3 settembre 2018: 65 anni della Convenzione dei diritti dell’uomo

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Un meccanismo di sicurezza per i cittadini di tutta Europa. Nel 1953 la firma del trattato internazionale giuridicamente vincolante, oggi ratificato da 47 Stati membri

La Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, meglio nota come Convenzione europea dei diritti dell’uomo, è entrata in vigore il 3 settembre 1953. In vista dell’anniversario, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, ha dichiarato: «La Convenzione europea dei diritti dell’uomo è un meccanismo di sicurezza unico che protegge oltre 830 milioni di persone. Che sia applicata dalle giurisdizioni nazionali o dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, la Convenzione ha cambiato la vita delle persone in tanti modi diversi in tutto il continente. Ha svolto un ruolo chiave nella promozione della stabilità e della sicurezza in Europa negli ultimi 65 anni e, in un momento in cui il continente è confrontato a molteplici sfide, le sue garanzie assumono più che mai un’importanza cruciale».

La Convenzione è un trattato internazionale giuridicamente vincolante che è stato firmato e ratificato da tutti i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. Contiene una serie di diritti e libertà fondamentali: diritto alla vita, divieto della tortura, divieto della schiavitù e del lavoro forzato, diritto alla libertà e alla sicurezza, diritto a un processo equo, principio di legalità, diritto al rispetto della vita privata e familiare, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà d’espressione, libertà di riunione e d’associazione, diritto al matrimonio, diritto ad un ricorso effettivo, divieto di discriminazione. Ulteriori diritti sono previsti dai Protocolli aggiuntivi alla Convenzione. Al momento dell’adesione alla Convenzione, gli Stati s’impegnano volontariamente a sostenere i diritti umani e le libertà fondamentali.

La Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali è stata firmata il 4 novembre 1950 a Roma. È entrata in vigore il 3 settembre 1953 dopo essere stata ratificata da 10 Stati membri del Consiglio d’Europa. La Corte europea dei diritti dell’uomo è stata istituita nel 1959 per supervisionare l’attuazione della Convenzione; tra il 1959 e il 2017, la Corte ha emesso più di 20.000 sentenze. Gli Stati membri hanno attuato quasi 18.000 casi, tra cui composizioni amichevoli che non richiedono una procedura completa dinanzi alla Corte: questo ha condotto a numerose modifiche delle politiche e delle pratiche e al pagamento di una ”equa soddisfazione” ai ricorrenti. Dalla sua adozione, la Convenzione è stata integrata con 16 Protocolli diversi, il più recente dei quali – che consente alle giurisdizioni nazionali di ricorrere ai pareri consultivi della Corte – è entrato in vigore il 1° agosto 2018.

Chiunque si ritenga vittima di una violazione da parte di uno degli Stati membri può presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha l’ultima parola sull’interpretazione della Convenzione e della sua giurisprudenza. Gli Stati membri sono tenuti ad attuare le sentenze della Corte di Strasburgo. Dal 2010 sono in corso ampie riforme della Corte europea dei diritti dell’uomo e della procedura di esecuzione delle sentenze. Un esercizio di valutazione dovrebbe concludersi nel 2019.

Per ulteriori informazioni: il nuovo sito interattivo sull’impatto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo

–          Video: La Convenzione europea dei diritti dell’uomo – come funziona?

–          Video sull’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo

 

Pierfrancesco Mailli

Foto © Consiglio d’Europa

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