Bulgaria alla presidenza del semestre, «l’Unione fa la forza»

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Fra le priorità sicurezza, Europa del futuro, giovani, economia digitale e Balcani occidentali. Cerimonia ufficiale 11 e 12 gennaio a Sofia

È iniziata ufficialmente a Capodanno la prima presidenza bulgara della storia dell’Unione europea, dopo l’ultimo semestre passato alla guida dall’Estonia.  Il timone è dunque passato al Paese dell’Est entrato nell’Ue con tanto entusiasmo ed enfasi retorica il primo gennaio di undici anni fa (2007), per la prima volta nella turnazione di presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Sarà il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker a omaggiare Sofia esattamente fra una settimana, quando giovedì 11 e venerdì 12 compirà il consueto incontro con il governo presidente semestrale dell’Ue, tra grandi fanfare ed eccezionali misure di sicurezza.

Oggi, nonostante la mancanza di esperienza al vertice europeo, gli umori delle autorità sembrano essere quelli del 2007. Sotto lo slogan “L’Unione fa la forza“, che è anche il motto dello stemma della Repubblica, la Bulgaria intende concentrarsi su quattro priorità principali: il futuro dell’Europa e dei giovani, la sicurezza e la stabilità, l’economia digitale e i Balcani occidentali. La “ciliegina sulla torta” della presidenza bulgara dovrebbe essere proprio il vertice, previsto per il 17 maggio prossimo, dei leader Ue con quelli dei Paesi dei Balcani occidentali, dedicato alla prospettiva europea della regione.

Boyko Borissov

«La Bulgaria sarà un partner affidabile e stabile in Europa anche alla luce della presidenza di turno del Consiglio Ue, poiché il Paese ha ottenuto il riconoscimento dei leader mondiali come fattore di stabilità nella regione balcanica», ha dichiarato il premier conservatore Boyko Borissov, a capo del suo terzo governo di coalizione con i nazionalisti del blocco “Patrioti uniti”. Sono in agenda circa 300 riunioni ufficiali, delle quali sei a livello parlamentare. D’altro canto, il governo di Sofia in diverse occasioni ha dichiarato che intende far leva, nei prossimi sei mesi, sugli altri Stati membri dell’Ue per entrare a pieno titolo nell’area Schengen e avvicinarsi all’Eurozona.

La Bulgaria avrà a che fare anche con diverse situazioni urgenti, tra le quali quella all’ombra della Brexit, la spinosa questione della crisi migratoria, la politica di coesione post 2020 e le diverse controversie tra gli Stati membri. Luci e ombre caratterizzano il semestre di presidenza bulgara della Ue. Numeri alla mano, Sofia ha registrato una crescita del Pil del 4% nel 2017. Il 62% dei bulgari, secondo i sondaggi, ha fiducia nell’Ue, la disoccupazione è scesa al 7%. Ma è noto che la Bulgaria rimane il Paese più povero e corrotto dell’Unione.

«In Bulgaria, che assume la presidenza del Consiglio Ue, ci sono alti livelli di corruzione politica e una corruzione amministrativa rampante», ha scritto il quotidiano britannico Guardian, mentre il tedesco Die Zeit ha ricordato che la Bulgaria «continua ad essere il fanalino di coda in tutte le classifiche in fatto di conquiste sociali nel Paese».

 

Stéphka Stoeva

Foto © European Union

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