Migranti, gli “invisibili” sul grande schermo

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Il cinema quale strumento per cambiare la narrazione su chi è in fuga da Medio Oriente e Africa. Un altro sguardo su un tema di grande attualità che ci riguarda tutti

Contrastare «la narrazione tossica che troppo spesso caratterizza il dibattito sulla migrazione e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla reale portata dell’attuale fenomeno migratorio»: è questo il messaggio lanciato dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), promotrice della prima edizione del Global Migration Film Festival.

global-migration-film-festivalL’evento – organizzato in occasione del 65mo anniversario della fondazione dell’Oim – ha coinvolto 70 missioni dell’organizzazione nel mondo con proiezioni gratuite di film che sono riusciti a raccontare in modo imparziale il fenomeno e a evidenziare la grande ricchezza dell’incontro con l’Altro, della diversità culturale.

ragazzi-agadezAl centro dell’attenzione sono le persone con le loro speranze, le loro storie di successo, i loro drammi e racconti di viaggi che vanno a confluire sul grande schermo, facendo emergere il volto umano delle migrazioni. Storie vissute dall’interno, dagli stessi protagonisti che hanno abbandonato il Paese di origine con diverse motivazioni per raggiungere la fortezza Europa. Il cinema chiamato in campo per andare oltre la cronaca degli sbarchi, quasi sempre trattati in termini numerici e statistici, e superare stereotipi, pre-concetti e discriminazioni nella narrazione dell’Altro.

Il Global Migration Film Festival, tenutosi dal 5 al 18 dicembre, fa in qualche modo da apripista: i film sponsorizzati e selezionati dall’Oim verranno proiettati in diverse sedi oltre la data conclusiva dell’evento. Nel 2017 ci saranno appuntamenti presso prestigiose università in tutto il mondo: Cambridge University, Sciences Pô a Parigi, Stanford, Università del  Lussemburgo e molte altre.

locandina-webLa sezione italiana dell’Oim ha puntato sul film «Wallah – Je te jure» del regista Marcello Merletto, un documentario sulle migrazioni dall’Africa occidentale all’Italia, girato in Niger, in Senegal e nel Belpaese, in quattro lingue (italiano, francese, inglese e wolof). Il docufilm, prodotto dall’Oim, è stato accolto con successo a Napoli, Roma, Trento, Milano, Padova e Busto Arsizio. L’opera di Merletto ha già fatto il giro del mondo: la sede Onu a New York, in Iraq, Sudafrica, Olanda, Kosovo, Svizzera, Niger, Somalia, Gibuti, Austria, Russia, Cipro e Giamaica.

hassimiou«Wallah – Je te jure» racconta di viaggi coraggiosi di uomini e donne che ad ogni costo vogliono raggiungere l’Europa, in mano ai trafficanti, con conseguenze spesso drammatiche. Venticinque storie che hanno come trait d’union l’obiettivo della fortezza Europa, ma soprattutto un tragitto che mette a rischio la vita stessa dei protagonisti: deserto, prigionia, abusi e torture in Libia e la traversata mortale del Mediterraneo.

Sulla bocca dei migranti la stessa parola: Wallah, che significa te lo giuro. Un giuramento fatto in primis a se stessi, quello di arrivare sul Vecchio Continente con la speranza di una vita migliore, anche per la propria famiglia rimasta in patria. Un viaggio odissea che spesso finisce con la delusione: all’arrivo si infrange il “sogno italiano”, come ha raccontato Merletto.

bimba-tuaregLe riprese si sono svolte in Niger e poi in Senegal tra gennaio e febbraio 2016, con Elisabetta Jankovic e Giacomo Zandonini, assistenti di produzione, mentre l’ultima parte del docufilm di 63 minuti è ambientata tra Pavia e Milano.

In Italia, al di là dell’emergenza migranti in termini di accoglienza e sicurezza, oltre al dibattito politico e ai timori sociali si sta facendo strada un altro approccio al fenomeno. Un approccio che mette la creatività, l’arte, la cultura al centro del racconto dell’Altro, un’opportunità per conoscere altre identità, altri costumi e potenzialità umane.

migrartiDopo il successo della prima edizione, il Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo (Mibact) ha lanciato il secondo bando di MigrArti, con un aumento dei fondi a disposizione da 800 mila a 1,5 milioni di euro. Entro il 12 gennaio, data di scadenza del bando, si possono formalmente presentare progetti di Spettacolo dal vivo e di Cinema in grado di valorizzare le culture delle popolazioni immigrate in Italia. Il concorso si arricchisce dei premi MigrArti Cartoon e MigrArti Spettacolo. «Sono convinto che il compito di un paese che voglia affrontare in modo intelligente le politiche dell’integrazione sia favorire la conoscenza. Questo è il primo passo che deve continuare, ora bisognerebbe affiancare alle storie anche una parte che sia direttamente la conoscenza del cinema, del teatro e della cultura degli altri Paesi. È un arricchimento per tutti. E siccome i governi passano e i ministri cambiano, sto ragionando per stabilizzare questa iniziativa come una scelta permanente», ha dichiarato il ministro del Mibact Dario Franceschini.

 

Véronique Viriglio

Foto © Oim, Wallah je te jure, Mibact

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Véronique Viriglio
Franco-italiana cresciuta a "pane e Europa" – quella dei padri fondatori nel Dopoguerra – durante il percorso di studi tra Parigi e Firenze. Tutte le strade portano a Roma e…all’Africa. Dal 2000 segue quotidianamente l’attualità del continente con un’attenzione particolare alle tematiche sociali, culturali e ambientali. Collabora con Agi da settembre 2017. Fondatrice del sito www.avanguardiemigranti.it. Direttrice della rivista femminile multiculturale W- ALL WOMEN MAGAZINE

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