Dematerializzazione dei processi bancari e finanziari, un testo accessibile anche ai profani

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Successo nell’ambito economico e non solo per il nuovo libro del docente di Informatica giuridica e Diritto comunitario dell’informatica alla Luiss Guido Carli di Roma Stefano Russo

L’attuale normativa nel settore bancario e finanziario sta profondamente cambiando, soprattutto per tutto ciò che concerne le problematiche di risk management. Da queste basi parte Stefano Russo, docente all’università di Roma Luiss e Urbino, per portare il suo contributo alla progettazione e la gestione di un progetto di dematerializzazione in questo specifico campo economico. Il testo presentato quasi un anno fa ha ottenuto grande successo anche al di fuori delle realtà accademiche o finanziarie, come verrebbe da pensare ai più, grazie alla capacità di chiarire come i vincoli e le opportunità della normativa italiana, insieme all’uso degli strumenti informatici (firme elettroniche, posta elettronica certificata, conservazione a norma degli archivi, eccetera) migliorino l’attuale livello giuridico, anche in caso di contenzioso, nell’eventuale fase processuale.

L’opera vuole avere un taglio pratico che richiama non solo la giurisprudenza, ma che vuole raccontare anche Case Histories di successo. Come scrive Agostino Ragosa nella prefazione «l’uscita dalla crisi che sta colpendo i diversi settori economico-produttivi del Sistema Paese, oltre alla congiuntura macro-economica e agli scenari internazionali, è anche legata all’esigenza di un forte recupero della competitività ed efficienza. Su questo l’Italia ha accumulato nel tempo dei ritardi dovuti alle riforme rimaste disattese e ad una minore capacità d’innovazione rispetto ad altri Paesi (…) è necessario supportare il recupero di efficienza del mondo privato, le imprese ma anche le Banche, che ancora oggi troppo spesso poggiano molte delle loro attività, anche interne, sulla presenza di un supporto cartaceo aggravando i processi operativi e di business con attività di gestione documentale con scarso o nullo valore aggiunto».

«Si pensi al risparmio e semplicità che potrebbe essere portato dalla dematerializzazione di alcune tipologie documentali quali: contratti bancari e assicurativi, assegno bancario, contrassegno di assicurazione, garanzie bancarie (…) la dematerializzazione come filone di innovazione sia verso la PA che il mondo privato introdurrebbe sui processi operativi/amministrativi anche maggiori livelli di sicurezza (invii certificati, identità del soggetto, data certa), rendendo i processi più trasparenti, standardizzati, e con minori gradi di discrezionalità. Tutto questo ridurrebbe considerevolmente il rischio di abusi e attività illecite. Il digitale in Italia è ad oggi la componente che contribuisce maggiormente alla crescita del PIL, pur nell’attuale grave momento di crisi e nel trend di spending review in atto nella Pubblica Amministrazione che spesso taglia in maniera indiscriminata e lineare anche gli investimenti in innovazione. Tuttavia, in questo settore siamo indietro, con un gap che va allargandosi rispetto ai nostri partner europei».

Stefano Russo è professore di Informatica giuridica e di Diritto comunitario dell’informatica alla Luiss Guido Carli di Roma. Esperto di Information and Communication Technology Law e Records Management, svolge attività di consulenza imprenditoriale e formazione professionale per società, enti, ministeri e scuole di formazione e di alta formazione sui temi della dematerializzione. Ha già pubblicato per Giuffrè Editore insieme con Renato Borruso e Carlo Tiberi “L’informatica per il giurista. Dal bit a Internet”, terza edizione (2009), insieme con Roberto Scavizzi il “Manuale di diritto comunitario dell’informatica” (2010) e insieme con Andrea Sciuto “Habeas Data e informatica” (2011).

Klivia Böhm

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