Dall’inizio dell’anno sette strutture sono state colpite, di cui sei solamente nel Paese martoriato da anni di guerra. Medici senza Frontiere: «E’ inaccettabile»
Sono almeno 14 le vittime del bombardamento dell’ospedale di Al Quds ad Aleppo. Due medici sono rimasti vittime dell’attacco che ha ridotto ad un cumulo di macerie l’edifico. La notizia prima di tutti è stata riferita da Medici senza Frontiere, nota organizzazione internazionale che forniva supporto all’ospedale sia dal punto di vista logistico che relativamente a consulenze di tipo medico.
Muskilda Zancada, capomissione di MSF in Siria ha così commentato l’accaduto: «Medici senza Frontiere condanna nel modo più assoluto questo vergognoso attacco, che colpisce un’altra struttura sanitaria in Siria […] Questo devastante attacco ha distrutto un ospedale vitale per Aleppo, che era anche il principale centro pediatrico dell’area. Dov’è l’indignazione di chi ha il potere e il dovere di fermare questo massacro?»
La situazione ad Aleppo è sempre più critica, è rimasta infatti solo una strada per andare e venire dai territori non controllati dal governo. Un’unica strada strategica per l’arrivo degli aiuti umani. Intanto altri attacchi si sono verificati ad altre strutture mediche nella zona. Il centro colpito ieri era l’ultimo per le cure dei bambini: l’ultimo pediatra della zona è stato ucciso.
MSF gestisce sei strutture mediche nel nord della Siria e supporta oltre 150 centri sanitari e ospedali in tutto il Paese, di cui molti in aree assediate. Nei mesi scorsi alcune di questi centri sono stati colpiti. Negli ultimi due anni gli attacchi alle strutture di Medici Senza Frontiere in giro per il mondo, nelle zone calde, si sono succeduti con una cadenza allarmante.
Nel 2016 bombardamenti aerei e attacchi hanno colpito 7 ospedali diretti dalla Ong (Organizzazione non governativa) o supportati, di cui 6 in Siria e uno in Yemen. L’anno scordo si sono verificati 106 bombardamenti aerei e attacchi, che hanno colpito 75 ospedali di cui 63 in Siria, 5 in Yemen, 5 in Ucraina, uno in Afghanistan e uno in Sudan. La situazione è intollerabile.
#NotATarget
Colpire le strutture sanitarie o con personale medico per il soccorso dei civili è una violazione del diritto umanitario internazionale e della Convenzione di Ginevra per la protezione del civili durante la guerra. Questo illecito internazionale deve essere punito. Medici senza frontiere ha lanciato sui social la campagna #notatarget che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che sta accadendo non soltanto in Siria ma nelle altre zone.
Non è semplice capire chi attacca queste strutture sopratutto in Siria, dove tutte le forze in gioco rimpallano le accuse, al momento sembra però che a colpire l’ospedale di Al Quds siano state le forze governative.
Ilenia Maria Calafiore
Foto © BBC, Medici Senza Frontiere