Per il viceministro dello Sviluppo Economico un buon accordo tra Usa e Ue rafforzerà le esportazioni dei nostri prodotti agroalimentari Oltreoceano
Il governo italiano ha stanziato 260 milioni di euro per promuovere, attraverso l’Ice, l’eccellenza del Made in Italy: oltre che al tessile e alla gioielleria, particolare riguardo verrà riservato al food and wine. Il viceministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, intervenuto al FMI Connect (Food Marketing Institute, la principale fiera del prodotto alimentare dedicata al mondo della grande distribuzione organizzata e della vendita al dettaglio, in corso a Chicago), ha spiegato che per l’Italia l’obiettivo è chiudere il 2015 con un +15% di export, bissando l’exploit del 2014, quando le esportazioni di prodotti italiani verso gli Usa avevano registrato una crescita del 6,2% rispetto al 2013.
FMI Connect è una delle esibizioni più quotate negli Stati Uniti e nel mondo per quanto riguarda il comparto food. Quella di quest’anno poi assume un significato particolare, poichè si svolge sullo sfondo delle complicate trattative tra Usa e Ue a proposito del TTIP, l’accordo di libero scambio operativo ad inizio 2016. A tal proposito, il viceministro Calenda si è detto realista sulla convergenza delle due parti, già nei primi mesi del 2016, su di «un TTIP sostanzioso, che contempli tariffe, convergenza regolamentare, energia e qualcosa sulle indicazioni geografiche dei prodotti».
Un accordo foriero di effetti enormi per la nostra industria: «Il mercato americano potenziale per il “Made in Italy” prima del TTIP è di 9,2 miliardi di euro – sottolinea Calenda – e si calcola che la chiusura di un accordo di libero scambio ambizioso si tradurrebbe in un aumento potenziale del Pil italiano dello 0,5%, un valore molto significativo».
Alessandro Ronga
Foto Morgue/Wikicommons