Erdoğan e Papa Francesco a colloquio per Gerusalemme

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Il presidente turco dal pontefice col proposito di difendere la Città Santa. Esattamente dodici anni fa veniva ucciso, a Trebisonda, un prete italiano: Don Andrea Santoro

È durato oltre cinquanta minuti il colloquio privato tra il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e Papa Francesco, svoltosi questa mattina in Vaticano. Una Piazza San Pietro presidiata come non mai dalle forze dell’ordine e sgombra da turisti e pellegrini, ha accolto la delegazione che era a bordo di oltre trenta limousine. Il presidente turco era accompagnato dalla moglie, dalla figlia Esra con il marito ministro dell’Energia e da altri quattro ministri, Economia, Esteri, Difesa, Rapporti con l’Unione europea,  con le rispettive consorti, quattro con il capo coperto e tre no. Erdoğan sfoggiava un elegante abito blu e una sgargiante cravatta rossa.

È stato lo stesso presidente turco a chiedere udienza al pontefice per discutere della situazione di Gerusalemme e del suo status. Un colloquio strettamente privato alla presenza dei soli interpreti e secondo quanto fa sapere il comunicato del Vaticano , «il Papa ed Erdoğan, a proposito di Gerusalemme, vogliono promuovere la pace e la stabilità della Regione attraverso il dialogo e il negoziato nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale». Si è anche parlato della situazione in Turchia e «della condizione della minoranza cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate».

Il presidente americano Donald Trump lo scorso dicembre aveva annunciato l’intenzione di trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, provocando una reazione unanime di dissenso non solamente nel mondo musulmano ma anche nelle diverse comunità cristiane del Medio Oriente. Erdoğan, in proposito, in una intervista rilasciata qualche giorno fa aveva dichiarato: «lo status di Gerusalemme deve essere preservato sulla base della risoluzione ONU assicurando a musulmani, cristiani ed ebrei di vivere in pace, fianco a fianco. La comunità internazionale deve assumersi la responsabilità di assicurare la pace a Gerusalemme».

Papa Francesco, da tempo, ha espresso la sua preoccupazione per le decisioni unilaterali che rischiano di complicare ulteriormente il conflitto israelo-palestinese e la posizione vaticana che indica Gerusalemme come Città Santa e auspica uno statuto internazionalmente garantito per salvaguardare il carattere storico-religioso della città e il libero accesso per tutti i luoghi Santi. C’è da dire poi che la Santa Sede è preoccupata per la campagna bellica delle truppe turche contro i curdi, per sostenere la quale il governo di Erdoğan ha preteso il sostegno scritto delle minoranze cristiane del Paese. Mentre Bergoglio ed Erdoğan erano a colloquio un centinaio di curdi e appartenenti ad associazioni che si occupano del rispetto dei diritti umani, manifestavano negli adiacenti giardini di Castel Sant’Angelo scontrandosi con le forze dell’ordine.

È opportuno ricordare che proprio il 5 febbraio di dodici anni fa veniva ucciso a Trebisonda un prete italiano Don Andrea Santoro. Era il terzo figlio di un muratore e una casalinga ed entrò adolescente in seminario dove conobbe Vincenzo Paglia cofondatore della Comunità di Sant’Egidio. Divenuto sacerdote nel 1970 esercitò il suo mandato in molte parrocchie romane. Nel 1980 soggiornò in Oriente ospite di istituti religiosi, poi nel 2001 si prese cura della piccola comunità cattolica di Trebisonda, città della Turchia situata sulla costa orientale del Mar Nero. Il 5 febbraio del 2006 mentre Santoro si trovava in chiesa a pregare con il suo giovane aiutante, un uomo entrò, e gridando “Allah è grande” sparò due colpi di pistola che colpirono il sacerdote ai polmoni uccidendolo.

Al termine dell’incontro Papa Francesco ha donato ad Erdoğan un medaglione con l’Angelo della Pace, una acquaforte con il disegno della Basilica di San Pietro come era nel 1600 e una copia dell’enciclica “Laudato Si” nonché una copia del suo messaggio per la Giornata della Pace. Il presidente turco ha donato al Santo Padre un quadro di ceramica con il panorama di Istanbul e un cofanetto di libri del teologo musulmano Mevlana Rumi. Nella stessa giornata Erdoğan e la delegazione turca hanno avuto colloqui con il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Hurriyet Daily News, VOA News, ANF

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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