80esimo dall’inizio della Seconda guerra mondiale, Germania si scusa

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A Wielun e a Westerplatte in Polonia si sono tenute le cerimonie per ricordare il giorno da cui partì il conflitto più catastrofico per la storia d’Europa

Il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha chiesto scusa alla Polonia 80 anni dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale nel corso di una cerimonia a Wielun, la cittadina sulla quale furono sganciate le prime bombe del conflitto. Nell’immagine di apertura è ripreso proprio il capo di Stato tedesco che è intervenuto alla celebrazione.

«Chino il capo davanti alle vittime dell’attacco su Wielun, di fronte alle vittime polacche della tirannia tedesca, e chiedo perdono», ha affermato Steinmeier. «Non dimenticheremo mai, vogliamo ricordare e ricorderemo», ha aggiunto. Il presidente polacco, Andrzej Duda, ringraziando Steinmeier per la sua presenza alla cerimonia, ha ricordato l’attacco tedesco alla Polonia, «un atto di barbarie».

Il premier polacco Mateusz Morawiecki, insieme al vice presidente della Commissione Ue Frans Timmermans, hanno partecipato all’alba a un’altra cerimonia commemorativa a Westerplatte, luogo dove il 1 settembre 1939 i nazisti aprirono il fuoco contro i polacchi. Successivamente, Steinmeier e Duda, insieme al vice presidente americano Mike Pence, hanno pronunciato i loro discorsi a Piazza Pilsudski a Varsavia, sulla tomba del milite ignoto.

Con loro presente anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ma non il presidente francese, Emmanuel Macron, il premier britannico Boris Johnson, il presidente del Consiglio europeo (ed ex premier polacco) Donald Tusk né il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente americano Donald Trump avrebbe dovuto partecipare ma ha cancellato la visita in Polonia all’ultimo momento per seguire l’uragano Dorian in arrivo sugli Usa, come abbiamo scritto ieri.

Tutto iniziò il primo settembre 1939. Quel giorno, l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista fu il primo passo nell’orrore della Seconda guerra mondiale, che distrusse l’Europa con le atrocità di un conflitto su scala globale. Sono passati esattamente 80 anni da allora e il clima internazionale è nuovamente sempre più teso.

L’anniversario che avrebbe dovuto unire il mondo nel ricordo è invece attraversato dalle polemiche, dovute in particolare all’esclusione della Russia dalle commemorazioni. Il governo polacco ha deciso infatti di non invitare Vladimir Putin questa volta – diversamente da 10 anni fa – a causa dell’annessione russa della Crimea nel 2014 dall’Ucraina.

«Sarebbe inopportuno commemorare l’anniversario dell’aggressione armata contro la Polonia con la partecipazione di un leader che oggi agisce in questo modo nei confronti di un Paese vicino», aveva dichiarato a luglio il vice primo ministro polacco Jacek Sasin. L’esclusione è stata accolta con “stupore” da Mosca. Critiche alla Polonia sono giunte dal presidente serbo Aleksandar Vucic, anche lui escluso dalle cerimonie ufficiali per l’anniversario.

Erano 250 gli ospiti da ogni parte del mondo, ben 40 le delegazioni straniere, la metà delle quali guidata da capi di Stato. Tra questi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con il quale Varsavia vuole mantenere una stretta collaborazione dal momento che la Polonia ritiene che la sua sicurezza dipenda dal fatto che l’Ucraina rimanga al di fuori della sfera di influenza russa.

                    Andrzej Duda

«Sapete quello che sta succedendo: nel 2008, in Georgia, nel 2014, in Ucraina, fino ad oggi, sfollati confini, occupazione, prigionieri di guerra, provocazioni militari», ha affermato il leader polacco Duda. Né Mike Pence né il presidente Steinmeier, che hanno tenuto discorsi dopo il discorso di Andrzej Duda, hanno menzionato la Russia.

Ma a destare attenzione è, proprio oggi, il risultato della domenica elettorale in Germania: nell’est, verso la Polonia, sono stati gli estremisti di destra dell’Afd a ottenere successi in Sassonia e in Brandeburgo, anche se non tali da scalzare né Cdu né Spd. Durante la cerimonia polacca è stato fattp più di un accenno alle riparazioni di guerra miliardarie che la Germania dovrebbe ancora pagare.

Come hanno ricordato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e la prossima presidente della Commissione Ursula von der Leyen il mantenimento della pace nel Vecchio Continente è stata una delle più grandi conquiste dell’Ue. Come scrive su Facebook Sassoli «il 1° settembre 1939 il sonno della ragione generò mostri orribili nel cuore d’Europa. Abbiamo saputo sconfiggerli costruendo pace, sviluppo, e sicurezza per la nostra gente. Non era scontato».

«Oggi è l’ottantesimo anniversario di un capitolo oscuro della storia europea, lo scoppio della Seconda guerra mondiale in Polonia causato dalla Germania nazista. Dovremmo ricordare collettivamente, imparare la lezione individualmente e agire insieme per il futuro. Per la pace. Per dignità. Per l’umanità. Questo è il nostro dovere. Per sempre» scrive la prossima presidente dell’esecutivo Ue.

«Il mantenimento della pace è il “dovere eternodell’Unione europea», ha dichiarato l’attuale presidente in carica della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Che domani incontrerà il suo successore alla guida dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, come ha annunciato nei giorni scorsi la portavoce della Commissione, Mina Andreeva.

 

Lena Huber

Foto © PM News, Gdańsk.pl,

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