Che cosa lega la strage di Ustica e quella di Bologna? Le parole di Paolo Miggiano

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A quarant’anni dalle due tragedie si riaccende l’attenzione sul collegamento tra i due fatti di terrore avvenuti nel 1980 con un incontro a Roma presso il Laboratorio di Quartiere Cavalleggeri domenica 25 ottobre al Parco Belvedere Fornaci

Un volo di linea, una tranquilla sera d’estate, poi un’esplosione. Quindi il silenzio. Dal 27 giugno 1980, la verità sulla strage di Ustica è un segreto inconfessabile. Perché? Cosa nascondono i servizi di spionaggio e controspionaggio, i vertici militari e i politici che possiedono le chiavi d’accesso ai misteri della Prima Repubblica? Qual è il legame tra Ustica e la bomba alla stazione di Bologna? Chi depista, chi collabora, chi ha paura? Quali sono i fili invisibili che collegano questa tragedia italiana alla sicurezza dei nostri alleati più potenti?”

Per tanti anni i giornalisti e ricercatori come Daria Lucca, Paolo Miggiano e Andrea Purgatori, da soli o in coppia e finalmente insieme, scrivono un saggio-thriller che avrebbe potuto portare alla soluzione di un giallo che ha appassionato l’opinione pubblica. Il libro “A un passo dalla guerra” pubblicato nel 1995, svela attraverso documenti, testimonianze, incontri, e per la prima volta apre uno squarcio nel muro di gomma, fatto di omertà e depistaggi, che per molto tempo ha impedito al Paese di conoscere la verità.

Parco Belvedere Fornaci – 25 ottobre 2020 – 0re 10:30

Un montaggio sconvolgente di quanto è stato scoperto e mai pubblicato, un racconto che procede tra fiction e realtà. La fotografia completa.

Il collegamento tra le due stragi che hanno sconvolto l’Italia negli anni ’80, dopo 40 anni riaccende i riflettori sul tema da parte di ricercatori come Paolo Miggiano, giornalisti come Paolo Cucchiarelli, Valerio Cutonilli e magistrati come Rosario Priore, i quali cercano ancora una volta di far luce, su una notte che non ha ancora smesso di gettare ombre sul nostro presente e sul nostro futuro. Ultimamente due libri sono stati scritti su questa linea, il libro di Paolo Cucchiarelli che affronta assieme le due stragi, cercando i nessi che le collegano, nel quale si parla chiaramente dell’“Attacco all’Italia”, la motivazione era, potrebbe essere che, in quel periodo l’Italia stessa esprimeva una politica troppo indipendente, sia dagli americani (alleati Nato) che verso altri Stati internazionali che avrebbe voluto condizionare la stessa politica estera italiana.

I segreti di Bologna. La verità sull’atto terroristico più grave della storia italiana” di Valerio Cutonilli e Rosario Priore. La verità che mancava. Una pista clamorosa e inedita che inquadra la strage in una cornice internazionale finora mai raccontata. L’ultima testimonianza del giudice che ha indagato per anni su alcune delle vicende più torbide dell’Italia repubblicana. Con documenti catalogati comeriservatissimi”, mai resi pubblici.

Il Laboratorio di Quartiere S.Pietro Cavalleggeri ne parla con un esperto di misteri italiani, Paolo Miggiano, il quale in questi anni non ha smesso di ricercare. Appuntamento domenica 25 ottobre al Parco Belvedere Fornaci.

Di Paolo Miggiano, perito di parte civile per i familiari delle vittime della strage di Ustica, Cucchiarelli scrive nel suo libro: «Paolo Miggiano, uno dei migliori studiosi del segreto del Dc9 della compagnia Itavia è la persona a cui regalai il mio archivio su Ustica». E ancora: «Paolo Miggiano è stato il primo italiano a lavorare presso il Sipri, l’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma, e ha utilizzato la sua grande capacità d’analisi come consulente di parte civile, cioè per conto dei familiari delle vittime, nell’inchiesta sulla strage di Ustica». Cucchiarelli, del lavoro di Miggiano, sottolinea l’importanza, ad esempio, di aver catalogato tutti gli aerei in volo nello spazio aereo italiano la sera dell’abbattimento del Dc9 Itavia. È semplice capire che il contesto, tra fine giugno e inizio agosto del 1980, è lo stesso. Anche Valerio Cutonilli e Rosario Priore nel libro “I segreti di Bologna. La verità sull’atto terroristico più grave della storia italiana” riconoscono questa tesi. Quando si parla di guerra non ortodossa, guerra segreta, guerra non convenzionale si entra nel campo delle operazioni clandestine. Quando Cutonilli e Priore vogliono spiegare quale fosse, ad esempio, l’atteggiamento degli Stati Uniti sulle operazioni clandestine nel 1980, cioè di rilancio delle operazioni stesse, la fonte citata è il libro di Lucca, Miggiano, Purgatori. Quando Priore e Cutonilli vogliono descrivere lo stato delle tensioni internazionali nell’estate del 1980, la fonte che citano è l’intervista a Francesco Cossiga contenuta nel libro di Lucca, Miggiano, Purgatori.

Di tutta la storia qualcuno vuole sapere che cosa è successo al DC9 Itavia, con ottantuno italiani a bordo. In quel contesto tutti i protagonisti e le comparse di una operazione segreta che stava per scatenare un conflitto di dimensioni imprevedibili: Gheddafi, Sadat, Giscard, Carter, Breznev, i consiglieri della Casa Bianca, i cervelli della Cia e dello Sdece.

L’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, in ferie al confine con la Francia, il 12 luglio 1980 (15 giorni dopo la strage di Ustica) confida ai giornalisti: «Ci sono molti Paesi che peccano di sciovinismo, non voglio dire quale Paese, perchè è molto vicino». Poi spiega: «Noi abbiamo il terrorismo e certi governi stranieri che guardano con disdegno all’Italia – e mi riferisco sempre al problema del terrorismo – dovrebbero chiedersi perchè mai sia stata scelta l’Italia come bersaglio. Io, una risposta me la sono data […] l’ Italia è un ponte democratico che unisce l’Europa all’Africa e al Medio Oriente. Se, per dannata ipotesi, questo ponte saltasse ci sarebbero gravi conseguenze: lo sconvolgimento degli equilibri nel bacino del Mediterraneo e un pericolo per la pace mondiale (…) E ditelo al signor Giscard d’Estaing» (Corriere della Sera 13 luglio 1980).

 

Giorgio De Santis

Foto © Giorgio De Santis

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