In Europa a sprecar meno cibo sono gli italiani

0
365

Secondo il Rapporto Coop, alla luce della nuova legge approvata ad agosto, gli abitanti del Belpaese sono fra i più accorti nel leggere etichette e scadenze

Come ci eravamo occupati nel post concesso in esclusiva da Eurocomunicazione alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ogni anno buttiamo via produzioni agroalimentari e cibo pronto per quasi 16 miliardi di euro, l’1% del nostro Pil.

Come riporta anche l’Agenzia Ansa gli italiani, quanto a chilogrammi di rifiuti procapite all’anno, vanno meglio dei Paesi del Nord Europa (dai 187 kg record della Svezia ai 184 della Norvegia fino a scendere ai 164 del Belpaese).

42.4_kg_of_food_found_in_New_Zealand_household_rubbish_binsE’ quanto emerge dal Rapporto Coop 2016, Associazione nazionale Cooperative di consumatori che alla luce della nuova legge antispreco (la n.
166 del 19 agosto 2016) ha promosso ieri a Roma un confronto sul tema “meno spreco più solidarieta'”, con tanto di “cena a spreco zero” della chef Cristina Bowerman ai fornelli con gli studenti di Istituti Alberghieri di tutta Italia.

Sarà la crisi, che impone spesa più oculata e maghi del riciclo alimentare casalingo come le polpette e le frittate di pasta, ma ci si è resi più accorti e consapevoli nel leggere le etichette e controllare le date di scadenza. E come è risaputo in ogni angolo del Vecchio Continente sicurezza alimentare e solidarietà sono doti italiche.

«Si spreca lungo tutta la filiera, ma principalmente all’inizio, nella produzione agricola e industriale e, alla fine, in casa» ha commentato Matteo Guidi, Ad di Last Minute Market, spinoff dell’Università di Bologna. In Europa, ha precisato Guidi, «lo spreco domestico incide per il 52%. Nei Paesi in via di sviluppo, invece, lo spreco maggiore è all’inizio della filiera per la cattiva conservazione delle derrate».

ˆ

Il tema, ha dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale delle Cooperative di Consumatori Stefano Bassi, «riguarda anche la Gdo (Grande distribuzione organizzata, ndr) e impone a tutti nuove azioni. La legge non obbliga al riciclo, come invece avviene in Francia, ma lo incentiva; l’approccio che tende non a reprimere ma a incentivare ci ha convinti. E già nel 2015 la sola Coop ha garantito 6 milioni di pasti a persone in difficoltà per un valore di 24 milioni di euro, grazie al coinvolgimento di 500 punti vendita».

«Siamo i primi in Europa ad aver adottato un provvedimento di questo tipo» – ha rilevato la deputata Maria Chiara Gadda, promotrice e prima firmataria della norma – «una legge di iniziativa parlamentare, cosa rara, che nasce da un approccio condiviso con le associazioni e le imprese. Non partiamo da anno zero, oggi già recuperiamo 500mila tonnellate di cibo ogni anno, nostro obiettivo è raddoppiare e contrastare concretamente la povertà».

Consumer_Food_Waste«Bene la norma che punta al diritto al cibo per tutti», ha concluso Enzo Costa, presidente Auser, associazione (“per l’invecchiamento attivo”) che sostiene quegli anziani per i quali anche mangiare è un lusso. E che auspica: «ora deve partire nei Comuni una rete organizzata per l’accumulo e la distribuzione degli alimenti».

 

Sophia Ballarin

Foto © Wikicommons

Articolo precedenteL’Europa che piacerebbe molto a Obama e Renzi
Articolo successivoRoaming: la proposta Ue non convince gli operatori

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui