Pablo Picasso: ritratto dell’artista da giovane

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Una grande mostra alle Scuderie del Quirinale indaga il decennio 1915/1925 nelle sue molteplici sfaccettature e la sua ricerca di una peculiare autonomia stilistica

Genialmente eclettici, refrattari a qualsiasi forma di omologazione, Pablo Picasso e Igor Stravinskij appaiono accomunati da una ispirazione multiforme che sfugge le maglie delle rigide classificazioni e delle costrizioni stilistiche. Una forte consapevolezza della tradizione, intesa secondo i dettami di T. S. Eliot come processo vitale e dinamico, gli permette di radicare i propri sperimentalismi nel passato. La fascinazione classicistica, intesa in questo senso, sfugge qualsiasi tentazione passatista per dar vita a un linguaggio veramente moderno, screziato dai bagliori di una graffiante ironia. A tale proposito si pensi al noto ritratto del compositore vergato da Picasso, le forme ampie ed esagerate, le lievi deviazioni dai canoni prestabiliti a definire le coordinate di una peculiare autonomia stilistica.

Una parte non secondaria della grande mostra dedicata a Picasso e allestita alle Scuderie del Quirinale è incentrata proprio su quello che potremmo definire un ritratto dell’artista in veste di teatrante. Come noto, il pittore amava immaginarsi in costume da Arlecchino, identificandosi con la sua figura solitaria. La passione per il teatro, per la natura artificiale della rappresentazione drammatica, percorre interamente la sua esperienza creativa. La figura melanconica del saltimbanco è metafora di una vocazione erratica e fragilmente esposta alle intemperie dell’esistenza. In questo senso l’artista è un acrobata in equilibrio su un filo sospeso nel vuoto, è un giocoliere il quale continuamente tesse e disfa la tela della propria ispirazione.

Da questo seme nasce Parade, immersione nel tema circense quale specchio della condizione umana. L’opera germoglia nella mente di Jean Cocteau, il quale mirava portare l’avanguardia nel balletto. La collaborazione fra questi, il musicista Erik Satie e Picasso appare dirompente nella sua originalità. La novità dell’operazione consiste nel diretto coinvolgimento del pubblico, nella trasposizione dell’intrattenimento popolare in un contesto alto.  La satira e l’umorismo scardinano le fondamenta della società borghese, mentre lo sberleffo surrealista sembra volersi porre quale esorcismo contro la morte. Il motivo principale dello scandalo generato da Parade è totalmente storico: nel clima drammatico della Prima Guerra Mondiale, l’intera operazione appariva contraria a ogni patriottismo, irrispettosa nei confronti di quanti, in quei tragici momenti, stavano sacrificando la propria vita. La proiezione del video del balletto apre una finestra ludica sulla mostra, immergendo lo spettatore nel clima dell’epoca. Ma c’è di più. L’immenso sipario dipinto da Picasso e proveniente dal Centre Pompidou di Parigi è visibile per la prima volta a Roma, nel salone di Palazzo Barberini. Un lavoro capitale, nel quale l’artista gioca su tematiche metateatrali, mettendo in scena in maniera scoperta l’artificio e l’illusione.

Pretesto dell’esposizione il centenario del viaggio di Picasso in Italia, vera e propria immersione nelle atmosfere mediterranee che tanta parte ebbero nella sua arte. Due mesi intensi, durante i quali si innamorò ad esempio di Ol’ga Chochlova, danzatrice dei Balletti Russi sovente oggetto della sua attenzione artistica. Nota è poi la vicenda legata alla genesi del balletto Pulcinella. Mentre passeggiano per le strade chiassose di Napoli, Picasso e Stravinskij restano abbagliati dal teatro di marionette, dall’irriverente vitalità della maschera di Pulcinella. L’opera rappresenta l’ultima collaborazione fra i due. D’ora in avanti i loro percorsi seguiranno strade diverse.

Confezionare un’ennesima mostra su Picasso senza scadere nella ripetizione o nella routine, questa la sfida certamente vinta dagli organizzatori e dal curatore Olivier Berggruen. Il percorso espositivo appare accattivante e vario, ampiamente dimostrativo dei diversi periodi dell’ispirazione picassiana senza essere generico. Dettagli commoventi punteggiano la narrazione, come la lettera che Prampolini indirizza a Picasso, o le numerose cartoline d’epoca che testimoniano l’intensità dei rapporti fra i protagonisti di quella stagione unica nella storia dell’arte.

Restano da citare le opere. Quelle famosissime, come Paul vestito da Arlecchino (1924), o il Ritratto di Ol’ga in poltrona (1918), improntato alla maniera di Ingres, entrambe provenienti dal Museo Picasso di Parigi, o ancora l’Arlecchino con specchio (1923) di Madrid. Figure monumentali, come quelle che abitano la composizione Le Flûte de Pan (1923),  testimoniano suggestioni di derivazione etrusca e romana, l’aspirazione verso una nobile semplicità. Preziosa la piccola Natura morta davanti alla finestra del 1919 proveniente da Berlino, straordinari in quanto ci introducono nell’intimo laboratorio picassiano i numerosi disegni presenti, come l’Autoritratto nel quale l’artista guarda lo spettatore quasi con aria di sfida, mostrandosi pienamente consapevole del proprio strabordante talento.

 

Riccardo Cenci

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Picasso. Tra cubismo e classicismo 1915-1925

Scuderie del Quirinale

22 settembre 2017 – 21 gennaio 2018

Orari: da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00 / venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30

Biglietti: intero € 15,00 ridotto € 13,00

Catalogo: Skira

www.scuderiequirinale.it

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Immagini

In evidenza:

Sipario per il balletto “Parade”, 1917

Tempera su tela,1050 x 1640 cm

Musée National d’Art Moderne

Centre Georges Pompidou, Parigi

© Succession Picasso, by SIAE 2017

In alto:

Paul en Arlequin [Paolo vestito da Arlecchino], 1924

Olio su tela,130 x 97,5 cm

Musée national Picasso-Paris, Parigi, Dation Pablo Picasso

© Succession Picasso, by SIAE 2017

Al centro:

Saltimbanque assis, les bras croisés [Saltimbanco seduto con braccia conserte], 1923

Olio su tela,130,5 x 97 cm

Tokyo, Bridgestone Museum of Art, Ishibashi Foundation

© Succession Picasso, by SIAE 2017

In basso:

Arlequin au miroir [Arlecchino con specchio], 1923

Olio su tela,100 x 81 cm

Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

© Succession Picasso, by SIAE 2017

Accanto ai dettagli mostra:

Deux femmes courant sur la plage (La course) [Due donne che corrono sulla la spiaggia (La corsa)], 1922

Gouache su tavola, 32,5 x 41,1 cm

Parigi, Musée National Picasso-Paris,

Dation Pablo Picasso, 1979

© Succession Picasso, by SIAE 2017

 

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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