Venti opere del pittore lombardo in mostra al Palazzo Reale di Milano, svelate dalle più recenti acquisizioni scientifiche senza rinunciare all’emozione
Inesauribile appare l’esperienza estetica di Caravaggio, sconvolgente nelle sue aspirazioni libertarie, foriera di ulteriori inattese scoperte. Per ciò quella che potrebbe apparire come un’ennesima esposizione sul genio del Merisi, trascende invece i ristretti limiti dell’operazione di marketing per indagare nelle pieghe più recondite della sua opera. Dentro Caravaggio è il titolo, mai così pregnante e significativo, della mostra allestita nelle sale del Palazzo Reale, coprodotta dal Comune di Milano in collaborazione con MondoMostre Skira. È la stessa curatrice Rossella Vodret a sottolineare l’eccezionalità dell’evento, frutto di una lunga e approfondita campagna di ricerca.
Il primo dato che salta all’occhio è l’impostazione scientifica dell’allestimento (la strumentazione diagnostica è stata messa a disposizione dal Gruppo Bracco). Nella penombra delle sale spiccano le tele, illuminate in maniera eccellente, vere e proprie epifanie del genio caravaggesco. Dietro ogni opera uno schermo, che mostra e spiega i risultati delle più recenti indagini tecniche. Sottili tratti di disegno emersi in alcune opere giovanili sfatano il mito di un artista refrattario a qualsiasi preparazione. Si vede inoltre che il Merisi era solito incidere la superficie, per fissare alcuni elementi della composizione, abitudine che con il trascorrere del tempo si fa sempre più rara, quasi a indicare un progressivo prevalere dell’istinto. Mutamenti nell’impaginazione dei dipinti, correzioni che venivano effettuate anche in corso d’opera, vengono svelate in maniera esaustiva. In questo modo il visitatore ha l’impressione di varcare la soglia dello studio dell’artista, cogliendone i procedimenti più intimi, entrando nella genesi di ogni singolo capolavoro.
Nel Sacrificio di Isacco (1603), ad esempio, il pittore si scrolla di dosso ogni retaggio classicheggiante rinunciando all’ara sacrificale, sostituendola con una semplice pietra. Nella Buona Ventura dei Capitolini (1597), Caravaggio usa una tela sulla quale aveva in precedenza tratteggiato una Madonna a mani giunte. Dettagli, rivelazioni illuminanti tanto per lo studioso quanto per il profano. In Maria e Maria Maddalena di Detroit (1598/1599), tela dall’autografia a lungo controversa, la conversione della peccatrice è resa tangibile dalla luce che la illumina. Gli elementi iconografici tradizionali attribuiti alla Maddalena trovano una probabile corrispondenza con un oggetto appartenuto al pittore lombardo, lo specchio convesso che viene citato nell’inventario del 1605.
Il punto di vista scientifico arricchisce l’esperienza, senza smorzare nella maniera più assoluta la scossa emotiva che l’opera di Caravaggio è in grado di trasmettere. La mostra, forte di venti opere, espone le tele più celebri provenienti dagli Uffizi, da Palazzo Barberini, dalla Galleria Doria Pamphili e dal Museo di Capodimonte, unitamente ai lavori di più rara fruizione conservati nelle collezioni della banca Popolare di Vicenza o di Intesa Sanpaolo. Di eccezionale valore poi i numerosi prestiti dall’estero, dalla Salomè della National Gallery ( 1607 o 1610) alla Sacra famiglia del Metropolitan di New York (1604 circa).
Insieme ai dipinti i documenti, che tratteggiano la vita burrascosa dell’artista. Atti processuali, testimonianze che alimentano il mito dell’uomo ribelle, refrattario a qualsiasi convenzione. E ancora un inventario dei beni sequestrati in casa per l’affitto non pagato.
Nel prezioso avvicendarsi delle sale, segnaliamo l’impressione fortissima provata nel vedere il San Giovanni di Kansas City (1604 circa) accanto alla declinazione del medesimo soggetto conservata nella Galleria Nazionale d’arte antica di Roma, vicino al San Gerolamo penitente di Montserrat (1605/1606). Impressionante in particolare, per il colorismo acceso e la concentrazione emotiva, la tela americana. La figura del Santo, in bilico fra la riflessione ieratica e l’azione possibile, emana un’energia sovrumana. Caravaggio innova l’iconografia religiosa con una forza che non ha precedenti.
Nel Riposo nella fuga in Egitto (1597), il meraviglioso trova spazio all’interno del reale grazie a un luminismo terso e intriso di poesia. Il contrasto fra la figura vissuta e segnata di Giuseppe e quelle armoniose dell’Angelo, della Vergine e del Bambino, viene risolto con ammirevole equilibrio. Con il trascorrere del tempo la drammaturgia caravaggesca si farà più intensa e scabra. Di grande tragicità ad esempio la Flagellazione napoletana (1607), vergata quando l’artista è già un fuggiasco, braccato per l’omicidio commesso. Eppure anche qui la solitudine e il dolore trovano sollievo nella luce, sempre straordinaria, che emana dal corpo del Cristo.
Una redenzione che sembra assente dal Supplizio di Sant’Orsola (1610), forse la sua ultima opera, percorsa da un colorismo scabro, dove le forme appena escono dalla tenebra che minaccia di inghiottirle. Il linguaggio si riduce a un sussulto, a un estremo fremito prima della fine.
Riccardo Cenci
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Titolo Dentro Caravaggio
Curatore: Rossella Vodret
Mostra promossa
e prodotta da: Comune di Milano
Palazzo Reale
MondoMostre Skira
In collaborazione con: MIBACT
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Main Sponsor: Intesa Sanpaolo
Partner: Gruppo Bracco
Catalogo: Skira Editore
Sede: Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
Date della mostra: 29 settembre 2017 > 28 gennaio 2018
Orari: Lunedì 14.30 – 22.30
Martedì, mercoledì e domenica 9.30 – 20.00
Giovedì, venerdì e sabato 9.30 – 22.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Lunedì 8:30 – 14:30 (riservato scuole)
Biglietti (audioguida inclusa):Intero € 13,00
Ridotto € 11,00
Visitatori dai 6 ai 26 anni, over 65, portatori di handicap, gruppi (minimo 15 massimo 25 persone) e convenzioni
Informazioni online: www.palazzorealemilano.it
www.caravaggiomilano.it
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Immagini
In evidenza:
Michelangelo Merisi da Caravaggio
La Buona Ventura, 1597
Olio su tela, 115 x 150 cm
Musei Capitolini-Pinacoteca Capitolina, Roma
Roma, Musei Capitolini – Pinacoteca Capitolina
© Roma, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Foto Giuseppe Schiavinotto, Roma
In alto:
Michelangelo Merisi da Caravaggio
San Giovanni Battista, 1604 circa
Olio su tela, 172,72 x 132,08 cm
The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Missouri
Photo: Jamison Miller, © The Nelson-AtkinsMuseum of Art
Al centro:
Michelangelo Merisi da Caravaggio
Sacrificio di Isacco, 1603
Radiografia
In basso:
Michelangelo Merisi da Caravaggio
Flagellazione, 1607
Olio su tela, 266 x 213 cm
Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli
Archivio e Laboratorio Fotografico della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, proprietà FEC, Ministero dell’Interno