Alitalia, tutto cambia, ma le perdite non finiscono mai

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Anche per il 2016 si stima un passivo di 400 milioni di euro. I prossimi due mesi sono cruciali per la compagnia aerea italiana. Drastica riduzione dei costi

Ci sono due momenti importanti nella storia recente di Alitalia. Il primo si identifica con l’inizio delle operazioni di volo il 13 gennaio 2009 per volontà di un gruppo di imprenditori italiani con a capo Roberto Colaninno, Intesa SanPaolo, Atlantia (Benetton), il siderurgico Riva e numerosi altri e l’ingresso di Air France con il 25% delle azioni per 322 milioni di euro. Il secondo periodo parte dal 1° gennaio 2015 con l’acquisizione da parte di Etihad Airways di una quota del 49% di Alitalia-Sai pari a 387,5 milioni di euro.

Dal 13 gennaio 2009 sino al 2015 Alitalia ha collezionato soltanto bilanci negativi: 327 milioni di euro le perdite nel 2009; – 168 nel 2010; – 69 nel 2011; -280 nel 2012; -568 nel 2013; -580 nel 2014; – 199,1 nel 2015. L’era “Colaninno e soci” si è chiusa nel 2014 con 1 miliardo 992 milioni di euro di perdite complessive. Dal 2009 al 2014 a guidare la compagnia come presidente è stato Roberto Colaninno, mentre in qualità di amministratore delegato sono stati Rocco Sabelli, Andrea Ragnetti, Gabriele Del Torchio sino a fine agosto 2014. Poi Silvano Cassano e Cramer Ball dal 7 marzo 2016.

La venuta in Italia di Etihad Airways, compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, per acquisire il 49% di Alitalia dal 1° gennaio 2015 non ha invertito la rotta: perdite per 199,1 milioni di euro nel primo anno di gestione emiratina. Alitalia stima per il 2016 una perdita netta di gestione sui 400 milioni, mentre nel 2017 le perdite potrebbero superare i 500 milioni. L’utile non verrebbe raggiunto prima del 2021, secondo quanto riporta “Il Sole 24 Ore”.

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Cramer Ball

Nonostante gli sforzi dei vertici di Alitalia («La prossima fase della nostra strategia vedrà investimenti pari a 400 milioni di euro nel 2016 per la flotta, per il rinnovamento delle cabine degli aerei, in tecnologia e in infrastrutture» aveva dichiarato Cramer Ball, amministratore delegato di Alitalia), Alitalia non riesce a stare al passo con le altre compagnie aeree concorrenti che realizzano utili e incremento di passeggeri. Con i vettori low cost Ryanair e Easyjet sempre più protagonisti sul mercato nazionale.

Poi c’è Malpensa che per anni ha diviso le politiche commerciali di Alitalia, che per un periodo prevedeva il trasferimento dei voli da Linate a Malpensa, poi la scelta di concentrare i voli sullo scalo di Fiumicino, facendone il proprio hub di riferimento. E non ultima la decisione di chiudere dal 1° febbraio 2017 la rotta Fiumicino-Malpensa, collegando Milano attraverso Linate. Decisione che verrà presa il prossimo 10 gennaio.

«I prossimi due mesi sono cruciali per Alitalia. E’ di vitale importanza che il personale della compagnia e i principali stakeholder, quali i partner commerciali, i fornitori e i sindacati, accettino e facciano propri i cambiamenti radicali di cui abbiamo bisogno. Solo così potremo ottenere un successivo e significativo finanziamento da parte degli azionisti, senza il quale Alitalia non avrà futuro», ha dichiarato Cramer Ball nel corso del Cda del 22 dicembre.

E’ in programma la seconda fase del piano industriale i cui dettagli saranno presentati a tutto il personale per cambiare il modello di business attraverso l’ulteriore sviluppo del network di lungo raggio; il ridisegno del business per il corto e medio raggio; la riduzione dei costi e l’aumento della produttività per poter competere con la concorrenza; la rivalutazione degli accordi di joint venture; il rafforzamento delle attuali partnership con altre compagnie aeree; la ricerca di nuovi accordi commerciali; la valorizzazione degli  ingenti investimenti tecnologici per competere con gli altri attori del mercato e per portare nuovi ricavi; la riduzione dell’organico per creare un’organizzazione più funzionale al business.

nuove-divise-alitalia «Nessuna decisione definitiva sulla riduzione del personale è stata ancora presa e il management comincerà da subito le consultazioni con il personale e con le rappresentanze sindacali» si legge nel comunicato del 22 dicembre.
Quando arriveranno risultati di bilancio positivi per Alitalia – che negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso era fra le più importanti compagnie aeree al mondo per sviluppo tecnologico, per passeggeri trasportati, per il servizio di bordo, per la bellezza delle divise di hostess e steward disegnate dai grandi stilisti della moda italiana (Sorelle Fontana, Mila Schön, Renato Balestra, Giorgio Armani) – per essere l’ambasciatore nel mondo del made in Italy?

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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