Habitat artificiali di pesci lungo le coste somale per le comunità da Onu e Ue

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Fao e Forza navale dell’Unione europea distribuiscono 25 dispositivi nell’intento di aumentare la pesca locale, migliorare la nutrizione e ridurre la pirateria

L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations, FAO), in collaborazione con l’Unione europea, ha completato il dispiegamento di 25 “magneti di pesce” lungo i 3.300 chilometri di coste somale, un’iniziativa per potenziare la piccola pesca a livello artigianale del Paese.

I dispositivi di concentrazione del pesce (Fad, l’acronimo inglese) sono costituiti da una boa galleggiante, con a pochi metri  un “tappeto” che ne costituirà l’habitat. La vegetazione cresce rapidamente sotto questo “tappeto”, attirando un gran numero di pesci. In sostanza creando nuove zone di pesca ad alta densità, dove non ne esistevano prima.

I 25 “magneti di pesce” attireranno molte varietà di pescato tra cui il tonno, che normalmente i piccoli pescatori non riescono a pescare con facilità, rendendo la pesca più sicura ed efficiente, ma anche incoraggiando i pescatori a pescare lontano da habitat come le barriere coralline e le praterie sottomarine, spesso sottoposte a uno sfruttamento eccessivo.

small_2-eunavyQuesto progetto è stato finanziato dal Giappone e dalla Svizzera, mentre le Forze navali dell’Unione europea (EUNAVFOR) – che hanno un ruolo importante nel combattere a livello regionale la pirateria e monitorare la pesca – hanno fornito la protezione e il sostegno logistico per la nave che ha distribuito i Fad.

Per Richard Trenchard, rappresentante della Fao in Somalia, «l’iniziativa Fad è al centro del lavoro dalla Fao e dei nostri partner per incrementare i mezzi di sussistenza delle popolazioni costiere, rafforzarne le capacità di ripresa e affrontare le cause profonde della pirateria: la pesca illegale, il degrado della pesca locale, gli alti livelli di disoccupazione giovanile e l’insicurezza alimentare».

Il capo della delegazione dell’Unione europea, nonché ambasciatore in Somalia, Michele Cervone d’Urso ha elogiato il programma Fad come un ampliamento decisivo dell’impegno già in atto di creare occupazione nelle zone della Somalia colpite dalla pirateria: «Si tratta di un approccio integrato per creare opportunità di lavoro di lungo periodo e sostenibili per i giovani e per le donne, come alternative alla pirateria e alla migrazione, sviluppando catene di valore nel settore della pesca e nella zootecnia per le comunità costiere delle regioni del Puntland, del Galmudug e del Benadir, dove tradizionalmente le comunità hanno unito la pesca stagionale ad attività pastorali».

small_kestrelnuSecondo i dati della Fao sono poco più di un milione le persone in Somalia che al momento devono fare i conti con una grave insicurezza alimentare, mentre si stima che siano 307.800 i bambini sotto i cinque anni che sono affetti da malnutrizione acuta. L’agenzia delle Nazioni Unite considera la pesca sostenibile un elemento chiave per affrontare l’insicurezza alimentare e la malnutrizione nel Paese.

Tra le altre attività connesse svolte dalla Fao in Somalia, vi sono la costruzione delle barche, la formazione su come conservare il pesce, la distribuzione di frigoriferi solari, la costruzione di moli e la registrazione dei pescatori, molti di queste attività sono state sostenute dai generosi finanziamenti della Norvegia e del Regno Unito. Oltre a questo, con il finanziamento dell’Unione Europea, la Fao prevede di lanciare un programma più ampio per stimolare ulteriormente la crescita del settore della pesca e ridurre la possibilità che in futuro riemerga la pirateria.

 

Klivia Böhm

Foto © FAO

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