Caso Xylella, la Cge avvia il procedimento accelerato

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Mentre le nuove misure Ue si erano allineate con la “zona libera” italiana, il presidente della Corte di giustizia velocizza la decisione su domanda pregiudiziale del Tar del Lazio

La Corte di giustizia dell’Unione europea (Cge) ha disposto l’inizio di un procedimento veloce di esame dei ricorsi da parte di alcuni agricoltori italiani contro i provvedimenti adottati dal governo nazionale per far fronte all’emergenza ambientale e agricola rappresentata dal batterio Xylella Fastidiosa, in particolare, per le piantagioni di ulivo della regione Puglia. Lo ha reso noto la stessa CGE, spiegando che la procedura in questione prevede, tra l’altro, la fissazione immediata della data dell’udienza della causa.

L’ordinanza segue una domanda pregiudiziale del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio, davanti al quale sono stati proposti dei ricorsi da parte di alcuni agricoltori pugliesi contro i provvedimenti adottati dall’esecutivo italiano. In particolare il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) ha introdotto, il 19 giugno del 2015, un decreto (n. 2180) con il quale ha imposto l’abbattimento degli ulivi, anche se sani e ancora non colpiti dal batterio, siti nel raggio di 100 metri di distanza rispetto a ogni albero infetto; il decreto prevede, in secondo luogo, la distruzione di almeno tre ettari di ulivi per ogni pianta colpita, pena l’irrogazione di pesanti sanzioni per gli agricoltori inadempienti.

CGEIn seguito al ricorso degli agricoltori, il Tar del Lazio ha deciso di proporre una questione pregiudiziale in merito alla possibile contraddittorietà con la normativa europea (Direttiva 2000/29/CE del Consiglio, dell’8 maggio 2000, concernente le misure di protezione contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione) che costituisce la base del suddetto decreto e che non prevede alcun obbligo di rimozione delle piante sane, senza peraltro un’indagine scientifica preventiva che consenta di concludere che tale rimozione sia l’unica misura idonea a fermare la diffusione del batterio. Il Tar ha quindi sospeso il procedimento e l’esecuzione del decreto stesso, in attesa del provvedimento finale della Corte.

Il presidente della Corte, visto il presumibile rischio di danni irreversibili all’ecosistema e all’agricoltura del territorio pugliese che un prolungamento eccessivo di tale sospensione potrebbe produrre, ha emanato suddetta ordinanza disponendo l’avvio di un procedimento accelerato, come richiesto dal Tar.

Eppure le nuove misure Ue anti-Xylella si erano allineate nei giorni scorsi alla decisione presa via decreto dall’Italia sull’area “libera” dal batterio killer degli ulivi, che la estendeva di 40 km a nord. In pratica, eradicazioni degli ulivi malati solo in una fascia di contenimento di 20 km della parte superiore della zona infetta e in eventuali nuovi focolai al di fuori di quest’ultima. Permane tuttora il divieto di piantare nuovi olivi. Al di fuori dell’area demarcata, invece, restano in vigore rigide condizioni per la movimentazione delle piante, mentre si applicano provvedimenti più leggeri per importazioni e movimenti nell’Ue per materiale vegetale cresciuto in vitro in condizioni sterili, con un aggiornamento della lista delle piante specificate in base alle nuove prove raccolte da Efsa e Francia. Tutto ciò si era appreso da fonti della Commissione europea al termine della riunione del comitato per la salute delle piante.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © Commissione europea e Corte di giustizia dell’Unione europea

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