Il Consiglio d’Europa: va protetto il lavoro dei giornalisti

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Nuove linee-guida per fare fronte ad intimidazioni in aumento in alcuni Paesi-membri. Da cui nemmeno l’Italia è immune (più di 2.800 casi negli ultimi 10 anni)

Il Consiglio d’Europa ha adottato una serie di linee-guida finalizzate ad assicurare la tutela dei giornalisti e la salvaguardia del giornalismo libero nei suoi 47 Stati-membro: la Commissione dei Ministri (il braccio esecutivo dell’Organizzazione) ha inviato una raccomandazione ai vari governi perché rivedano la legislazione nazionale e la pratica riguardante la libertà di stampa, per renderle conformi alla Convenzione Europea per i Diritti Umani. «Visto il numero e la gravità delle minacce e degli attacchi contro i giornalisti e gli altri media in Europa, che hanno effetti letali sul funzionamento di una società democratica, sono necessarie misure a lungo termine a livello nazionale e internazionale per rafforzare la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, e per eliminare alla radice l’impunità», si legge nella dichiarazione.

Le linee-guida contengono specifiche misure per prevenire violazioni della libertà dei media, a cominciare dalla violenza fisica contro i giornalisti, per tutelare in concreto gli operatori della stampa e perseguire i crimini commessi contro di loro. Inoltre, offrono indicazioni agli Stati su come adempiere a pieno ai loro obblighi a riguardo, combinando misure legali e amministrative. «I media liberi giocano un ruolo essenziale in ogni democrazia che funziona. Per questo deve essere consentito loro giudicare chi è al potere e rendere pubblici casi di corruzione. Il nostro compito è difendere la libertà di espressione e proteggere il loro lavoro», ha commentato Thorbjorn Jagland, Segretario generale dell’Organizzazione.

newspaperLa tempistica con cui il Consiglio d’Europa è intervenuto non è casuale. La fine del 2015 e l’inizio del 2016 hanno visto forti arretramenti in fatto di libertà di stampa in Polonia, dove una nuova legge ha aumentato i poteri del governo sulla Televisione di Stato, e in Turchia dove testate d’opposizione sono state chiuse o poste sotto controllo governativo, e diversi giornalisti arrestati. Ma, seppur in misura minore, anche l’Italia non è esente da casi in cui giornalisti diventano oggetto di minacce. L’Osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia, promosso dalla FNSI e dall’Ordine dei Giornalisti, ha registrato negli ultimi dieci anni più di 2.800 casi di intimidazione verso i rappresentati della stampa, provenienti il più volte da organizzazioni mafiose, ma talvolta anche da organizzazioni politiche, privati cittadini e persino squadre di calcio.

Alessandro Ronga

Foto © Wikicommons/Council of Europe

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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