Italia addio, ora per gli albanesi “Lamèrica” è la Francia

0
913
Parigi (Foto Taxiarcos)

Nei primi quattro mesi del 2017 Parigi ha ricevuto oltre quattromila richieste di asilo, il doppio rispetto alla Germania. Ma adesso Macron vuole ridurre i flussi.

C’era una volta l’Albania del dopo-comunismo, che quattro decenni di isolamento e di ortodossia staliniana avevano di fatto portato allo sfinimento economico e sociale. C’era una volta l’Italia di inizio anni Novanta, che gli sconfinamenti nelle antenne albanesi del nostro etere televisivo mostravano come un vero e proprio Eldorado, mentre ne celavano le sembianze di Paese dei Balocchi di collodiana memoria. C’era una volta un Adriatico che in una torrida estate di ventisei anni fa migliaia di disperati partiti dai porti di Durazzo e Valona cercarono di varcare a bordo di carrette del mare. C’era una volta un film di Gianni AmelioLamèrica, che nel 1994 immortalò quei giorni in modo crudo e toccante.

Ne è passata da allora di acqua sotto i ponti, e soprattutto tra le due sponde dell’Adriatico: oggi l’Albania ha un’economia in crescita, attrae capitali, guarda all’Europa (pur ammiccando alla Turchia), e soprattutto negli ultimi anni è stata oggetto di un positivo fenomeno di immigrazione di ritorno da parte dei figli dei boat people, che formatisi nelle nostre scuole e università, sono tornati nella terra natia come imprenditori portando con sé il know how appreso in Italia. E non si tratta solo di call center: l’obiettivo per il prossimo futuro è quello di rendere l’Albania meta di investimenti nel campo start-up innovative e nel settore turistico. Un futuro a cui gli albanesi guardano con fiducia, nonostante il presente – seppur migliore del passato in cui erano cresciuti i genitori – sia ancora caratterizzato da una forte sperequazione nella società: la povertà nel Paese delle Aquile c’è ancora, come ancora sono tanti gli albanesi che emigrano in cerca di una vita migliore. Ma a differenza con gli anni Novanta, stavolta non vengono più da noi.

Gli ultimi dati Eurostat mostrano che, durante i primi quattro mesi del 2017 (quando all’Eliseo c’era ancora Hollande), la Francia è stato il Paese europeo con il maggior numero di richieste di permessi di soggiorno da parte di immigrati albanesi: 4.280 da gennaio ad aprile, con una media di oltre mille domande al mese. Una cifra che è quasi il doppio di quelle ricevute dalla Germania nello stesso periodo, dove peraltro lo scorso anno, a fronte di quasi 50mila richieste di asilo, si è registrato un elevato numero di rigetti di istanze e ciò potrebbe aver spinto gli emigranti a scegliere una destinazione dove le probabilità di accoglimento fossero più alte. Resta tuttavia da vedere adesso quale impatto avrà su questo flusso migratorio la rigidità imposta da Emmanuel Macron sull’ingresso di extracomunitari nel Paese. In effetti le possibilità di ottenere accoglienza in Francia paiono essersi ridotte, stando almeno a quanto è emerso dall’incontro dello scorso 20 luglio tra il ministro degli Esteri francese Gerard Collomb e il suo omologo albanese Ditmir Bushati: il piano di contrasto all’immigrazione concordato dai due governi prevede il dispiegamento da parte di Parigi in Albania di propri funzionari a supporto della polizia di frontiera locale, allo scopo di ridurre sensibilmente i flussi migratori entro i prossimi tre mesi.

 

Alessandro Ronga

Foto © Wikicommons/Taxiarcos
Foto © Wikicommons/L.Turi
Foto © Twitter/ditmirbuishati

Articolo precedenteGiustizia e Diritti fondamentali si adattano all’Agenda europea sulla sicurezza senza essere sacrificati
Articolo successivoContributo tedesco e visita del presidente Mattarella ad Amatrice
Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui