Ucraina, a rischio processo di riforme, necessario per uscire dalla crisi

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La tregua nel Donbass è ancora fragile, l’economia arretra mentre lo stallo politico istituzionale rischia di inficiare il piano di aiuti posto in essere dal FMI

L’instabilità della situazione in Ucraina, nel lungo termine, rischia di innescare dinamiche irreversibili e difficilmente controllabili. Cerchiamo di fare il punto riguardo uno scenario temporaneamente messo da parte dagli organi di informazione, comunque di fondamentale importanza negli equilibri geopolitici internazionali. Di fronte alle esigenze pressanti del conflitto siriano, Putin e Obama sembrano aver temporaneamente deposto le armi, pur restando pronti a inasprire nuovamente i toni riguardo l’Ucraina al momento opportuno.

Il silenzio dei mass media non deve creare illusioni. Se la crisi mediorientale e nordafricana ha scavalcato il conflitto ucraino in ordine di importanza, non significa che il cessate il fuoco nel Donbass sia rispettato. Scontri proseguono, ma i mezzi d’informazione occidentali non ne danno notizia. Solo seguendo le tv locali, russa e ucraina, si riesce ad avere un quadro, peraltro inficiato dalla propaganda, della reale situazione nei territori contesi.

P029832001102-193400L’economia, duramente colpita dalla guerra, è al collasso. La recessione galoppa e le recenti dimissioni del ministro dell’Economia, il lituano Aivaras Abramavicius fortemente voluto da Poroshenko, evidenziano un panorama difficilmente gestibile. In un contesto caratterizzato dalla fuga dei capitali e dalla svalutazione monetaria, la politica sembra incapace di fornire risposte  in tempi ragionevolmente brevi. Per non perdere il sostegno internazionale, l’Ucraina dovrebbe attivare un processo di riforme rapido e credibile. Proprio qui sta il problema. Il Paese sembra ancora preda di interessi oligarchici pressanti, ai quali si somma un livello di corruzione altissimo. Lo stesso Abramavicious ha denunciato la paralisi delle istituzioni, le innumerevoli difficoltà opposte ad ogni tentativo di riforma, le pressioni esterne sempre crescenti, nocive nei confronti delle normali dinamiche democratiche.

Dove le istituzioni non forniscono risposte adeguate il malcontento popolare dilaga, e con esso la corruzione a tutti i livelli. Pensiamo al sistema educativo e alle sue falle, peraltro già note da lungo tempo. I docenti, afflitti da stipendi da fame, non esitano ad arrotondare con pagamenti extra richiesti agli studenti, a tutto discapito di una didattica seria. Le nuove generazioni stanno crescendo con modelli sbagliati, ai quali sarà difficile sottrarsi. E questo è solo un esempio della corruzione diffusa a livello capillare nella società.

Per proseguire nella sua politica di aiuti il Fondo Monetario Internazionale vuole garanzie. Sinora il processo riformatore è stato troppo lento. Per questo gli ultimi versamenti sono stati dilazionati, per mettere alla prova la credibilità delle istituzioni.

Bisogna poi tenere conto della crisi politica nella quale versa il Paese. I contrasti fra il presidente Petro Poroshenko e il primo ministro Arsenyj Yatseniuk sono lungi dall’essere appianati. Lo scontro fra i due si è per ora risolto con un nulla di fatto. Del resto una crisi di governo in questo momento non giova a nessuno. Resta da capire se l’Ucraina riuscirà ad avviare quel processo di modernizzazione richiesto a gran voce dalla comunità internazionale, se riuscirà ad avviare una politica libera da interessi oligarchici, maggiormente aderente alle esigenze dei cittadini.

Riccardo Cenci

© European Union , 2016

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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