COP21: a fine novembre 195 Paesi riuniti per la Conferenza sul Clima

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Da Pechino dichiarazione congiunta del presidente francese Hollande e cinese Xi Jinping: «Serve un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante»

Manca meno di un mese alla XXI Conferenza della parti: dal 30 novembre all’11 dicembre Parigi ospiterà infatti COP21, conferenza Onu sul clima, che vedrà la partecipazione di 195 Paesi. Un appuntamento di vitale importanza per il futuro del nostro Pianeta, che ha fra i suoi obiettivi principali il contenimento della temperatura media globale entro i 2 gradi, soglia di guardia stabilita dagli scienziati, oltre la quale si rischierebbero preoccupanti effetti a livello globale.

16451794648_f54e94c55a_mSi tratta di un obiettivo considerato di primaria importanza da tutti i partecipanti, anche se non sarà facile trovare modalità condivise per il suo raggiungimento. Se da una parte il grande valore aggiunto della conferenza che sta per aprirsi a Parigi, rispetto a Kyoto, si trova proprio nel numero di Paesi che hanno deciso di aderire, primi fra tutti Cina e Usa, che non avevano firmato il trattato nella città giapponese; dall’altra tuttavia questo rischia di complicare inevitabilmente le cose. Basti pensare alla grande disparità di risorse di cui dispongono i Paesi partecipanti, che li pone, fatalmente, su piani diversi.

Le trattative vanno avanti ormai da anni e di certo c’è ancora molto lavoro da fare per arrivare ad un accordo finale condiviso. L’appuntamento di Parigi però è alle porte. Dopo la riunione di Bonn, che ha ospitato gli ultimi negoziati tecnici, ora l’attesa è tutta rivolta al rapporto relativo ai contributi di riduzioni delle emissioni globali presentati finora e ai suoi effetti. Proprio in questi giorni, il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, che presiederà la conferenza di Parigi, ha voluto fare il punto sullo stato dei lavori.  Nel corso di un intervento presso l’Europarlamento Fabius ha infatti precisato che il testo in discussione per un accordo sul clima è stato ridotto a sole 50 pagine, anche se non ha nascosto che «molti nodi rimangono aperti».

Laurent FABIUSIl ministro ha colto inoltre l’occasione per illustrare le prossime tappe che porteranno a COP21: «Alla fine della settimana prossima – ha annunciato – riunirò a Parigi una sorta di “Pre-COP”, con 80 ministri». Sarà poi la volta del G20 di metà novembre che si svolgerà in Turchia e infine del Commonwealth a Malta.

Fabius ha inoltre esposte quelle che ritiene le tre condizioni necessarie per far sì che la Conferenza di Parigi possa considerarsi «un successo».
In primo luogo «occorre arrivare a un accordo che limiti il riscaldamento globale da qui alla fine del secolo entro i due gradi, un grado e mezzo». In considerazione di questo obiettivo, il ministro francese ha sottolineato di volersi battere «per la clausola di revisione, uno strumento che ogni cinque anni ci permetta di fare il punto e rivedere gli impegni».
Seconda condizione, altrettanto importante, «è che l’accordo sia giuridicamente vincolante per garantire il raggiungimento dei giusti obiettivi a breve termine».

François HollandeInfine, Fabius ha posto come ultima condizione, anch’essa evidentemente inderogabile, quella relativa «all’aspetto finanziario e della tecnologia». Si parla di un fondo di 100 miliardi di dollari annui che, a partire dal 2020, i Paesi più ricchi dovrebbero destinare ai Paesi in via di sviluppo per dargli modo di investire in tecnologia e sviluppo per il contenimento delle emissioni di CO2 e i processi di adattamento.
«Il mio compito – ha aggiunto Fabius con determinazione – è quello di raggiungere un compromesso ambizioso. Non abbiamo un piano B perché non esiste un Pianeta B».

A dare maggior forza alle parole del ministro francese, è arrivata oggi la dichiarazione congiunta del presidente francese François Hollande e cinese Xi Jinping che, da Pechino, si sono detti «determinati ad agire assieme», sottolineando a loro volta la necessità che alla COP21 si arrivi ad  «accordo ambizioso e giuridicamente vincolante» sul clima.

 

 

Valentina Ferraro

Foto © European Union 2015 and Creative Commons

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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