Il nuovo ruolo degli Usa in Europa: disimpegno o nuova alleanza?

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Il report dell’EUCOM espone le nuove priorità di Washington per l’alleato d’oltre oceano. La minaccia principale arriva da est ma il Vecchio Continente ha i suoi demoni da affrontare

Partiamo dal principio. Cos’è l’EUCOM? Acronimo di United States European Command, è un corpo militare statunitense con quartier generale a Stoccarda. Creato negli anni ’50 come precauzione per le sfide della guerra fredda, a partire dagli anni ’80 il numero dei soldati è calato sensibilmente fino al minimo storico registrato dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, riflettendo un cambio di strategia mondiale da parte di Washington. Il ritiro della maggior parte delle truppe dal territorio europeo, e in realtà da molte aree del mondo, ha riflesso il graduale disimpegno degli Stati Uniti come potenza mondiale. In effetti le ingenti spese estere della difesa hanno sempre inciso in maniera consistente nel budget della Casa Bianca, e non pochi presidenti, a partire da Bush, hanno cercato di ridurre la spesa tagliando proprio sulle truppe all’estero.

Gli Stati Uniti però sembrano essere di nuovo pronti a cambiare il proprio ruolo nello scenario mondiale e a rinforzare la propria presenza in Europa per proteggere l’alleato da un “nuovo” nemico. Si tratta della Russia.

In un rapporto rilasciato pochi giorni fa (l’ultimo era stato rilasciato nel 2012), l’EUCOM parla di sei scenari, in ordine di priorità, da affrontare per fornire stabilità e sicurezza nell’area europea.

1. Impedire aggressioni da parte della Russia
2. Attivare l’alleanza con la NATO
3. Preservare le partnership strategiche con gli Stati Uniti
4. Contrastare le minacce transnazionali
5. Garantire forze pronte e in posizione
6. Focalizzare le alleanze chiave

ImmagineLa Russia «sebbene abbia supportato alcuni sforzi per la sicurezza comune e in ottica antiterrorismo, ha messo in ombra queste azioni dimostrando di non curarsi affatto del diritto alla sovranità di alcuni Paesi vicini all’Europa».
Ancora, si legge nel report dell’EUCOM: «La Russia rappresenta una sfida crescente per i nostri alleati in molte regioni; inoltre è una sfida globale, che necessita di una risposta globale».

Ciò che sorprende non è tanto che il nuovo nemico, sia quello vecchio combattuto per quasi cinquant’anni, ma che, parlando di sicurezza in Europa, il terrorismo si trovi soltanto come quarta priorità, e fra altre minacce. «Gli Stati Uniti e l’Europa devono affrontare un numero crescente di minacce transnazionali e spesso asimmetriche, come estremisti violenti, attacchi informatici, traffico illecito di armi di distruzione di massa, e malattie infettive».

Se da una parte noi europei non possiamo che esser grati agli Stai Uniti per le truppe e la protezione che ci viene offerta, di fronte a una Russia che innegabilmente diventa sempre più forte, dall’altro non si può negare che le priorità siano differenti. Il terrorismo, per chi subisce gli attacchi, non può che essere il problema numero uno.
E’ innegabile anche che lo sforzo, dal punto di vista militare, dell’Europa (Unione europea o no) sia forse esiguo in proporzione alla minaccia, tuttavia la Russia non appare come il nemico pubblico numero uno. Non adesso, per lo meno.

Immagine3Gli Stati Uniti sono restii ad impegnarsi in forze contro il terrorismo che colpisce l’Europa, è questa è una evidenza, basta pensare alla differenza di reazione rispetto ai primi anni del 2000 quando gli attacchi avvennero in territorio americano (ma non solo).
Ciò non è sbagliato, sicuramente l’ISIS è un nemico difficile da combattere, imprevedibile e forte. Una minaccia incontrollabile.

Una problema europeo, insomma. Cosa faranno gli americani contro il terrorismo europeo sembra abbastanza chiaro. Noi europei, invece, soli come mai dal dopoguerra, sapremo affrontare le nostre sfide?
Ilenia Maria Calafiore
Foto © EUCOM and Susan Sterner

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Ilenia Maria Calafiore
Nata nel 1989, è laureata in Comunicazione Internazionale presso l’Università di Palermo con una tesi in filosofia politica dal titolo “Teorie e pratiche per la Giustizia Globale“. Nel suo percorso universitario ha approfondito le tematiche storiche ma anche linguistiche relative alla Russia e ai popoli slavi. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali come il Model United Nation a New York ed il Finance Literature of Youth a Togliatti, Russia. A fine 2014 si laurea con il massimo dei voti in Studi Internazionali presso l'Università di Pisa con la tesi “Spunti per uno studio delle politiche della Federazione Russa nel bacino del Mar Nero”.

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