Una mostra allestita nella Capitale, in occasione dei sessanta anni dei Trattati di Roma, reinterpreta il logo dell’Unione
Una distesa di scarpe che richiama alla memoria gli agghiaccianti accumuli di oggetti visibili ad Auschwitz, una serie di copertoni costellati di catene, una distesa di impermeabili, di salvagenti, di corone di fiori a evocare le innumerevoli tragedie che funestano il Mar Mediterraneo, questo il viaggio che l’artista Corrado Veneziano propone alle atrofizzate coscienze europee. Qualsiasi tentazione trionfalistica viene superata dalla drammatica evidenza di questi lavori, dal loro scoperto simbolismo.
Tre opere in mostra nel cuore del quartiere Coppedé a Roma, tre installazioni per reinterpretare in maniera provocatoria e stimolante il logo dell’Unione europea in occasione dell’anniversario della sua nascita, sancita appunto il 25 marzo dell’ormai lontano 1957 dai cosiddetti Trattati di Roma. Un elemento perturbante inserito nell’ambito di un’occasione celebrativa, perchè l’arte deve scuotere e risvegliare il libero pensiero.
Rileggere il logo dell’Unione significa evidenziare la necessità di una riflessione approfondita su quanto resta ancora da fare. L’Europa appare allora come un non luogo, uno spazio non definito e non esattamente localizzabile, come sottolinea l’antropologo Marc Augé. Viene da pensare alla zona immaginata da Andrei Tarkovskij in Stalker, un territorio misterioso che racchiude un sogno, una stanza all’interno della quale i desideri acquistano realtà. L’Europa è questo, una meravigliosa utopia che rischia ogni momento di dissolversi sotto la spinta degli egoismi nazionali e del populismo.
L’edificio europeo non può prescindere in alcun modo dalla cultura. Costruire un nuovo immaginario per infrangere i particolarismi, valorizzando nel contempo la molteplicità, individuare le basi comuni dell’essere europei, del nostro sentire collettivo, questo lo scopo sotteso al lavoro di Corrado Veneziano.
La riflessione estetica assume dunque un’importante valenza politica e sociale. L’arte come svelamento e l’arte come sollecitazione e ampliamento della sensibilità, scrive con l’acume che sempre lo contraddistingue Achille Bonito Oliva. Veneziano educa lo sguardo dello spettatore, e in questa sua vocazione didattica c’è tutto il valore di un impegno mai superficiale, carico di un’energia concreta e fattiva.
Riccardo Cenci
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Ue: un nuovo logo è possibile
a cura di Raffaella Salato
dal 25 marzo al 2 aprile
Spazio Veneziano – via Reno 18 A – Roma
Orari: 17.00 – 20.00
Ingresso libero