Statistiche giudiziarie Ue 2016: durata dei procedimenti diminuisce

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Numero record di questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia, mentre al Tribunale viene attuata la riforma dell’architettura giurisdizionale dell’Unione europea

L’anno trascorso è stato segnato da un’attività molto sostenuta alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Il numero complessivo di cause definite nel 2016 si mantiene a un livello elevato (1.628 cause) oltre al fatto che si è trattato dell’ultimo anno di esistenza del Tribunale della funzione pubblica dell’Ue, sciolto il 1° settembre: la competenza a pronunciarsi in primo grado sulle controversie tra l’Unione e i suoi funzionari o agenti è stata trasferita al Tribunale dell’Unione europea. Da gennaio ad agosto 2016, tale organo giurisdizionale ha definito 169 cause.

La Corte di giustizia ha potuto definire 704 cause nel 2016 (+14% rispetto all’anno 2015). Un numero di cause maggiore rispetto a quelle ricevute durante l’anno trascorso (692). Cifre che rivelano una produttività notevole e che hanno condotto a una leggera diminuzione del numero di cause pendenti al 31 dicembre 2016 (872).

Quanto alle cause promosse nel 2016, 470 sono legate a domande di pronuncia pregiudiziale provenienti da giudici nazionali. Questa cifra rappresenta un record nella storia della Corte di giustizia, che riflette allo stesso tempo l’importanza del procedimento pregiudiziale nell’edificazione del diritto dell’Unione europea e la fiducia riposta dai giudici nazionali in questa forma di cooperazione giudiziaria ai fini dell’interpretazione e dell’applicazione uniformi di tale diritto.

Un’altra tendenza significativa dell’anno trascorso è legata alla durata media dei procedimenti dinanzi alla Corte di giustizia. Per quanto riguarda le cause pregiudiziali, tale durata media è stata pari, nel 2016, a 15 mesi. Si tratta della durata più breve registrata da oltre trent’anni. Questa cifra si spiega col fatto che la Corte di giustizia s’impegna costantemente a migliorare la propria efficienza utilizzando in modo razionale tutte le possibilità offertele al riguardo dalle norme procedurali. Per quanto riguarda le impugnazioni, la durata media è stata di 12,9 mesi. Si tratta della durata più breve dalla creazione del Tribunale. Considerando tutte le materie insieme, la durata complessiva dei procedimenti ammonta a 14,7 mesi.

L’analisi delle statistiche giudiziarie del Tribunale rivela essenzialmente un duplice fenomeno, ossia l’aumento del numero di cause promosse e del numero di cause pendenti, da un lato, e la sensibile riduzione della durata del giudizio, dall’altro.

Il numero di cause promosse ha segnato un aumento del 17%, passando da 831 cause nel 2015 a 974 nel 2016, a causa, in amplissima misura, del trasferimento della competenza di primo grado a pronunciarsi sulle controversie in materia di funzione pubblica dell’Unione (che rappresentano, da sole, 163 cause). Il numero di cause pendenti è cresciuto con proporzioni simili, passando da 1.267 cause nel 2015 a 1.486 cause nel 2016.

Quanto alla produttività del Tribunale, essa si inserisce nel solco del rendimento raggiunto dal 2013, con un numero di cause definite tra i migliori tre dell’organo giurisdizionale dalla sua creazione (755 cause definite). Il calo osservato rispetto agli anni 2015 e 2014 si spiega con l’effetto combinato dello smaltimento dell’arretrato (in particolare nel 2015), del rinnovo triennale della composizione del Tribunale e della riorganizzazione interna dell’organo giurisdizionale resa necessaria dall’arrivo di nuovi giudici, i quali non possono contribuire in maniera visibile e sostanziale alla produttività di detto organo durante i primi mesi del loro mandato.

Parallelamente, l’indicatore principale del rendimento, costituito dalla durata del giudizio, prosegue la sua tendenza favorevole. La dinamica di riduzione della durata dei procedimenti osservata dal 2013 conosce una nuova conferma, con una media complessiva di 18,7 mesi (cause definite con sentenza o ordinanza, considerando tutte le materie insieme), ossia un calo di 1,9 mesi rispetto al 2015 e di 8,2 mesi rispetto al 2013.

Peraltro, a causa, in particolare, della riorganizzazione del Tribunale e delle nuove possibilità offerte dall’attuazione della riforma dell’architettura giurisdizionale dell’Ue, il numero di cause rinviate a una sezione a cinque giudici è stato pari a 29 nel 2016, mentre la media annuale osservata per simili rinvii era inferiore a 9 cause all’anno.

Infine, l’evoluzione del contenzioso è stata segnata dalla progressione delle cause sulla proprietà intellettuale (+11%), dal trasferimento della competenza di primo grado a pronunciarsi sulle cause in materia di funzione pubblica dell’Unione (123 ricorsi trasferiti dal Tribunale della funzione pubblica al Tribunale il 1° settembre e 40 ricorsi di nuova introduzione fino al 31 dicembre 2016, ossia un totale di 163 cause, pari a circa il 17% delle cause promosse), dal calo relativo del numero di cause in materia di misure restrittive (28 cause promosse nel 2016), dal mantenimento di un livello elevato di cause sugli aiuti di Stato (76 cause) – in particolare per quanto riguarda la fiscalità degli Stati membri – nonché dall’emergere di una nuova fonte di contenzioso relativa all’applicazione delle regole di vigilanza prudenziale nei confronti degli enti creditizi.

 

Ludovico Stella

Foto © Corte di Giustizia dell’Unione europea

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