“Al Tayar. La corrente” del diplomatico/scrittore Mario Vattani

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L’autore racconta un Egitto affascinante e caotico, dove ha vissuto a lungo da console. Sgarbi: «romanzo profondamente sensuale, dove nessuno si libera dal proprio destino»

«Al Tayar non è semplicemente un noir a sfondo egiziano: è un romanzo profondamente sensuale e determinista, dove nessuno si libera dal proprio destino. Invece il Vattani diplomatico diventa Vattani scrittore, sfugge alla forma diplomatica e si riprende la vita» come ha dichiarato alla presentazione Vittorio Sgarbi al Circolo degli Esteri in occasione dell’affollato incontro, moderato da Stefania Viti, per il nuovo libro di Mario VattaniAl Tayar. La Corrente” (Mondadori Editore), da pochi giorni in tutte le librerie.

          Da sinistra: Jun Ichikawa, Umberto Vattani, PiaLuisa Bianco e Mario Vattani

Diplomatico e scrittore, Vattani dopo il successo del noir giapponese “Doromizu. Acqua torbida’” (Mondadori, 2016), ha ambientato il suo nuovo libro, il cui titolo si ispira alla forza irresistibile e onnipresente della corrente del Nilo che guida il nostro destino, in un Egitto affascinante e caotico che conosce bene perché vi ha vissuto a lungo da console. Un romanzo che appassiona, per la giornalista PiaLuisa Bianco, anche lei tra i relatori unitamente all’ambasciatore Raffaele de Lutio, Al Tayar è «letteratura allo stato puro. L’intreccio è un labirinto dal quale si esce con la consapevolezza perturbante che non si è mai veramente l’autore del proprio io».

Protagonista del libro è il venticinquenne Alex Merisi, un lavoro da fotografo ormai abbandonato che atterra al Cairo con pochi vestiti in valigia, quanti bastano per nascondere i farmaci che ha il compito di trafugare in Egitto. «Attraverso l’incantesimo della scrittura sono voluto tornare in Egitto», spiega l’autore, «è un Paese di cui mi sono subito innamorato. I suoi colori e i suoi sapori, gli uomini e le donne egiziani mi hanno trasformato, la loro intensità ha profondamente influenzato il mio modo di vedere e sentire il mondo». Il giovane è sedotto dal fascino della caotica metropoli caotica e intravede l’occasione di una seconda vita, anche se significa il sacrificio di farsi trascinare nel terrificante mondo del traffico di organi. Con emozionanti e mai convenzionali pennellate vivide, Vattani dipinge un sensuale e commuovente noir. «Nel mondo di Al Tayar» – racconta – «il destino degli uomini non viene deciso dalla malvagità delle loro azioni, ma dallo scorrere inesorabile del Nilo. È una corrente in cui non si può far altro che lasciarsi andare, anche a costo di perdere l’anima».

          L’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, presidente della Ferrero, con la moglie di Vattani

Nutrito il parterre delle personalità diplomatiche che hanno partecipato all’incontro, gli ambasciatori Mammad Ahmadzada, Repubblica dell’Azerbaigian, Umberto Vattani, già segretario generale della Farnesina, presidente della Fondazione Italia Giappone e della Venice International University, Francesco Paolo Fulci, presidente della Ferrero, Alessandro Minuto Rizzo, già segretario generale della NATO, Marisela Federici, il sen. Maurizio Gasparri, l’ex vicepresidente del CSM, Michele Vietti, Mattia Carlin, vicepresidente Unione dei Consoli Onorari in Italia, Peppino Borga, già ambasciatore a Buenos Aires, Luca Sabbatucci, già capo del personale della Farnesina, Carlo Maria Oliva, già ambasciatore italiano all’OCSE, Claudio Moreno, gli attori Paola Gassman, Anna Fendi, Jun Ichikawa, Vincenzo Bocciarelli, e il prof. Anton Giulio de Robertis, vicepresidente del Comitato Atlantico.

 

Doroteia Martines Robinho

Foto © Donatella Gimigliano

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