Energia: Confartigianato, costa il 29% in più che in Europa

0
359

Bollette elettriche troppo care per piccole imprese, quasi un terzo più della media Ue. Merletti, da fisco e oneri di sistema pesante fardello che frena competitività

L’energia elettrica costa alle piccole imprese italiane il 29% in più rispetto alla media europea. È l’allarme lanciato da Confartigianato che indica per il 3° trimestre dell’anno un aumento di 383 euro, in grado di portare a 11.478 euro «il costo medio annuo dell’energia per una piccola impresa». «Le nostre» aziende di minore dimensione – spiega il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti – «pagano di elettricità, in media, 2.572 euro in più all’anno rispetto alle Pmi (piccole e medie imprese) dell’area euro» e sono costrette così a sopportare un «pesante fardello che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa».

Giorgio Merletti

Secondo Confartigianato, a gonfiare il prezzo dell’energia per le piccole imprese italiane sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che «pesano per il 39,7% sull’importo finale in bolletta». Nei settori manifatturieri delle piccole imprese il prelievo fiscale sull’energia arriva a 7.679 euro per azienda ed è pari a 1.125 euro per addetto, superando «di gran lunga» la media europea di 422 euro per addetto di Francia, Germania e Spagna. Questo a causa di imposte sui consumi di energia che in Italia «sono le più alte d’Europa», dal momento che «imprese e famiglie pagano 15 miliardi di euro in più rispetto ai cittadini dell’Eurozona».

I tributi, inoltre, sono «mal distribuiti tra i diversi consumatori». Sulle piccole imprese in bassa tensione che determinano il 27% dei consumi energetici – indica Confartigianato – pesa il 45% degli oneri generali di sistema, «mentre per le grandi aziende energivore, con il 14% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende all’8%». In questo modo, secondo Merletti, «ai piccoli imprenditori si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi», che genera uno «squilibrio incomprensibile» caricando sui piccoli imprenditori «i costi degli altri utenti». Da qui la richiesta del presidente di Confartigianato di «mettere mano a queste disparità di trattamento», perché «non possiamo più tollerare un sistema tanto iniquo». A suo dire il meccanismo degli oneri generali di sistema «va completamente ripensato e deve essere ripartito in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda».

 

Pierfrancesco Mailli

Foto © Confartigianato

Articolo precedenteSchäuble, per la presidenza della Bce non è una questione di nomi
Articolo successivoEdilizia: l’internazionalizzazione delle Pmi parte dall’Ue

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui