Cultura estone: i paesaggi di Konrad Mägi

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Il pittore è stato celebrato a Roma nell’esposizione aperta ieri, preceduta lunedì 9 ottobre da un evento con il presidente della Repubblica d’Estonia, Kersti Kaljulaid

Martedì 10 ottobre, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, è stata aperta la mostra delle opere dell’artista Konrad Mägi. La sera precedente, 9 ottobre, l’evento inaugurale ha visto la partecipazione dell’ambasciatrice estone in Italia, Celia Kuningas-Saagpakk e anche del presidente della Repubblica d’Estonia, Kersti Kaljulaid, che si trovava in visita nella Penisola. All’iniziativa, voluta dalla rappresentanza del Paese Baltico – che oggi nel Semestre di Presidenza Ue porta avanti priorità come mercato digitale ed eco sostenibilità – erano presenti esponenti di molte altre rappresentanze europee, in alcuni casi Stati vicini, con cui l’Estonia collabora spesso a livello internazionale: c’erano l’ambasciatore di Finlandia Janne Taalas e i consiglieri. Tallinn, oltre che vicina a Helsinki, coopera in tante materie anche con Roma e l’area del Mediterraneo, su questioni che spaziano dall’agricoltura all’innovazione.

Larte di Kondrad Mägi (1878-1925) è caratterizzata da un saldo rapporto con la natura, la casa d’infanzia del pittore era circondata dai boschi. «In me non c’è altro che un pezzetto della nostra natura» scriveva Mägi, che prima maturò come artigiano e sviluppò poi la sua passione, che lo spinse ad ottenere una preparazione artistica a San Pietroburgo, dove si trasferì conoscendo le correnti internazionali di quello che era davvero un grande centro culturale in un’epoca di rapidi cambiamenti, lì il pittore partecipò anche al tentativo di rivoluzione del 1905: era anarchico e avversava l’establishment nobile e imprenditoriale e i nazionalismi, crescenti in quel periodo.

Mägi nel 1906 andò nel bellissimo arcipelago finlandese delle Åland: il suo interesse per i paesaggi si accentuò così ancora di più, imprimendo un marchio duraturo alle opere dell’artista, che proseguì stabilendosi a Helsinki (e in seguito a Parigi). La particolarità dei quadri del giovane estone era la capacità di fondere le qualità figurative elaborate e le sperimentazioni moderne che conquistavano allora la ribalta in Francia (come il fauvismo e il divisionismo). L’artista baltico descriveva la scelta alternativa al razionalismo con queste parole: «la via impervia è l’anima, per cui la vita è un presentimento di altre profondità, rispetto a quelle che il nostro intelletto può raggiungere».

Il pittore nel 1908 si trasferì in Norvegia per due anni, nonostante le difficoltà pratiche Mägi fu rapito dagli scenari del Paese scandinavo e scrisse che quando vide la magnifica natura dei paesaggi norvegesi si dimenticò di tutto, anzi annotò anche che le grandi montagne e le nuvole di quei luoghi spingono a superare la realtà materiale. In molti quadri emergono tensioni che sublimano le scene concrete rappresentate. Nel 1910 queste opere in Estonia furono ampiamente conosciute, riscuotendo successi tra il pubblico. Un’altra particolarità dei dipinti di cui si parla è che i luoghi influenzavano talmente Mägi da rendere possibile definire i vari periodi stilistici proprio seguendo le permanenze nei paesi menzionati.

La tendenza a trasfigurare pietre e flora, quasi animandole, si accentua nella raffigurazione dell’isola di Saaremaa, in Estonia, tra 1913 e 1914. Dopo anni di problemi di salute, nel 1921 e 1922 il pittore per dipingere viaggia ancora, a Roma, Capri, Venezia: nelle tele, svuota quasi il mondo dall’umanità, mettendo invece al centro rovine e paesaggi (con case, ma disabitate). Tra gli anni Quaranta e Cinquanta le autorità sovietiche vietarono di esporre le opere del maggiore artista estone del Novecento, ma poi la sua figura ritornò centrale, nella cultura del Paese Baltico: quella che proseguirà fino al 28 gennaio 2018 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma (Viale delle Belle Arti) è la più grande mostra dedicata a Konrad Mägi che sia mai stata proposta fuori dall’Estonia.

 

Aldo Ciummo

Foto © Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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