La nuova legge sul riciclo dei rifiuti divide l’Albania

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L’esecutivo apre all’import di pattume in plastica, legno, carta e alluminio, ma opposizione e ambientalisti temono l’arrivo di sostanze tossiche

E’ diventata oggetto di dura contesa politica la nuova legge approvata a fine settembre dal Parlamento albanese, con la quale il governo ha modificato la normativa vigente che proibiva l’importazione di rifiuti in plastica, legno, carta e alluminio nel Paese balcanico. La nuova disposizione, passata per un pugno di voti, autorizza adesso l’ingresso di rifiuti di questo genere in Albania (Paese in fase di pre-adesione all’Ue) per adeguare la propria normativa alla direttiva comunitaria 1013/2006 sulla circolazione dei rifiuti in sicurezza tra l’Unione europea e i Paesi terzi.

Il premier Edi Rama (foto in basso) assicura che oggi l’Albania è in possesso di sistemi di controllo molto più efficienti rispetto al passato e che i rifiuti in alcun modo saranno inceneriti: saranno indirizzati alle imprese operanti nel settore del riciclo per garantire un adeguato funzionamento della filiera.

Edi Rama and Stefan FueleTutto bene allora? Non proprio, perchè ambientalisti, partiti d’opposizione e persino l’apatica società civile albanese sono sul piede di guerra, tanto che lo scorso 1° ottobre il centralissimo Bulevard Dëshmorët e Kombit a Tirana, dove si affacciano i palazzi del Potere, è stato teatro di una affollata manifestazione di protesta contro la nuova politica del governo sui rifiuti. Un evento piuttosto raro oggi da queste parti, a significare quanto i cittadini temano il rischio di veder trasformato il Paese nella discarica d’Europa: non si vedeva una simile mobilitazione dal 2013, quando la richiesta degli Usa all’Albania di farsi carico dello smaltimento dell’arsenale chimico siriano fu avversata massicciamente dalla popolazione.

Rama tuttavia non pare disposto a fare retromarcia e attribuisce le proteste della popolazione ad una carente informazione sui contenuti della nuova legge. Per il premier solo rafforzando il settore industriale del riciclo l’Albania potrà avere un futuro meno inquinato e più verde. Del resto, sui temi ambientali di strada da fare ce n’è ancora tanta: a Tirana la raccolta differenziata è attiva solo in poche zone, mentre annualmente viene riciclato appena il 17 per cento delle quasi 400mila tonnellate di rifiuti prodotti dall’intera nazione.

Alessandro Ronga
Foto © Ecovolis Tirana, European Community

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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