People Before Profit: «reagire all’ondata di xenofobia nel mondo»

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Ieri a Dublino la sinistra radicale ha incontrato esponenti americani del movimento per i diritti civili “Black lives matter”. Perché L’Occidente indirizza il disagio sociale contro i rifugiati?

Presso il Wynns Hotel, in Lower Abbey Street a Dublino, esponenti di diverse associazioni per i diritti attive anche in Usa e Uk, Ellie Kysiombe, Eoghan Ó Ceannabháin, Zac Cochrane, sono intervenuti ieri sera, giovedì 4 agosto, sul tema del movimento americano per i diritti civili “Black lives matter”, presente con dei rappresentanti, che hanno esposto non solo i numeri di incidenti che hanno avuto per protagoniste le forze dell’ordine e per vittime cittadini spesso appartenenti alle minoranze nelle città statunitensi, ma anche le statistiche che indicano differenze nel trattamento dei fermati negli Usa, a seconda della fascia sociale.

DSC_0737Molti dei partecipanti hanno sottolineato gli effetti a lungo termine delle crisi economiche sulle fasce più deboli della società e il tentativo da parte di forze politiche europee e di diversi mass media in Occidente di indirizzare il disagio sociale contro i rifugiati. Si è fatto notare più volte che la Ue ultimamente ha teso a presentarsi come una istituzione caratterizzata dall’apertura multiculturale, in contrasto con le politiche nazionali (ad esempio nel corso della polemica con i Brexiteers) descritte come protezioniste.

 

L’Unione europea, però, sta conoscendo una stagione caratterizzata da chiusure nella gestione del problema del diritto all’asilo, con le sospensioni del Trattato di Schengen e situazioni estremamente carenti dal punto di vista dei diritti, come nei casi di Calais e dei Balcani rispetto al trattamento dei rifugiati. Richard Boyd Barrett, leader del People Before Profit (partito della sinistra significativamente forte a Dublino, dove è pure molto attiva la Anti-Austerity Alliance, entrambe le forze politiche hanno preso slancio dal periodo in cui a fine 2011 emerse a livello globale Occupy Wall Street e hanno raccolto in parte le campagne del Socialist Party in Irlanda) ha evidenziato il legame tra l’accentramento della ricchezza e la xenofobia promossa da buona parte dei media nel sistema economico attuale per indirizzare il disagio verso le minoranze.

DSC_0727Barrett ha ammesso che in Irlanda non esistono tendenze all’intolleranza (quali emerse ad esempio in Francia e in parte dell’Europa dell’Est) e che nella Repubblica d’Irlanda l’alternativa ai partiti tradizionali si è espressa, in modo simile a quanto accaduto in Spagna e Portogallo, con un massiccio voto all’estrema sinistra, se al PBP e all’AAA si aggiungono i risultati ottenuti alle elezioni di febbraio dallo Sinn Féin (la sinistra repubblicana che in tempi recenti – assieme al Socialist Party, al Workers Party e ai due partiti menzionati precedentemente – isolò bruscamente in piazza qualche sparuto tentativo di portare dall’esterno in Irlanda iniziative xenofobe, ad esempio quello messo in atto da una delegazione della sigla “Pegida” dalla Germania) e i consensi raccolti da una buona parte dei candidati indipendenti. Nel quadro dello spostamento a sinistra durante la scorsa tornata elettorale occorrerebbe menzionare anche i Social Democrats, che hanno incassato parecchi votanti in uscita dal Labour (più che dimezzato dopo l’alleanza con i liberali del Fine Gael nel precendente governo di austerity).

DSC_0693Richard Boyd Barrett ha affermato che non bisogna essere compiacenti per la diversità della situazione della Repubblica da quella del Vecchio Continente, perchè esiste il rischio concreto che future crisi economiche vengano gestite dalla finanza attraverso il ricorso alla xenofobia per dividere le fasce più deboli della società, come avviene già in gran parte d’Europa con l’emergere di forze di estrema destra in Francia e altrove, con il richiamo a schierarsi con la legge e l’ordine del sistema economico dominante.

 

Le tendenze più conservatrici approfittano, infatti, della paura di attacchi da parte di altre culture, che sono dipinte come monolitiche e vengono caratterizzate associandole agli episodi più drammatici. Gli esponenti del People Before Profit hanno richiamato il governo (oggi formato dai liberali del Fine Gael con l’appoggio di indipendenti) a una maggiore conoscenza della situazione e una migliore gestione dell’opera di asilo dei rifugiati oltre che ad uno sforzo di informazione pubblica più efficace, a fronte di narrazioni che scaricano le responsabilità delle conseguenze del sistema finanziario globale su gruppi come gli emigranti in fuga da conflitti, nei quali peraltro l’Occidente è molto spesso coinvolto. Le associazioni intervenute hanno insistito sulla necessità di affrontare entrambe le questioni (sia il cambiamento dei meccanismi economici sia l’incontro tra le culture) per segnare effettivamente dei passi in avanti nel superamento delle tensioni in Occidente.

 

Aldo Ciummo

Foto © Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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