Attacco al Parlamento, terrore a Londra. Dinamica Isis

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Bilancio di 4 morti, compreso l’attentatore. Dopo l’assalto nella capitale inglese ora massima attenzione anche in Italia per la firma dei Trattati

Un anno esatto dopo gli attacchi di Bruxelles ieri è toccato a Londra. Il Regno Unito potrà pure uscire dall’Unione europea ma non da questa spirale di violenza e di odio nei confronti di tutto l’Occidente. E forse mai come oggi c’è bisogno di unità fra gli Stati democratici. Ma torniamo alla cronaca: un bilancio di 4 morti (3 senza colpe più l’assassino) e 20 feriti. Il capo dell’antiterrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley, ha diffuso il resoconto di un pomeriggio di sangue nel cuore della City.

Dopo aver colpito in tutta Europa, il terrore non ha risparmiato la capitale britannica: oggi un uomo sui 40 anni si è lanciato a tutta velocità con una 4×4 lungo il Westminster Bridge, travolgendo molte persone, per poi finire la sua corsa proprio davanti ad uno degli ingressi del Parlamento del Regno Unito. Uscito dal veicolo, armato di coltello, si è diretto verso un agente di polizia a protezione dell’istituzione colpendolo a morte, per poi cadere lui stesso sotto il fuoco di reazione dei colleghi del pover’uomo.

Urla e panico tutto intorno, mentre scattava l’allarme rosso di Scotland Yard e venivano chiusi gli ingressi del palazzo della politica, e poco dopo i cancelli di Buckingham Palace con la regina al suo interno, la vicina metropolitana e perfino il London Eye, la ruota panoramica dall’altra parte del Tamigi, con la gente rimasta per quasi un’ora bloccata dentro le cabine. Decine le ambulanze accorse sul posto, mentre dal cielo le eliambulanze atterravano nel prato davanti a Westminster in una scena da prima linea.

Non c’è stato nulla da fare per una donna e un’altra persona investite nella folle corsa del Suv che ha causato anche diversi feriti, fra cui tre tre agenti di polizia e altrettanti studenti francesi: anche una giovane bolognese, che vive a Londra da 6 anni, è rimasta lievemente ferita, ha riferito una sua familiare Silvia Grandi, docente all’università di Bologna. L’attacco terroristico ha anche portato ad un gesto di eroismo, purtroppo senza il lieto fine, ma documentato dalle riprese: il viceministro Tobias Ellwood, ex capitano dei commandos, ha tentato di tenere in vita l’agente ferito a morte all’ingresso del Parlamento. Ha avuto più fortuna una donna che lanciatasi nel Tamigi dal Westminster Bridge è stata recuperata dai soccorsi.

Si è trattato di un lupo solitario, come già accaduto di recente al mercato di Natale a Berlino. E ancora una volta le “armi” utilizzate sono di uso comune, un coltello da cucina, fotografato mentre il sospetto veniva soccorso dopo essere stato colpito dalla polizia, e un veicolo lanciato ad alta velocità. Molti nell’occasione hanno ricordato il precedente di Michael Olumide Adebolajo e Michael Oluwatobi Adebowale, i due terroristi britannici di origini nigeriane che nel 2013, nel sud di Londra, uccisero il soldato di Sua Maestà Lee Rigby con una mannaia, dopo averlo investito.

Il modus operandi dell’attentatore di oggi a Londra sembra rientrare nella strategiaa basso costodell’Isis che, già dall’estate scorsa, invitava i jihadisti in Europa a colpire, in mancanza di armi o esplosivo, con coltelli o veicoli. L’attacco più sanguinoso messo in atto con queste modalità è stato quello di Nizza, il 14 luglio dello scorso anno, quando un tir si è lanciato a tutta velocità sulla Promenade des Anglais, gremita di gente per le celebrazioni della festa nazionale francese.

La Gran Bretagna ha cercato fin da subito di reagire al nuovo attacco nella ormai sua lunga storia di lotta al terrore. La premier Theresa May ha riunito il comitato di emergenza Cobra. Anche perché, come nel caso precedente, la risposta della città è: normalità. Già domani il Parlamento si riunirà nei “consueti orari”. Per dare un segnale chiaro ai terroristi. La solidarietà è arrivata immediata dagli altri Parlamenti del Regno Unito, primo fra tutti quello di Edimburgo, che ha sospeso la seduta proprio nel giorno in cui si doveva votare per la richiesta di un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia in risposta alla Brexit.

E dai leader occidentali, fra cui il presidente americano Donald Trump, che ha telefonato alla May, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjorn Jagland, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (oggi alle cerimonie di commemorazione degli attacchi di Bruxelles avvenuti esattamente un anno fa) e il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, che ha ribadito la vicinanza dell’Italia alla Gran Bretagna. L’attacco al Parlamento di Londra ha fatto subito pensare all’appuntamento di sabato in Campidoglio per i sessant’anni dei Trattati di Roma, con decine di capi di Stato e di Governo in arrivo nella Capitale, spinge l’Italia a rileggere le misure di sicurezza già predisposte e ad innalzare al massimo il livello di attenzione, sia sotto il profilo informativo che sotto quello operativo.

Come hanno ribadito nell’ultima relazione al Parlamento gli 007, è ormai sempre più concreto il rischio che alcuni soggetti possano compiere attentati anche nel territorio italiano. Ecco perché sarà il ministro dell’Interno Marco Minniti a presiedere la riunione del Comitato di Analisi Strategica antiterrorismo (Casa) convocata al Viminale: un’occasione per fare il punto della situazione, incrociare le informazioni provenienti da Londra con le informative riservate dei servizi alleati già analizzate nei precedenti incontri, valutare la necessità di predisporre nuove misure o rimodulare quelle già in atto. Prima tra tutti la sospensione di Schengen.

La ribalta mondiale offerta dalle celebrazioni per la nascita dell’Unione europea potrebbe, infatti, spingere qualcuno ad entrare in azione ed emulare quanto accaduto a Londra. Non è un segreto, tra l’altro, che la principale preoccupazione dell’intelligence non sia rappresentata da cellule organizzate o gruppi terroristici strutturati, bensì da singoli “radicalizzati in casa”, magari on line, che, viste le difficoltà dell’Isis in Siria e Iraq, potrebbero decidere di colpire in Italia.

 

Margit Szucs

Foto © NBC

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