Apollo 11: cinquanta anni fa l’allunaggio. Con qualche sorpresa

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La missione Usa stimolò progressi in molti settori delle scienze e delle tecnologie tra cui avionica, informatica e telecomunicazioni. Ma sugli Ufo solo silenzio

Il tenente colonnello dell’Aeronautica militare italiana Luca Parmitano parte il 20 luglio dalla Base spaziale di Bajconur per la missione Beyond (oltre). Data non casuale in quanto nel 1969 proprio in questa giornata di  50 anni fa gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin sbarcarono sulla Luna mentre Michael Collins rimaneva in orbita sull’Apollo 11. Gli americani fecero quel viaggetto per ristabilire la loro supremazia sui sovietici che avevano osato realizzare dei primati in precedenza nella conquista dello spazio.

La missione Apollo 11 era stata studiata e predisposta perché tutto andasse secondo i piani, in quanto la precedente missione, l’Apollo 10, aveva corso il  rischio di schiantarsi sul suolo lunare. Dall’Apollo 11 scese per primo sul suolo lunare Neil Armstrong che lasciò la prima impronta sulla Luna, poi scese anche Robert Aldrin e insieme fecero una passeggiata di alcune ore raccogliendo materiale e piccole rocce. Milioni di persone in tutto il mondo, quel giorno, rimasero incollate davanti ai televisori  per assistere a una avventura che aveva dell’incredibile.

Chi scrive vide l’avvenimento dalla Tv italiana su un televisore in bianco e nero. Fu la prima maratona della Rai con 30 ore di diretta dallo studio 3 di via Teulada a Roma, condotta da Tito Stagno, con i commenti dal Centro spaziale della Nasa di Houston del mitico giornalista Ruggero Orlando. Tito Stagno storico giornalista della televisione pubblica (89enne) ha raccontato in una recente intervista su Rai Uno un aneddoto gustoso che riguarda la lunga diretta televisiva: «si moriva di caldo negli studi via Teulada quel giorno, per cui una parte della telecronaca l’abbiamo fatta in mutande. Abbiamo dovuto tenerci le giacche ma ci siamo tolti i pantaloni, certi che dietro le scrivanie le nostre gambe non si vedevano. Due giorni dopo me ne sono andato al mare a Fregene. Sulla spiaggia sono crollato dal sonno. Sentivo le persone sulla battigia che dicevano: «Anvedi Tito Stagno, pare morto!».

L’Apollo 11 era stato lanciato dal Kennedy Space Center il 16 luglio 1969 e l’allunaggio avvenne nella prevista zona del “Mare  tranquillitatisil 20 luglio 1969 alle ore 20,18. Armstrong trascorse due ore e mezza al di fuori della navicella, Aldrin poco meno. Insieme raccolsero 21 kg di materiale lunare che riportarono a terra. Il terzo membro dell’equipaggio, Collins rimase in orbita lunare, pilotando il modulo di Comando che riportò gli astronauti sulla Terra. C’è in proposito una curiosità che unisce l’Italia a Collins e che molti non sanno; l’astronauta era infatti nato a Roma in Via Tevere 16 nel 1930, in quanto il padre all’epoca si trovava nella Città eterna come funzionario distaccato presso l’ambasciata americana. Altra particolarità  che riguarda un’importante partecipazione italiana all’impresa lunare: per seguire le orbite del modulo venne scelto come elaboratore il P101 della Olivetti.

Ritornando all’allunaggio, quando arrivò l’atteso messaggio “Atterrato” tutti i telespettatori scoppiarono in un fragoroso applauso di orgoglio, l’uomo dopo migliaia di anni era riuscito in un’impresa sino ad allora immaginata da poeti e scrittori di tutte le epoche. È stata considerata una tappa fondamentale per altri obiettivi spaziali come il progetto di andare su Marte. Sembra che sulla Luna gli astronauti terrestri non fossero soli perché, come riferisce il quotidiano La Stampa, gli astronauti avrebbero visto dall’oblò della capsulaun oggetto a forma di anello che si  muoveva ad ellissi”.

Essi ne parlarono riservatamente al loro ritorno sulla terra, quando furono recuperati dalla portaerei Hornet, ma i responsabili della missione decisero di non rendere pubblica questa notizia. Il dr David Baker, Senior Scientist dell’Apollo 11, temendo il ridicolo, aveva vincolato l’equipaggio al silenzio. Molti sono convinti che dopo l’allunaggio i due astronauti abbiamo veduto “altre navi spaziali (extraterrestri) allineate al bordo del cratere”. Di questa flotta galattica non vi è traccia nelle foto e filmati della Nasa anche perché su 700 nastri della missione, ne sono misteriosamente spariti 698 e l’unica macchina in grado di visionarli non esiste più. Era conservata al Goddard Space Flight Center – Data Evaluation Lab che è stato chiuso e smantellato per mancanza di fondi.

 

Giancarlo Cocco

Foto © BBC (apertura), Giancarlo Cocco (foto riprese dal settimanale Tempo del 23 luglio 1969)

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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