Prestito di 600 milioni di euro e tre commissari per Alitalia

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Il governo italiano interviene per provare a evitare il fallimento dell’ex compagnia di bandiera. Parte l’amministrazione straordinaria dell’azienda, come già avvenuto nel 2008

E venne il giorno del prestito oneroso di 600 milioni di euro per 6 mesi ad Alitalia da parte dello Stato italiano dopo 28 mesi dall’ingresso di Etihad Airways con il 49% delle azioni, ma soprattutto il rilancio della compagnia aerea nei cieli internazionali.

Il 20 gennaio 2015 nel presentare la strategia della nuova Alitalia James Hogan aveva ricordato che i principali investitori di Alitalia «hanno fissato quale scadenza per il ritorno all’utile della compagnia aerea, il 2017».

James Hogan

Invece è dovuto intervenire il Governo per evitare il fallimento della gloriosa già ex compagnia di bandiera, che nei due anni di conduzione emiratina ha accumulato perdite per circa 600 milioni di euro (199 nel 2015 e 400 quelle stimate per il 2016).

Così per la seconda volta nella storia recente di Alitalia privatizzata, il vettore dei viaggi papali e del made in Italy torna in amministrazione straordinaria (come avvenuto nel 2008).

Il Governo è prontamente intervenuto dopo il “No delle organizzazioni sindacali che hanno rigettato il piano proposta dall’Azienda «non solo su esplicita richiesta dell’assemblea dei soci, ma anche per un atto di responsabilità nei confronti di una compagnia che deve assicurare alcuni servizi fondamentali per il Paese e per garantire i diritti acquisiti a chi ha acquistato i biglietti», ha dichiarato in una conferenza stampa il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

L’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria era stata richiesta il 2 maggio dal Consiglio di Amministrazione che «preso atto della grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Società, del venir meno del supporto dei Soci e dell’impraticabilità, in tempi brevi, di soluzioni alternative, ha deciso all’unanimità di presentare l’istanza di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria come disposto dalla legge».

I 560 milioni di euro che erano serviti a Etihad per entrare come azionista di minoranza con il 49% sono svaniti in poco più di due anni. Il prestito oneroso di 600 milioni concesso dal Governo supera l’investimento iniziale di Etihad, che attraverso il suo presidente e amministratore delegato nonché vice presidente di Alitalia, James Hogan, ha dichiarato: «Abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per supportare Alitalia in qualità di azionista di minoranza, ma è chiaro che la compagnia ha bisogno di una ristrutturazione profonda e su vasta scala per sopravvivere e crescere in futuro».

E ora i tre commissari: Luigi Gubitosi, Enrico Laghi, Stefano Paleari. I tre hanno 6 mesi di tempo per ridisegnare Alitalia e aprire nel giro di due settimane alle manifestazioni di interesse da parte di potenziali acquirenti con l’obiettivo di «lavorare su un piano industriale per permettere ad Alitalia di trovare soci capaci di investire e sanare debolezze storiche che non dipendono dalla presenza delle low cost, ma strategie sbagliate», ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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