Sostegno del Regno Unito al lavoro delle agenzie Onu con sede a Roma

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Il principe del Galles in visita alla Fao esprime ammirazione per gli sforzi volti ad affrontare le crisi alimentari. Con lui il direttore José Graziano da Silva e rappresentanti Ifad e Wfp

Il principe Carlo di Galles ha fatto visita oggi, durante il suo soggiorno nella Città Eterna, all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, in sigla Fao (dall’acronimo inglese Food and Agriculture Organization), dove i dirigenti delle tre agenzie Onu presenti a Roma lo hanno aggiornato sulle devastanti crisi alimentari che stanno colpendo il nord-est della Nigeria, la Somalia, il Sud Sudan e lo Yemen.

L’erede al trono britannico è stato accolto dal direttore generale della Fao José Graziano da Silva (con lui nella foto a destra) e da rappresentanti del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad, dall’inglese International Fund for Agricultural Development) e del Programma alimentare mondiale (Wfp, dall’inglese World Food Programme). Durante la visita, il principe Carlo ha visionato fotografie e mappe sulla situazione in alcuni dei quattro Paesi, dove in totale trenta milioni di persone sono colpite da una grave insicurezza alimentare, in quella che è stata descritta come la più vasta crisi alimentare dal 1945.

Lo scorso febbraio l’Onu ha dichiarato lo stato di carestia in Sud Sudan – dove circa 100.000 persone stanno morendo di fame – mentre gli altri tre Paesi si trovano sull’orlo della carestia. In collegamento video da Mogadishu, il rappresentante della Fao in Somalia Richard Trenchard ha aggiornato Carlo d’Inghilterra sugli sforzi che l’agenzia e i suoi partner stanno mettendo in atto per scongiurare la carestia, in un Paese dove gli effetti causati dal protrarsi del conflitto sono esacerbati da siccità consecutive dovute ai cambiamenti climatici.

Il principe Carlo si è dichiarato «enormemente orgoglioso della risposta e del contributo del Regno Unito» a sostegno degli sforzi delle agenzie dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. «Vi prego di portare i miei auguri e la mia ammirazione a tutti i vostri colleghi che operano in circostanze così impegnative e difficili» ha affermato. A parere del rappresentante Fao in Somalia Trenchard, grazie alle operazioni di soccorso e riabilitazione in atto, è improbabile che il Paese precipiti in una carestia su vasta scala quest’anno. «Tuttavia la situazione rimane difficilissima. Fame, distruzione dei mezzi di sussistenza e morte sono rischi molto reali» ha aggiunto, sottolineando che la sicurezza rimane una questione critica nel Paese.

Oltre 6 milioni di persone sono colpite da insicurezza alimentare acuta in Somalia e la maggior parte di loro vive in zone rurali dove la fame è aumentata soprattutto a causa delle perdita di raccolti, di bestiame e di altre fonti di cibo e reddito. In Somalia, la Fao, assieme ad altre agenzie Onu, tra cui il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef, United Nations International Children’s Emergency Fund, poi dal 1953 solo United Nations Children’s Fund) e partner – incluso il Regno Unito – sta portando avanti una serie di operazioni che includono: il trasferimento di denaro (in cambio di lavoro o incondizionato), sostegno ai bisogni immediati di acqua e cibo, supporto ai mezzi di sussistenza agricoli e della pesca, messa in sicurezza del bestiame.

Il Regno Unito è il Paese che ha contribuito in maggior misura alle operazioni di soccorso contro la carestia in Somalia, avendo stanziato 110 milioni di sterline per far fronte alla siccità. Questo permetterà di raggiungere centinaia di migliaia di persone con aiuti salva-vita, inclusi cibo, acqua pulita e servizi sanitari d’ emergenza. Durante la visita alla Fao, il principe Carlo ha partecipato ad una tavola rotonda con rappresentanti senior delle tre agenzie Onu con sede nella capitale, durante la quale si è discusso dell’ Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 e dell’ Accordo di Parigi sul clima, e come questo influisce sul settore agricolo – incluso pesca, settori ittico, forestale e dell’allevamento – e del lavoro della Fao per assistere i Paesi membri a combattere la fame e la povertà.

 

Claudia Lechner

Foto © FAO

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