Al seminario per la formazione continua dei giornalisti, svoltosi nella capitale presso la Biblioteca della Link Campus University, spiegate le differenze tra Cedu e Ue
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale da non confondersi con le istituzioni dell’Unione europea. Sembra banale eppure chi ne conosce nei dettagli le differenze? Se n’è parlato diffusamente nel seminario per giornalisti svoltosi a Roma presso la Biblioteca della Link Campus University, promosso dall’Associazione stampa romana, moderato da Tommaso Polidoro che ne coordina l’Area Innovazione e Formazione. Durante la giornata si sono susseguiti gli interventi di Stefano Dominioni, segretario esevutivo Itinerari culturali presso il Consiglio d’Europa, il portavoce dell’organizzazione con sede a Strasburgo Giuseppe Zaffuto, Riccardo Priore coordinatore del “processo di Torino” per la Carta sociale europea e il nostro direttore di Eurocomunicazione Giovanni De Negri. Il presidente della Link University Vincenzo Scotti ha aperto i lavori.
Fondato il 5 maggio del 1949 con il trattato di Londra, il Consiglio d’Europa contava inizialmente dieci Stati: Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia. Con il tempo se ne sono aggiunti tanti altri, arrivando a ben 47 tra cui la Russia, entrata nel 1996, l’Armenia e la Turchia. «Importante è non confondersi con i 28 Paesi membri dell’Unione europea», ha precisato subito Zaffuto. Tutti i membri del Consiglio d’Europa sono aderenti alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che formano una zona dell’Europa totalmente esente dall’uso della pena di morte. E’ questa una condizione necessaria per aderirvi.
Altra importante iniziativa promossa dal Consiglio d’Europa, di cui ha parlato ampiamente Stefano Dominioni, sono gli “Itinerari Culturali” iniziati nel 1987 con i “Cammini di Santiago de Compostela”. Questo programma è maturato all’interno di un gruppo di lavoro del Consiglio che intuì come i luoghi di attrazione culturale europea potessero avere un ruolo primario per la valorizzazione del tempo libero, unito alla conoscenza delle variegate comunità europee, in particolare nei Paesi dell’Europa centrale e orientale. Al Cammino di Compostela, negli anni si sono uniti altri itinerari; nel 1990 “L’European Mozart Ways”, nel 2007 la “Transromanica”, nel 2010 “Le strade Europee delle Abbazie Cistercensi”, nel 2015 “Destinazione Napoleone” e “Le vie del vino” per citarne solo alcune.
Si è arrivati a 33 itinerari che coinvolgono centinaia di piccole città ma anche organismi universitari e scuole di tutta Europa, ne è un esempio “La via Francigena” che parte dall’Inghilterra, attraversa il Continente europeo e giunge fino in Italia.«Compito del Consiglio d’Europa è quindi valorizzare il patrimonio materiale e immateriale spiegando ai cittadini europei il significato storico dei territori attraversati» ci dice infine Dominioni. Giuseppe Zaffuto, nel suo intervento, ha chiaramente spiegato l’abc del Consiglio d’Europa, a cui appartengono parlamentari nazionali, diversamente dagli Eurodeputati, i quali si riuniscono a Strasburgo quattro volte l’anno.
C’è poi il Comitato europeo dei Diritti sociali, il quale ha il compito di controllare il rispetto da parte degli Stati degli obblighi previsti dalla Carta che riguarda il lavoro, la tutela giuridica e sociale, la circolazione delle persone, la non discriminazione. Nel caso in cui uno Stato non prenda misure necessarie per conformarsi alla Carta, il Comitato dei ministri (degli Esteri) raccomanda a questo Stato di modificare la situazione nel suo diritto interno .Un protocollo entrato in vigore nel 1998 permette a sindacati nazionali o internazionali, alle organizzazioni dei datori di lavoro e a Ong internazionali di presentare al Comitato europeo dei Diritti sociali, reclami su violazioni della Carta e per l’applicazione di sanzioni. Insomma un seminario che sarebbe opportuno reiterare e che ha consentito ad un centinaio di giornalisti di avere idee più chiare sui differenti organismi europei.
Giancarlo Cocco
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