Rialzo improvviso dell’indice dei prezzi al consumo, a un passo da quello tedesco, mentre a Bolzano (+2,6%) e in altre 10 città ha raggiunto o superato il due per cento
L’Istat rivede al rialzo di un decimo di punto le stime preliminari sull’indice dei prezzi al consumo fino a un aumento dell’1,9% su base annua, in netta accelerazione dall’1,4% di marzo. Si tratta del tasso più alto da oltre quattro anni in Italia, a un passo da quello tedesco (il 2%) e in linea con gli obiettivi delle politiche della Banca centrale europea (Bce).
Se da un lato la deflazione del 2016 rimane solo un ricordo, dall’altro lato la ripresa dei prezzi non è soltanto una buona notizia. Man mano che l’inflazione torna a salire nei Paesi dell’Eurozona, infatti, diventa più difficile per il presidente della Bce, Mario Draghi, difendere le politiche espansive come il Quantitative easing (Qe), che è deciso per adesso a mantenere, dall’assalto dei falchi.
Inoltre, la ripresa dei prezzi in Italia non è tanto dovuta ai consumi, che nel primo trimestre dell’anno sono rimasti quasi fermi in volume, quanto a fattori esogeni come i prezzi dell’energia. Ad aprile la spinta arriva dai rincari delle tariffe dell’energia elettrica (+5,4%) e del gas (+5,9%), oltre all’impennata dei prezzi dei trasporti per effetto delle vacanze di Pasqua e del ponte del 25 aprile.
I biglietti dei traghetti sono aumentati del +43,1% dallo scorso anno, quelli degli aerei del +36,9%, e quelli ferroviario del +12,4%. Le associazioni dei consumatori denunciano le “solite speculazioni” sulle ferie degli italiani e gridano alla “stangata” per gli italiani. Il Codacons stima che l’aumento dell’inflazione porti rincari di 570 euro l’anno per la famiglia tipo, mentre Federconsumatori e Adusbef danno una cifra poco più bassa (562 euro).
Per una coppia con due figli, calcola invece l’Unione nazionale consumatori, la batosta raggiunge 772 euro, con profonde differenze territoriali. A Bolzano, il capoluogo più caro d’Italia con un’inflazione del 2,6%, i rincari toccano 1.406 uro. E la città altoatesina è in buona compagnia: anche in altre dieci città i prezzi hanno raggiunto o superato ad aprile aumenti del 2%.
Dal fronte delle imprese, l’ufficio studi Confcommercio, invita ad evitare gli allarmismi perché sui prezzi di aprile «hanno pesato fattori stagionali». L’ufficio economico di Confesercenti si spinge oltre e vede “qualche segnale incoraggiante” in uno scenario ancora di incertezza, come gli aumenti registrati sul fronte dei consumi turistici o il rialzo dell’inflazione di fondo, al netto dell’energia e degli alimentari freschi, all’1,1%. Coldiretti attribuisce invece lo slancio dell’inflazione ai prezzi dei vegetali freschi, che – seppur lontani dal rincaro record del 37,2% di febbraio – sono aumentati del 12,9% rispetto al 2016, per effetto di una “pazza primavera” segnata da nubifragi, grandine, siccità e gelate.
Angie Hughes
Foto © Istat