Salisburgo, fra antico e contemporaneo, e i suoi musei

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Due importanti mostre, una dedicata a William Kentridge, l’altra ai capolavori grafici del Louvre, completano l’offerta culurale della città di Mozart

Una infinita processione di ombre, accompagnata da una musica bandistica, attraversa il cammino dello spettatore. Una sorta di danza macabra del nostro tempo, che mette in scena tutte le ossessioni di William Kentridge, artista sudafricano dalla cifra stilistica inconfondibile. I suoi disegni a carboncino, che si fanno e si disfano di fronte ai nostri occhi, le sue riflessioni sull’apartheid, sui conflitti razziali, sull’imperialismo e sul colonialismo, fanno ormai parte dell’immaginario contemporaneo.

Thick time è il titolo della mostra in corso di svolgimento al Museum der Moderne di Salisburgo, nella duplice sede espositiva del Mönchsberg, per quanto riguarda i video e le istallazioni, e del Rupertinum, dove si può approfondire il suo lavoro per il teatro e l’opera. Non a caso alla sua peculiare ispirazione è stato affidato l’allestimento del Wozzeck di Alban Berg, contemporaneamente in scena nella Haus für Mozart, titolo di punta del Festival salisburghese e caposaldo del teatro d’opera moderno.

Lo spessore del tempo, ovvero una riflessione sul nostro passato, su ciò che siamo e su quello che ci attende. Come accade in More sweetly play the dance (2015), descritta all’inizio, Kentridge riesce a coniugare il dramma con la poesia. La sua umanità, costantemente ai margini, umiliata e offesa, mantiene un carattere onirico e sognante che la eleva oltre i tormenti della storia. L’ironia scoperta non sacrifica il lirismo, carattere peculiare della sua ricerca artistica.

In O Sentimental machine (2015) la riflessione coinvolge la società socialista. Kentridge lavora sull’idea, espressa da Trotzky, che l’uomo sia una macchina sentimentale, comunque programmabile. Eppure l’opera, con grande ironia e mezzi vicini alle poetiche surrealiste, suggerisce come l’irruzione del sentimento scompagini inevitabilmente le carte, introducendo elementi di anarchia difficilmente controllabili.

Una meditazione sul tempo è ancora The refusal of time (2012), che attinge a una dimensione atemporale e fiabesca. Una strana macchina, che sembra partorita dalla più fervida fantasia leonardesca, pulsa incessantemente, mentre immagini eterogenee vengono proiettate tutt’intorno, a costruire uno spazio misterioso. Ruote e ingranaggi, mantici che si espandono e si contraggono, suggeriscono una dimensione concreta, quasi fisica, del tempo. Luce e ombra si alternano, fino a fondersi in una ideale cosmica unità.

Kentridge ha una visione vitale dell’arte, che non si pone come oggetto museale immutabile, ma interagisce in maniera profonda con lo spettatore. Come un possente demiurgo scompone il mondo in frammenti, per poi ricostruirlo secondo una logica del tutto originale e coinvolgente. In questo senso il suo lavoro ha una radice fortemente teatrale.

Atmosfere totalmente diverse nella mostra Art Royal, Meisterzeichnungen aus dem Louvre, che raccoglie presso la Neue Residenz una straordinaria selezione di disegni provenienti dalle collezioni reali, estratta dalle circa 250.000 opere grafiche presenti nel museo parigino. Un percorso che permette di penetrare nei laboratori creativi dei più grandi artisti fiamminghi, francesi, tedeschi ma soprattutto italiani. Michelangelo, Raffaello, Andrea del Sarto, Vasari, Veronese e molti altri ancora offrono un colpo d’occhio unico sull’arte rinascimentale fino al barocco.

Le opere provengono dalla collezione messa insieme dal mercante e banchiere tedesco Everhard Jabach (1618-1695), in seguito acquistata da Luigi XIV, destinata a divenire il fondamento del Dipartimento di arti grafiche del Louvre. Un’acquisizione tormentata, se si pensa che a lungo il ministro delle finanze francese Jean-Baptiste Colbert cercò di mettere le mani su questa straordinaria collezione. Alla fine Jabach capitolò, per ragioni ancora oggi non del tutto chiarite.

5.542 disegni in totale, dei quali circa 80 sono ora nel Salzburg Museum. Una mostra tanto più eccezionale in quanto raramente tali opere escono dal Louvre, dove vengono esposte solo in particolari occasioni.

Fra gli artisti più noti presenti ricordiamo ancora Rubens, Dürer, Poussin e Le Brun. Il disegno come esplorazione di temi da trattare in pittura, ma anche come personale, autonoma e profonda meditazione sull’estetica e sulla vita.

 

Riccardo Cenci

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William Kentridge

Thick Time. Installationen und Inszenierungen

Mönchsberg & Rupertinum

fino al 5 novembre 2017

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Art Royal – Meisterzeichnungen aus dem Louvre

Salzburg Museum

fino al 3 settembre 2017

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Immagini:

In basso: Die Nächstenliebe, Raffaello Sanzio (1483-1520), senza data
Paris, Musée du Louvre, Département des Arts graphiques

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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