Accordo a Monaco tra Kerry e Lavrov: aiuti umanitari e cessate il fuoco

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Continuano le accuse tra americani e russi sui veri scopi della coalizione in Siria. Intanto Unione europea e Turchia sono alle strette sulla questione dei migranti

Più che degli accordi diplomatici, la stampa mondiale in questi giorni è piena di accuse. Stati Uniti e Russia, ancora una volta, si accusano vicendevolmente per la condotta in Siria: mentre Washington attacca Mosca per i presunti attacchi ai danni dei civili e dell’opposizione politica al regime di Assad, bersagli preferiti ai jihadisti dell’Isis; Sergeij Lavrov, ministro degli Esteri russo, risponde attaccando il Pentagono per i video di Aleppo distrutta che a suo dire «era così già prima del nostro intervento» e che sarebbe stata confezionata ad arte per i media occidentali («La mano del conduttore esperto c’è e si vede»), e per i recenti raid contro i civili di cui poi è stata incolpata la Russia.

Nel mezzo, i civili. I siriani, in fuga dal proprio Paese, male accolti ovunque oppure feriti in patria senza nessun aiuto.

Ieri, a Monaco finalmente un passo avanti:

4971014318_9c9c02b09d_zaiuti umanitari per la popolazione. In alcune zone i cargo porteranno medicine e cibo già da questo weekend, mentre un po’ più lente le operazioni nel resto delle zone colpite;

il cessate il fuoco. Temporaneo al momento, ma a questo proposito Kerry e Lavrov in una conferenza stampa congiunta hanno dichiarato la costituzione di un gruppo di esperti, sotto egida Onu, che mira a trasformare questa cessate in fuoco in una tregua stabile.

 

Una delle novità di Monaco anche la decisione da parte di Ryad di inviare delle truppe per combattere nella coalizione anti-Isis in Siria a guida Usa. Una maggiore mobilitazione ben accolta da Washington che tuttavia spera ormai di risolvere per via diplomatica in grande e complesso problema Siria.

Inoltre atteso per il 25 febbraio l’inizio dei negoziati fra il regime di Assad e l’opposizione, a risoluzione della guerra civile che dilania il Paese da più di 5 anni. Secondo fonti siriane, i morti e feriti a causa della guerra civile sono oltre 400.000, più dell’11% della popolazione totale. Le cifre Onu, invece, che si attestano a meno di 200.000 tra vittime e feriti non sarebbero aggiornate agli ultimi 18 mesi.

Ora che l’accordo è stato faticosamente trovato, bisognerà riuscire a farlo rispettare da tutte le parti in gioco.

3488968132_5ebe2568e7_zL’Europa si dichiara soddisfatta per l’accordo preso a Monaco. Naturalmente la seconda beneficiaria, dopo la stessa Siria, dell’implementazione di tale accordo sarà proprio l’Unione europea. Qualche giorno fa le polemiche con i turchi che hanno accusato Bruxelles di «giocare con i numeri» e di non essere neppure grati ai turchi per l’immenso lavoro svolto alle frontiere con la Grecia. Semil Yenel, plenipotenziario presso l’Ue ha dichiarato: «Noi sappiamo quanti ne prendiamo; voi contate solo quelli che passano».

Alle sorti delle due guerre che parallelamente si combattono in Siria (Assad contro l’opposizione e la coalizione Usa-Mosca contro Daesh) dipende molto più che il solo destino siriano.

 

Ilenia Maria Calafiore

Foto © Wikicommons and BBC

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Ilenia Maria Calafiore
Nata nel 1989, è laureata in Comunicazione Internazionale presso l’Università di Palermo con una tesi in filosofia politica dal titolo “Teorie e pratiche per la Giustizia Globale“. Nel suo percorso universitario ha approfondito le tematiche storiche ma anche linguistiche relative alla Russia e ai popoli slavi. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali come il Model United Nation a New York ed il Finance Literature of Youth a Togliatti, Russia. A fine 2014 si laurea con il massimo dei voti in Studi Internazionali presso l'Università di Pisa con la tesi “Spunti per uno studio delle politiche della Federazione Russa nel bacino del Mar Nero”.

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