Aiuti di Stato del Lussemburgo in favore di Amazon

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La Commissione europea ritiene che lo Stato membro abbia concesso indebiti vantaggi fiscali per un valore di circa 250 milioni di euro in favore della corporation statunitense

All’esito di un indagine lunga e approfondita i tecnici di Palazzo Berlaymont che si occupano di concorrenza hanno ritenuto di qualificare il ruling fiscale, emanato dal Fisco lussemburghese in favore di Amazon sin dal 2003 e, successivamente, rinnovato nel 2011, come un vero aiuto di Stato che ha disposto una riduzione delle imposte in favore della compagnia americana del tutto illegittima.

      Margrethe Vestager

Dopo aver seguito in diretta streaming sul sito di Eurocomunicazione la conferenza stampa tenutasi a Bruxelles stamane dalla commissaria responsabile della concorrenza Margrethe Vestager in merito alla cennata decisione in tema di aiuti di Stato proponiamo con il seguente scritto alcune osservazioni in relazione a detto importante provvedimento.

Al riguardo è opportuno ricordare che con l’espressione ‘tax ruling’ si suole indicare «una sorta di decisione anticipata in materia fiscale attraverso cui le autorità di uno Stato membro forniscono ad una società le modalità con cui sarà calcolata l’imposta sul reddito societario. Al momento ogni Stato membro ne ha una diversa di decisione e alcune multinazionali, sfruttando la complessità delle norme fiscali e la mancanza di cooperazione tra gli Stati membri, spostano i profitti nelle loro filiali nazionali in cui sono tassati meno,  Il pacchetto sulla trasparenza fiscale mira a garantire che gli Stati membri dispongano delle informazioni di cui hanno bisogno per proteggere le loro basi imponibili e individuare le aziende che cercano di evitare di pagare la loro giusta quota di tasse» (Claudia Scardino, “Tax ruling: dalla Commissione il via al pacchetto trasparenza”).

Ebbene, secondo la Commissione europea mediante il predetto ruling Amazon ha potuto «trasferire la maggior parte dei suoi utili da una società del gruppo Amazon che è soggetta a tassazione lussemburghese (Amazon EU) a una società che non lo è (Amazon Europe Holding Technologies)».

Sul punto, osserva, Bruxelles, «Il ruling fiscale ha autorizzato il pagamento di una royalty da parte di Amazon Eu ad Amazon Europe Holding, riducendo così in maniera significativa gli utili imponibili di Amazon EU».

Concluse le indagini, l’organo di controllo europeo ha potuto constatare che «l’importo delle royalties, approvato dal ruling fiscale, era gonfiato e non corrispondeva alla realtà economica». Partendo dai predetti assunti, la Commissione ha qualificato il ruling fiscale emesso dall’Autorità fiscale lussemburghese come una vera e propria concessione di un «vantaggio economico selettivo per Amazon, consentendo al gruppo di pagare meno imposte di altre imprese soggette alle stesse norme fiscali nazionali.

Di fatto, il ruling ha permesso ad Amazon di eludere le imposte su tre quarti degli utili generati dalle sue vendite nell’UE».

Nello specifico, la decisione della Commssione europea ha ad oggetto il «trattamento fiscale che il Lussemburgo ha riservato a due società del Gruppo Amazon (Amazon UE e Amazon Europe Holding Technologies), entrambe di diritto lussemburghese e detenute al 100% dal gruppo Amazon sotto il controllo apicale della società madre statunitense, la Amazon.com, Inc». La Amazon EU di diritto lussemburghese che opera comesocietà di gestionenel settore del commercio al dettaglio in tutta Europa ha organizzato l‘attività di vendita facendo sì che sul piano contrattuale tutti gli acquisti fossero effettuati dai clienti interagendo direttamente con quest’ultima.

La Amazon Europe Holding Technologies, è una società priva di «uffici, dipendenti o attività commerciali», che agisce in qualità di intermediaria tra la società lussemburghese e la casa madre statunitense. La Holding è titolare di alcuni diritti di proprietà intellettuale relativi all’Europa in esecuzione di un “accordo di ripartizione dei costi” stipulato con la Amazon con sede negli Stati Uniti. Tuttavia, di tali diritti di proprietà intellettuale «non ne fa un uso attivo» limitandosi a trasferirli in licenza esclusiva alla società di gestione lussemburghese che, a sua volta, se ne serve per «gestire il commercio al dettaglio in Europa».

Dunque, in base ai principi di diritto Ue che vietano la concessione di aiuti di Stato, il ruling posto in essere dall’autorità fiscale lussemburghese, di fatto, ha riservato alla Amazon UE e, quindi, anche alla corporation americana, un trattamento fiscale migliore rispetto alle altre società che operano nel medesimo settore e territorio.

Più specificamente, spiega la Commissione, «i costi delle operazioni tra le società di uno stesso gruppo devono essere calcolati in modo corrispondente alla realtà economica. Ciò significa che i pagamenti tra due società di uno stesso gruppo devono essere conformi ad accordi che intervengono a condizioni commerciali tra imprese indipendenti». Ciò, rileva Bruxelles, ha senso in quanto si basa sul principio di libera concorrenza.

In buona sostanza la società di gestione di diritto lussemburghese è risultata essere l’unico ente che prende decisioni e svolge attività d’impresa consistenti nel commercio al dettaglio da parte di Amazon in Europa. Viceversa, la società Holding nella sostanza é un ente con una struttura vuota che si limita a trasferire i diritti di proprietà intellettuale alla società lussemburghese affinché quest’ultima ne possa fare un uso in via esclusiva. Dunque, non svolgendo alcuna attività, è emerso come i suoi profitti non possano essere in alcun modo giustificati.

Alla stregua delle prefate osservazioni, la Commissione europea ha ritenuto il ruling fiscale emesso dal fisco lussemburghese abbia in buona sostanza autorizzato operazioni tra due società  di uno stesso gruppo imprenditoriale non corrispondenti alla reale situazione economica. Conseguentemente, detto ruling, ha consentito ad Amazon di essere sottoposta ad una tassazione di gran lunga inferiore a quella di altre imprese. Dunque, il comportamento adottato da Lussemburgo in favore di Amazon si concretizza, a dire della Commissione, in un vero e proprio aiuto di Stato.

In conclusione, osserva Bruxelles, «con la decisione odierna, la Commissione ha definito la metodologia per calcolare l’entità del vantaggio competitivo conferito ad Amazon, vale a dire la differenza fra le imposte pagate e quelle che l’impresa avrebbe dovuto versare senza il ruling fiscale. Sulla base delle informazioni disponibili, questo vantaggio è stimato in circa 250 milioni di euro più gli interessi. Le autorità fiscali del Lussemburgo devono ora determinare l’importo preciso delle imposte non pagate in Lussemburgo sulla base della metodologia definita dalla decisione».

A riguardo si sottolinea come – appena sarà possibile leggere, integralmente, il testo della prefata decisione portante il numero SA 38944, a seguito della sua pubblicazione nel Registro degli aiuti di Stato della DG della Commissione europeasarà cura della redazione di Eurocomunicazione di formulare ulteriori e più approfondite osservazioni in merito a detta importante decisione in tema di  aiuti di Stato.

 

Roberto Scavizzi

Foto © European Union

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Roberto Scavizzi
Avvocato e docente universitario a contratto presso università private. L'attività accademica ha ad oggetto la materia dell'Informatica giuridica in ambito internazionale e la materia dei diritti d'autore. Come legale opera principalmente nel settore del diritto dell'impresa e svolge attività formativa professionale nel settore giuridico in ambito pubblico e privato. Inoltre è autore di pubblicazioni di diritto e articoli giornalistici per riviste d'arte e d'attualità.

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