“Figli dei boss – Vite in cerca di verità e riscatto”

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Nel libro di Dario Cirrincione le storie di chi è cresciuto nella criminalità organizzata italiana raccontate attraverso un dialogo a viso aperto con i diretti protagonisti

Figli dei bossVite in cerca di verità e riscatto” è un libro di storie e di storia. Scritto dal giornalista Dario Cirrincione con la prefazione di Calogero Gaetano Paci (procuratore aggiunto di Reggio Calabria) e con la postfazione di Alessandra Dino (professore associato di Sociologia della devianza all’Università di Palermo) racconta uno spaccato dell’Italia conosciuto solo superficialmente: i figli dei boss. Nati e cresciuti in famiglie di Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita, questi “eredi” sono protagonisti consapevoli o inconsapevoli della storia della criminalità organizzata italiana. I “figli” sono considerati boss di diritto, anche se non vogliono. Perché portano il cognome di chi negli anni 70, 80 e 90, ha scritto alcune tra le peggiori pagine della cronaca nera nazionale.

                         Dario Cirrincione

Il volume si sviluppa in 3 sezioni: la prima dedicata ai figli dei boss che hanno cercato e trovato una strada alternativa ai circuiti criminali familiari; la seconda dedicata ai ragazzi del progetto calabrese “Liberi di scegliere” e la terza focalizzata sul destino dei Riina e dei Provenzano, “figli dei boss tra i boss”. L’autore ha sviluppato il lavoro attraverso ricostruzioni storiche, incontri e interviste con i figli dei boss, i loro amici, i membri della loro famiglia, magistrati, giudici, avvocati e psicologi. Gli incontri con i figli dei boss sono stati videoregistrati e le interviste sono precedute da un‘introduzione che aiuta il lettore a conoscere il contesto dove i “figli dei boss” sono nati e cresciuti e la storia della loro famiglia d’origine.

Il volume è destinato a chi ama il giornalismo serio e preciso, frutto di un’inchiesta che è andata avanti quasi due anni. Ma soprattutto a coloro che considerano le mafie unaprerogativa del Sud”, perché il viaggio di Dario Cirrincione racconta della ‘Ndrangheta lombarda e della ricerca di riscatto di un calabrese a Padova. Il volume, inoltre, costituisce una preziosa banca dati per chi desidera ricostruire una parte importante della storia criminale del nostro Paese.

«I figli dei boss sono inevitabilmente destinati a seguire le orme dei loro padri? O esiste anche per loro la possibilità di condurre una vita normale, lontana dal crimine? Quanto pesano sulle loro vite i percorsi dei loro genitori?» chiede Calogero Gaetano Paci nell’introduzione. «Dario Cirrincione – scrive il procuratore aggiunto di Reggio Calabria – ha il merito di raccontare una serie di storie vere attraverso un dialogo a viso aperto con i diretti protagonisti, tutti provenienti da famiglie la cui vita è stata drammaticamente sconvolta dalla Mafia. Storie molto diverse tra loro: di chi, consapevole dell’inaccettabilità del vissuto familiare, ha avuto la forza di prenderne le distanze e riuscire a ritagliarsi un percorso autonomo e talvolta anche di successo in ambiti diametralmente opposti a quelli di provenienza; di chi invece ha finito, in tutto o anche solo in parte, per ripercorrerne le orme; o di chi ancora, pur non cadendo nel delitto, non ha mai accettato l’idea che il proprio genitore fosse un criminale, giustificandone e anzi difendendone sino alla fine il ruolo e la memoria». L’autore ha deciso di dedicare il libro a «Mario Francese e a Giancarlo Siani: modelli di un giornalismo da cui ci siamo troppo in fretta allontanati». I diritti d’autore saranno interamente devoluti al Centro Pio La Torre.

 

Ludovico Stella

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