Tutti gli enigmi di Jheronimus Bosch in una grande mostra monografica

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s’-Hertogenbosch, città natale dell’artista più visionario dell’epoca, celebra i cinquecento anni dalla sua morte. Ripartendo dal dato prettamente pittorico

Sembra voler far piazza pulita di tutto il sovraccarico interpretativo che da sempre aleggia attorno alla figura di Jheronimus Bosch (1450 ca. – 1516) la mostra a lui dedicata, allestita nella sua città natale per i cinquecento anni dalla morte. Una sorpresa per chi è cresciuto con le interpretazioni di Wilhelm Fraenger e di tutta una messe di studiosi perduta nei meandri allegorici costruiti dall’enigmatico artista. Questo non significa gettare alle ortiche anni di studi, ma semplicemente ripartire dal dato prettamente pittorico. Ecco allora il senso dei restauri effettuati, dai quali sono emersi dettagli poco noti e solitamente trascurati. Un lavoro di ricerca condotto con pazienza certosina, dal quale emergono come fantasmi di un’epoca trascorsa figure nascoste sotto i dipinti, e rivelate dalle riflettografie, o ancora in grado di attribuire con sufficiente approssimazione un disegno, del quale prima si ignorava la paternità, allo stesso Bosch. Si tratta del Paesaggio infernale, finora ritenuto opera di bottega, conservato in una collezione privata ed esposto per la prima volta al pubblico.

The Hay Wain_open_Madrid, Museo Nacional del Prado_HR.jpgL’idea è quella di partire dal dato prettamente materiale, l’analisi dei pigmenti, dei supporti, dimenticando per un attimo il mondo immaginifico scaturito dalla fervida mente del pittore. Analogo lavoro di ripulitura viene fatto sulla figura dello stesso Bosch, solitamente trasformato in un antesignano del surrealismo e capostipite di tutta una stirpe di geni maledetti che ha popolato la storia dell’arte. Con questo non si vuole bocciare definitivamente l’ipotesi di un Bosch dedito ad esempio all’uso di sostanze allucinogene, sostenuta da Robert L. Delevoy e forse non del tutto infondata. Si vuole semplicemente reinserire l’artista nel suo mondo, che è ancora del tutto medioevale, individuando le radici culturali dalle quali scaturivano le sue opere. Partendo dai testi e dalle immagini che circolavano all’epoca, codici miniati, incisioni, si cerca di risalire alle idee che impregnavano la società brabantina. Si pensi ad esempio alla straordinaria visione del Trittico del carro del fieno, proveniente dal Prado di Madrid. Al di là della foga interpretativa che mira analizzare ogni singolo dettaglio del quadro, il significato morale è tutto nel proverbio popolare dal quale l’immagine deriva: «il mondo è un carro di fieno, e ciascuno ne arraffa più che può». Nel pannello centrale l’umanità peccatrice ignora la figura del Cristo perduta nella sua siderale lontananza, per gettarsi nella ricerca affannosa e vana dei beni materiali. Il messaggio è chiaro e diretto, anche per lo spettatore odierno, meno smaliziato e poco aduso a frequentare le intricate allegorie medioevali.

03b. NA Het narrenschip_The ship of Fools_Paris, Musée du Louvre, Département des Peintures_HR.jpgSei le sezioni tematiche allestite per seguire il complesso percorso artistico di Bosch. Nella prima, alla quale appartiene anche l’opera appena descritta, si vuole individuare il cammino della vita come un pellegrinaggio colmo di insidie e tentazioni. L’opera satirica La nave dei folli di Sebastian Brant fornisce il destro all’omonimo dipinto di Bosch, dove un piccolo legno ospita un equipaggio improbabile e assolutamente insensato.

La seconda si concentra sul rapporto con l’ambiente natale. Jheronimus van Aken nasce a ‘s-Hertogenbosch intorno al 1450, in una famiglia di pittori, per cui non è peregrino immaginare che il suo apprendistato si sia svolto proprio nella bottega domestica. Il successo gli arride, tanto da poter vantare committenti illustri. La simbiosi totale con l’ambiente in cui vive si manifesta nell’adozione dello pseudonimo Bosch, ispirato appunto alla sua città, con il quale inizia a firmare le proprie opere. Poche le testimonianze riguardo la sua vita. Gli scarni documenti non fanno piena luce su una personalità straordinaria, in grado di forgiare mondi inusitati.

Visioenen van het hiernamaals_Visions of the Hereafter_Venezia, Museo di Palazzo Grimani_HR.jpgLa terza, dedicata alla vita di Cristo, apre affascinanti scenari devozionali. Ci troviamo in un’epoca di fermenti religiosi particolarmente accesi. Quale membro giurato della Confraternita di Nostra Signora, Bosch viene incaricato di eseguire due pannelli raffiguranti San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista per il Duomo di San Giovanni, entrambi presenti in mostra.

Particolarmente interessante la sezione dedicata a Bosch disegnatore, forte di ben diciannove opere sulle ventuno a lui attribuite. Dopo una parte dedicata ai Santi, si giunge a una conclusione del percorso espositivo particolarmente evocativa. Il tema è quello della fine dei tempi. Le Visioni dell’aldilà provenienti da Venezia stupiscono per la loro forza immaginifica. Modernissima ad esempio l’ascesa all’Empireo, con il cono di luce che attira a sé le anime come in una moderna pellicola di fantascienza. L’immagine non potrebbe essere più potente.

06b. NA Wilgefortistriptiek_Saint Wilgefortis Triptych_Venezia, Gallerie dell’Accademia_HR.jpgAncora da Venezia il Trittico di Santa Liberata, appena restaurato e foriero di sorprese. La peluria che incornicia il volto della martire esaudisce il desiderio di eclissare la propria bellezza, sfuggendo le nozze con un re saraceno volute dal padre. La Santa viene liberata in tal senso dal desiderio degli uomini, ma deve comunque subire il supplizio della crocifissione voluto dal tirannico genitore.

Fra queste meraviglie una nuova attribuzione, La tentazione di Sant’Antonio del Nelson-Atkins Museum of Arts di Kansas City, che va ad ingrassare un catalogo perlomeno incerto e ancora oggetto di discussione. Da questa nuova tornata di ricerche infatti alcune opere vengono espunte, con sommo disappunto delle istituzioni che le conservano (il Prado in particolare, che vede escluse ben tre opere, fiori all’occhiello della sua collezione). Segno che l’enigma Bosch è ancora lungi dall’essere risolto.
Riccardo Cenci
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Jheronimus Bosch – Visioni di un genio
Het Noordbrabants Museum – ‘s-Hertogenbosch
Dal 13 febbraio all’8 maggio 2016
Orari: tutti I giorni dale ore 9.00 alle ore 19.00
Biglietti: adulti € 22 – bambini e giovani fino a 18 anni € 2
Catalogo: Het Noordbrabants Museum / Mercatorfonds € 24,95
www.bosch500.nl

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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