feng, partendo dalla compagnia aerea locale Hainan Airlines, il gruppo è diventato uno dei principali player cinesi in settori che spaziano dalla logistica alla finanza. Con investimenti importanti in Uber, Nh Hotel, fino all’high tech californiano della Ingram Micro, ai duty free elvetici della Dufry, agli alberghi di Hilton e alla finanza di Skybridge Capital, mentre la controllata Hna Capital non nasconde di voler diventare un player globale delle banche d’investimento.

Solo 17 anni di età, fondata all’inizio del Millennio come holding di controllo di una linea aerea locale, la Hainan Airlines. Feng nel 1995 aveva convinto George Soros a investire nella società dove lavorava anche come stuart. Pur così giovane il gruppo Hna oggi vale ben 81 miliardi di dollari, ed è fra i protagonisti del boom cinese: prima ha preso il controllo di altre compagnie aeree locali, poi ha diversificato (come soprascritto) gli investimenti, che ora vanno dal turismo alla logistica, fino a espandersi fuori Oriente.

 

Klivia Böhm

Foto © The Telegraph

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