I veri nemici di Trump? Merkel e Ue. E «la Nato è obsoleta»

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Limiti agli ingressi in Usa anche per gli europei. Scontro del nuovo presidente con la Cia. Mosca plaude. Da Berlino respingono le accuse

La duplice intervista del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America al britannico Sunday Times e alla tedesca Bild ha sconvolto non pochi benpensanti, convinti che con l’insediamento del tycoon le due sponde dell’Atlantico ritrovino coesione. Niente di più falso, nel pacchetto di provvedimenti studiato per rafforzare i confini Usa, che sarà il primo atto del nuovo comandante in capo, la stretta sugli ingressi riguarderà anche i cittadini europei, provenienti soprattutto dai Paesi giudicati a rischio terrorismo, in particolare Francia e Germania. E per quest’ultima, poi, tante parole al veleno. “Dette in faccia” ai giornalisti tedeschi, come riporta l’Agenzia Ansa.

Un ciclone inarrestabile, Donald Trump, in questi giorni, tanto per chiarire che non si tratterà di una presidenza politicamente corretta, così come si era chiaramente inteso durante la campagna elettorale. E pare ci sia chi abbia riprovato, fra i suoi più stretti collaboratori, a consigliargli di frenare con le esternazioni, o con gli innumerevoli affondi via Twitter, almeno fino a che non sarà nel pieno delle sue funzioni. E invece l’intenzione del prossimo uomo a sedersi sulla poltrona dello Studio Ovale sia proprio quella di attirando le ire di mezzo mondo, a partire dagli alleati del Vecchio Continente, oltre che dalla Cina. Mentre gli unici plausi arrivano dalla Russia e dal Regno Unito, dopo le parole del miliardario.

Una breve sintesi su ciò che Trump ha dichiarato: tante critiche ad Angela Merkel e alla sua «catastrofica» linea sui migranti. Un’Unione europea totalmente asservita agli interessi dei tedeschi e che continuerà a perdere pezzi come già avvenuto con la Brexit. E la Nato che è diventata oramai «obsoleta» perché invece di combattere l’Isis perde ancora tempo a mostrare i muscoli verso la Russia. Ma forse ciò che più sorprende, a poche ore dal suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca, è l’attacco che il nuovo presidente fa al capo della Cia John Brennan, che insiste a metterlo in guardia sui pericoli del feeling con Mosca, e che lui liquida come «il peggiore».

«Trump sbaglia», reagisce sdegnata Berlino, «l’Unione europea non è mai stata per la Germania uno strumento per raggiungere i propri scopi», puntualizzano dal ministero degli Esteri. Mentre è direttamente la cancelliera Merkel a lanciare un chiaro messaggio al nuovo presidente Usa: «Gli europei sono padroni del proprio destino». La Germania respinge anche l’attacco alle case automobilistiche tedesche (che Trump minaccia di vessare con pesanti dazi) e prende le difese della Nato: «Non è obsoleta – dicono alla Difesa – ma è di grande significato per l’Europa e per tutti».

Sull’argomento interviene anche il ministro degli Esteri italiano: «Siamo occupati, e non preoccupati, a rafforzare la difesa comune europea. Penso che questo – spiega Angelino Alfano – sia il nuovo sogno da realizzare in Europa». E se dal quartier generale dell’Alleanza Atlantica, a Bruxelles, si tenta di smorzare i toni e si parla di «assoluta fiducia» dell’impegno della nuova amministrazione americana, il segretario di Stato uscente, John Kerry, definisce «inopportuni» i giudizi espressi dal tycoon, parlando di «intromissione diretta nelle politiche di altri Paesi».

Intanto Trump incassa la sponda della Russia, a cui nell’intervista rivela che proporrà una riduzione degli arsenali nucleari in cambio di un allentamento delle sanzioni. «La Nato è veramente un anacronismo, anche noi siamo d’accordo su questo, è da tempo che esprimiamo la nostra visione su questa organizzazione», ha spiegato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov. Dalla sua il tycoon avrà anche la premier britannica Theresa May che sarà il primo leader ad essere invitato alla Casa Bianca in primavera. Per avviare quei colloqui che dovranno portare a nuovi accordi, soprattutto commerciali, tra Washington e Londra.

Insomma un’altra spallata all’Unione europea, che per questo subito riceve l’appoggio anche da parte del vero vincitore del referendum sulla Brexit, che secondo Trump non sarà l’unica scissione dall’Ue. Il fondatore dell’Ukip, l’europarlamentare alleato del MoVimento 5 Stelle Nigel Farage, si è detto assolutamente d’accordo con il nuovo capo Usa: «Questo progetto (l’Unione europea, ndr) è finito, sta morendo – ha dichiarato a margine dei lavori della plenaria del Parlamento europeo, dove si elegge il nuovo presidente di Strasburgo – il supporto popolare per un’unione politica sta morendo».

Controcorrente l’Ungheria, a cui molti hanno pensato come prossima a seguire Londra. E invece Budapest non si pone tra i Paesi che seguiranno l’esempio britannico, nonostante il suo governo sia uno dei più eurocritici. «Non so cosa faranno gli altri, ma l’Ungheria non ha intenzione di lasciare l’Unione europea. L’Ungheria può essere forte soltanto all’interno di una forte Unione europea» ha commentato il ministro degli Esteri magiaro, Peter Szijjarto, a margine del Consiglio dei ministri degli Esteri.

«Abbiamo letto l’intervista del presidente eletto Donald Trump al Sunday Times “con interesse”» si è limitato a dire il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas di fronte alle previsioni del nuovo presidente Usa. Rispetto alla possibilità di un “vertice Ue-Usa“, Schinas ricorda che si tratta di una proposta avanzata nella lettera di congratulazioni congiunta dei presidenti di Commissione e Consiglio europeo, inviata a Trump pochi giorni dopo la sua vittoria elettorale.

 

Klivia Böhm

Foto © European Union and Wikicommons

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