Clima: Ue fissa target di emissioni di CO2 per il 2030

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L’obiettivo è rispettare gli impegni presi a dicembre alla COP21 di Parigi. I tagli più importanti riguarderanno i Paesi ricchi. L’Italia dovrà diminuire del 33% rispetto al 2005

Dopo l’accordo approvato lo scorso dicembre a Parigi alla conferenza internazionale sul clima, l’Unione europea si pone degli obiettivi concreti per rispettare tali impegni. La Commissione Ue ha infatti presentato un pacchetto di misure per un’economia a basso contenuto di carbone che prevede standard precisi da rispettare entro il 2030. Nel complesso l’Ue dovrà raggiungere un abbattimento dei gas serra pari al 40%. La novità principale di questo pacchetto, tuttavia, consiste nel fatto che per la prima volta la Commissione ha indicato degli obiettivi annuali per ogni singolo Stato membro, per i quali sono previsti impegni in tutti settori economici, fra i quali anche l’agricoltura, la gestione delle foreste e l’uso dei terreni.

Per evitare tuttavia che il raggiungimento degli standard possa danneggiare l’economia, sono previste delle flessibilità, anche in considerazione di eventuali eventi climatici inattesi. Ogni Paese inoltre, seguendo le linee guida dettate da Bruxelles, potrà adottare proprie misure a livello nazionale.
Maggiormente coinvolti saranno gli Stati più ricchi dell’Ue: fra questi spicca la Germania, il Paese in assoluto più inquinante cui è stato richiesto un taglio del 38%. Regno Unito e Francia dovranno invece diminuire le emissione del 37%, mentre l’Italia del 33%.

Da parte sua l’Unione europea ha elaborato un piano per incentivare la mobilità a basse emissioni: il piano prevede un impegno concreto da parte dei singoli Stati nel rendere più efficiente il trasporto pubblico, incoraggiare l’uso di biocarburanti avanzati e stimolare politiche sociali che promuovano l’uso del car-pooling, car-sharing e delle biciclette.

La Commissione ha inoltre voluto sottolineare come il raggiungimento degli obiettivi climatici per il 2030 possa implicare anche conseguenze positive per l’economia dell’Ue: «Questo – si legge in una nota – è un cambiamento in grado di fornire posti di lavoro, crescita e creare opportunità di investimento per l’Europa, oltre a mitigare i cambiamenti climatici pericolosi. Tale transizione richiede cambiamenti nel business e negli investimenti che saranno incentivati dalla politica. La modernizzazione dell’economia stimolerà gli investimenti e l’innovazione in nuove tecnologie e garantirà all’Ue di rimanere un leader mondiale nel settore delle energie rinnovabili ed essere competitivo nei mercati di beni e servizi come i veicoli a basse emissioni e l’efficienza energetica».

 

Valentina Ferraro
Foto © European Union

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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