Rivoluzione per l’Europa, finisce il roaming a pagamento

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Chiamate, sms e dati all’estero come nel proprio Paese. Per le istituzioni comunitarie un cambio di passo decisivo verso una “vera” Unione europea

Il giorno tanto atteso da tutti coloro che lavorano, studiano o viaggiano per l’Europa è arrivato: scatta la novità del roaming zero, una di quelle piccole cose che difficilmente saranno criticate anche da chi si oppone a una maggiore convergenza degli Stati membri dell’Unione europea. Forse non a caso è stato scelto il periodo delle vacanze estive per rendere veramente fruibile quell’Europa che sognavano i padri costituenti. Di sicuro l’impatto sarà notevole, anche più di quello che è stato l’introduzione del progetto Erasmus per i ragazzi di buona parte del Vecchio Continente.

Finisce dunque l’era (con qualche distinguo che vedremo) del roaming a pagamento. Da oggi chiamate, sms e dati costano all’estero come a casa per chi viaggia nell’Unione europea. Si tratta dell’avvio della “rivoluzione digitale” spinta dalla Commissione europea e sostenuta dall’Europarlamento che ora, dopo anni di battaglie, arriva finalmente a compimento. «È un vero successo europeo, tra i più tangibili», hanno dichiarato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e il premier di Malta (presidente di turno dell’Unione europea) Joseph Muscat per il Consiglio Ue, ricordando che «negli ultimi dieci anni le nostre istituzioni hanno collaborato assiduamente» per arrivare a questo risultato.

Allo stesso tempo, hanno evidenziato i tre rappresentanti istituzionali, «l’Ue è riuscita a trovare il giusto equilibrio tra abolizione delle tariffe di roaming e necessità di preservare la competitività e l’attrattività delle formule tariffarie». Sono infatti pochissime leeccezionipreviste, con alcuni accorgimenti per evitare di danneggiare i piccoli operatori virtuali e prevenire gli abusi come il roaming permanente. Dalla giornata di oggi, 15 giugno, telefonare, inviare sms e navigare su internet da uno qualsiasi dei 28 Paesi Ue (per ora anche la Gran Bretagna più, a seguire, Norvegia, Liechtenstein e Islanda, ma non in Svizzera) avverrà allo stesso prezzo che nel proprio, in base al piano tariffario o al costo previsto dalla scheda prepagata. E, come tale, l’intero traffico sarà contabilizzato come nazionale, quindi scalato dal proprio forfait o credito.

Non ci sono limiti temporali, ma per evitare abusi come l’utilizzo di una sim straniera economica in modo permanente in un Paese dove i prezzi sono più bassi possono scattare controlli a partire almeno dal quarto mese in cui i consumi avvengono solo all’estero. L’operatore dovrà avvertire il cliente, che avrà due settimane di tempo per fornire chiarimenti. Scatterà altrimenti l’applicazione di un sovraccosto minimo, pari al costo all’ingrosso che gli operatori pagano tra di loro per la fornitura dei servizi di roaming: 3,2 centesimi al minuto per le chiamate, 1 centesimo per gli sms e 7,7 euro per giga di dati. Quest’ultimo sovraccosto diminuirà progressivamente sino a 2,5 euro nel 2022. Si tratta in ogni caso di un taglio drastico rispetto agli extracosti attuali, pari a 6,5 volte in meno per i dati (e 26 volte più basso rispetto al 2015).

Questi sovraccosti potrebbero essere di applicazione anche per alcuni abbonamenti illimitati per i dati a basso costo (meno di 3,85 euro a giga nel 2017), come avviene con alcuni piccoli operatori virtuali: in tal caso, solo una parte di giga è inclusa nel roaming gratuito, pari ad almeno il doppio del volume ottenuto dividendo per 7,7 euro il prezzo del pacchetto di servizi mobili Iva esclusa. Nessun problema, invece, per i lavoratori transfrontalieri: basta un aggancio al giorno alla cella del proprio operatore nazionale perché non sia considerato roaming. Per chi ha già piani tariffari od opzioni che includono il roaming, l’operatore deve chiedere conferma o meno all’utente se intende mantenerli dopo il 15 giugno.

In ogni caso, aldilà di queste limitate eccezioni, le nuove regole europee coprono quasi tutti i casi di viaggi in Ue – lavoro, vacanza, studio – dei cittadini europei e soprattutto italiani (appena 2,2 giorni all’estero all’anno in media). Tra l’altro diversi operatori sia in Europa che in Italia (come per esempio Vodafone e Tre-Wind), si erano già adeguati al roaming gratuito. I garanti delle telecomunicazioni nazionali e Bruxelles veglieranno comunque alla corretta applicazione del regolamento. Prossima tappa: a inizio 2018, libero accesso anche dall’estero a musica, film, sport ed e-book per cui si paga un abbonamento online a casa.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © European Union

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