Dalla Svizzera piano per contenere l’arrivo di immigrati dai Paesi Ue

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Dopo il referendum del 2014 ora il governo elvetico mette a punto un pacchetto di norme che entreranno in vigore dal 2017. Stabiliti dei limiti quantitativi annui di stranieri

Presentato dal governo svizzero il piano per limitare l’immigrazione di cittadini Ue. Nel febbraio del 2014, infatti, gli svizzeri erano stati chiamati a esprimersi al riguardo attraverso una consultazione elettorale che aveva visto vincere sul filo di lana (50,3% di sì contro 49,7% di no) il fronte contrario alla libera circolazione di cittadini provenienti dall’Ue.

Le norme elaborate in questi giorni dal governo elvetico entreranno in vigore a partire dal 9 febbraio 2017. Fra le principali disposizioni vi è quella di stabilire un limite massimo al numero di cittadini europei che ogni anno possono recarsi in Svizzera per poter vivere e lavorare là. Nel caso in cui ci si trovasse a superare questo limite, allora scatterebbe una clausola di salvaguardia unilaterale con quote vincolanti anche per i frontalieri: in altre parole, come spiega il governo in una nota, il Consiglio federale in questi casi avrebbe facoltà di decidere il numero di permessi di soggiorno e di lavoro da rilasciare ogni anno ai cittadini Ue.

Tutto questo dovrà avvenire in conformità con la Costituzione e dunque avendo sempre rispetto degli interessi della Svizzera. Si tratterebbe, in

Simonetta Sommaruga, ministro della Giustizia elvetica
Simonetta Sommaruga, ministro della Giustizia elvetica

sostanza, di puntare maggiormente sui lavoratori già residenti, così da ridurre la necessità di lavoratori provenienti dall’Ue. Le norme contenute nel piano prevedono inoltre che gli stranieri che sono in cerca di un’occupazione in Svizzera non abbiano diritto ai sussidi sociali, mentre per gli stranieri che perdono il lavoro decadrebbe anche il diritto di soggiorno all’interno del Paese ospitante.

È evidente che provvedimenti di questo tipo, che di fatto introducono limiti quantitativi all’immigrazione di cittadini Ue, non possono essere visti con favore da Bruxelles, poiché minano il principio della libera circolazione delle persone fra la Svizzera e gli Stati Ue.

Bisogna tuttavia ricordare che dal post referendum ad oggi si sono svolti ben 10 round di negoziati fra l’Unione europea e Berna, che non hanno prodotto alcuna intesa. Uno spiraglio potrebbe ancora esserci visto che il piano messo a punto dal governo elvetico verrà messo in atto soltanto nel caso in cui non si riuscisse a raggiungere un’intesa con Bruxelles entro il 2017. Il ministro della Giustizia svizzero, Simonetta Sommaruga, tiene a sottolineare che «un accordo con l’Unione è la migliore soluzione per noi», ricordano tuttavia che il governo non può ignorare il risultato del referendum del 2014.

Valentina Ferraro
Foto © Creative Commons and European Commission

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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