Il think tank, dopo l’eurodeputato portoghese Paulo Rangel, incontra il francese Francois-Xavier Bellamy, filosofo e parlamentare Ue, per presentare il suo ultimo libro Dimora
Secondo appuntamento della serie “Conversazione sul futuro dell’Europa” per il think tank di recente battesimo Esperia, quello tenutosi il 29 gennaio a Bruxelles presso la sede della Regione Piemonte. In una sala gremita e curiosa, il filosofo ed eurodeputato francese Francois-Xavier Bellamy ha presentato e dibattuto con il pubblico accorso numeroso il suo ultimo libro, Dimora.
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Dopo il successo de “I diseredati”, Bellamy ha raccontato il senso delle sue riflessioni e dei motivi che lo hanno spinto a arricchire il dibattito sulla nostra società che rischia di perdere la sua essenza nella corsa continua senza un vero obiettivo. È il “movimento perpetuo” in un mondo in cui tutto cambia che Bellamy colloca sul banco degli imputati. Una corsa senza riferimenti e radici, mentre il naturale bisogno umano di una dimora, di un luogo da abitare dove ci possiamo ritrovare, un luogo che diventi familiare, un punto di riferimento intorno al quale il mondo intero si organizzi, rappresenta il vero ancoraggio saldo della nostra società.
A introdurre l’ospite, l’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, ora presidente della commissione Affari costituzionali dell’Assemblea di Strasburgo e vicepresidente del PPE, che ha aperto l’incontro rilanciando l’importanza dei valori per la nostra società e di riallacciare il nostro viaggio terreno alle nostre origini e identità, che rappresentano le radici comuni dell’Europa.
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Bellamy si è subito tuffato nel suo ruolo, in un intervento appassionato e ricco di eloquenza, con provocazioni e spunti di riflessione culturali e simbolici, ispirando un dibattito di confronto con molti partecipanti, che hanno rilanciato e affinato le “provocazioni” del francese. In un mondo che ha fatto del movimento un imperativo universale, il riferimento al partito “En Marche” non è casuale, «mi è sembrato fondamentale mostrare» – ha dichiarato il filoso francese – «lo squilibrio che si è venuto a creare in seguito alla dimenticanza della stabilità necessaria alla nostra vita».
Ciò che rende possibile il movimento di ogni vita e le dona un senso è sempre ciò che permane, ha aggiunto. Questa società, purtroppo, rischia di essere sempre più effimera, sempre più liquida e debole, perché vengono a mancare questi punti di riferimento. E viene a mancare la famiglia, il ruolo e la centralità della persona. Viene a mancare anche un giusto rapporto tra l’uomo e la tecnologia.
Le “Conversazione sul futuro dell’Europa” di Esperia col filosofo ed europarlamentare francese Francois-Xavier Bellamy, dopo il portoghese Paulo Rangel. Su https://t.co/6WMbyCFQ94 i video della serata #Europa @esperiaonline @amaresi @fxbellamy @Antonio_Tajani pic.twitter.com/3P3SZhYyzs
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«Abbiamo un convincimento legato soprattutto alla visione dell’uomo e della società» – ha concluso Tajani – «noi mettiamo al centro di tutto la persona con i suoi diritti. Lo Stato e le istituzioni devono garantire la difesa di questi diritti e le istituzioni sono al servizio del cittadino. Dalle nostre radici, fatte di democrazia e diritto, parte un modello di società che dovrebbe essere quella europea. L’Europa nella quale crediamo è l’Europa che deve dare garanzie e certezze ai cittadini e tutelarli nell’era della globalizzazione».
Il Circolo Esperia, think tank nato recentemente a Bruxelles, vuole fornire un contributo alla conferenza inter istituzionale sul Futuro dell’Europa, che deve indicare la strada dell’Europa di domani. Dopo il primo confronto di lancio nel dicembre scorso con l’eurodeputato portoghese Paulo Rangel sulla democrazia ai tempi dei social network, nelle prossime settimane saranno organizzati altri momenti di riflessione, dibattito e confronto per fornire spunti ai decision makers europei.
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Il logo di Esperia passa in rassegna quattro fotogrammi della storia dell’Occidente: il trireme greco del mare poi divenuto nostrum; le vie d’acqua che si trasformano nei ponti e nelle strade romane; le lettere del nostro alfabeto greco–etrusco, solido fondamento delle vie di comunicazione e la meridiana, che evoca il calendario romano dove fondere passato e futuro in un moto di perpetuità.
Nino Cingolani
Foto e video © Eurocomunicazione, Esperia